Stati Uniti, il deputato Jim Clyburn prende in braccio il figlio della collega per lasciarla parlare
La sala è gremita. L’attenzione è tutta sulle parole che stanno per essere pronunciate. Ma prima che la voce della rappresentante del settimo distretto del Colorado Brittany Pettersen possa arrivare ai microfoni, c’è un movimento discreto, quasi impercettibile. Un piccolo segnale, un’offerta silenziosa: il deputato democratico statunitense Jim Clyburn si sporge verso di lei e, con un sorriso rassicurante, apre le braccia. Pettersen gli affida il piccolo Samuel, nato lo scorso 25 gennaio, che dorme sereno mentre il congresso discute il futuro del Paese.
In quell’istante, il gesto semplice e spontaneo di Clyburn diventa qualcosa di più di un atto di cortesia: è un segnale forte sulla necessità di rendere la politica più inclusiva per i genitori. È anche un simbolo di supporto, di collaborazione, di un’America che forse può essere più attenta alle esigenze di chi la rappresenta, come a gran voce chiedono milioni di cittadini.
La battaglia di Brittany Pettersen per le madri nel Congresso
“Un giorno mostrerò a Sam questa foto di Jim Clyburn che lo tiene in braccio mentre combattiamo per proteggere bambini come lui – ha scritto la democratica su X -. La violenza armata è la causa principale di morte dei bambini in America. Ma Trump sta sostenendo la lobby delle armi invece che le nostre famiglie. Mi sono unita ai miei colleghi per presentare una legge che estende i controlli dei precedenti penali, per creare un futuro più sicuro per tutti i nostri figli”.
One day I will show Sam this photo of @RepJamesClyburn holding him while we fought to protect kids like him.
Gun violence is the #1 killer of children in America. But Trump is backing the gun lobby instead of our families.
I joined my colleagues in introducing expanded… pic.twitter.com/W9Kuttp8no
— U.S. Rep. Brittany Pettersen (@RepPettersen) June 11, 2025
Pettersen non è nuova a episodi simili. La sua lotta per una maggiore inclusione delle madri nel Congresso ha già sollevato interrogativi sul sistema attuale, che non prevede alcun tipo di supporto per chi ha figli piccoli.
Dopo aver affrontato un viaggio dal Colorado a Washington con il figlio nato da appena un mese per votare contro la proposta di bilancio presentata dai repubblicani, la deputata ha denunciato la difficoltà di conciliare la maternità con il ruolo politico: “Nessun membro del Congresso dovrebbe essere costretto a scegliere tra il prendersi cura del proprio neonato e rappresentare i propri cittadini.”
La sua battaglia riguarda, infatti, il voto da remoto, una proposta bipartisan che permetterebbe ai parlamentari di partecipare alle votazioni senza dover essere fisicamente presenti. Una richiesta che, nonostante la sua importanza, non è ancora stata messa ai voti.
La conferenza stampa e il progetto di legge sul controllo delle armi
Mentre Pettersen parlava, il cuore della conferenza stampa rimaneva il nuovo progetto di legge sul controllo delle armi, una questione che divide profondamente il panorama politico statunitense.
La proposta mira a concedere all’Fbi più tempo per effettuare le verifiche sui precedenti penali dei compratori prima che possano acquistare un’arma. Attualmente, se entro tre giorni non emergono impedimenti, la vendita può essere completata. La nuova legge estenderebbe questo periodo fino a 20 giorni lavorativi, con l’obiettivo di evitare episodi drammatici come la strage di Charleston del 2015, dove un controllo tardivo permise a Dylann Roof di acquistare la pistola con cui uccise nove persone in una chiesa metodista.

Un piccolo gesto che porta grandi riflessioni
Il momento in cui Clyburn ha preso in braccio Samuel è stato immortalato e ha fatto il giro del web, ricevendo commenti di supporto da politici e cittadini. “Oggi mi sono unito ai colleghi della Gun Violence Prevention Task Force per ripresentare la mia proposta di legge per rendere universali i controlli dei precedenti penali – ha scritto il deputato su X -. Ho anche avuto il piacere di prendermi cura del piccolo Sam di Brittany Pettersen mentre parlava, un promemoria delle generazioni future per cui stiamo lottando”.
Un promemoria che, infatti, si configura come un piccolo atto di gentilezza e che ha acceso i riflettori su due battaglie cruciali: la necessità di garantire strumenti adeguati alle neomamme in politica (e non solo) e l’urgenza di una legislazione più severa sul controllo delle armi.
Ma non sono mancate le critiche. Molti repubblicani o cittadini sostenitori del partito del presidente Donald Trump criticano alla democratica Pettersen di usare il figlio come “teatrino politico” per avanzare richieste considerate inutili, come appunto quella del voto da remoto per i neogenitori. E c’è chi ha paragonato le azioni dei democratici a quelle dei repubblicani usando come esempio la portavoce della Casa Bianca, la 27enne Karoline Leavitt, che in occasione dei primi 100 giorni della presidenza Trump bis ha condiviso sui social le foto di lei, suo figlio altrettanto neonato e il tycoon, nella Sala Ovale. Un gesto che per molti rappresenta quando la maternità e la neo-genitorialità non rappresentano alcun limite alla propria carriera.
Mentre la discussione prosegue nei palazzi del potere, fuori la gente guarda a questi gesti e si chiede: rapide istantanee, o segnali di un cambiamento in corso?