Come funziona la pensione a 64 anni? Contributi alti e integrativa in gioco
- 18/12/2024
- Welfare
Le pensioni in Italia stanno vivendo una vera e propria rivoluzione, e a darne il via sono le modifiche introdotte dalla Legge di Bilancio, che permettono a chi ha iniziato a lavorare dopo il 1995 di anticipare l’uscita dal mondo del lavoro a 64 anni. Ma attenzione, la strada per accedere a questa opportunità non è così semplice: tra soglie contributive più alte e l’integrazione con i fondi previdenziali complementari, ci sono alcune novità che faranno parlare.
Fino a ieri, i lavoratori che avevano accumulato almeno 20 anni di contributi, potevano uscire a 64 anni, ma solo se la pensione raggiungeva almeno tre volte l’assegno sociale (circa 1.600 euro al mese). Ora, la possibilità di anticipare il pensionamento è ancora più flessibile grazie a un emendamento approvato dalla Commissione Bilancio della Camera. A partire dal 2025, infatti, i lavoratori potranno utilizzare anche la rendita della pensione complementare (quella privata, quindi, non obbligatoria) per raggiungere questa soglia.
Però, ecco il “ma”: non si scherza con i contributi. Se oggi bastano 20 anni di versamenti, dal 2025 saranno richiesti almeno 25 anni di contributi, per salire addirittura a 30 anni dal 2030. Insomma, chi ha cominciato a lavorare più tardi, o non ha avuto una carriera particolarmente lunga, dovrà correre un po’ di più se vuole godersi un’uscita anticipata.
Un futuro per i “lavoratori misti”?
“Flessibilità in uscita” è il mantra che ripete il governo, con il sottosegretario al Lavoro, Claudio Durigon, pronto a sorridere per la novità. Si tratta di un cambiamento storico, che unisce previdenza obbligatoria e complementare, permettendo a chi è in regime contributivo (e ha cominciato a lavorare dopo il 1995) di accedere alla pensione a 64 anni. Ma il bello arriva con la possibilità di integrare la pensione obbligatoria con quella complementare, a patto che si raggiunga la soglia dei 1.600 euro mensili.
C’è però un dettaglio che non si può ignorare: l’innalzamento della soglia contributiva. Questo cambio può sembrare ragionevole, ma non è esente da critiche. Più anni di contributi richiesti significano che una fetta di lavoratori con carriere più brevi potrebbe restare fuori dal gioco, o quantomeno trovarsi in difficoltà ad accedere a questa pensione anticipata.
Il vero colpo di scena arriva con la proposta della Lega di estendere questa possibilità anche a chi ha iniziato a lavorare prima del 1996, ovvero i cosiddetti “lavoratori misti”, che sono soggetti a un sistema pensionistico che mescola il contributivo con il retributivo. Questo ampliamento potrebbe coinvolgere circa 80mila persone, dando loro la possibilità di uscire prima dal lavoro. Ma attenzione: questa mossa costerebbe un bel po’ al sistema, con una previsione che supera il miliardo di euro. Insomma, non proprio una cifra da poco.
La ricerca dell’equità
Con tutte queste modifiche, il governo ha cercato di dare risposta a una domanda sempre più urgente: come garantire pensioni dignitose in un sistema contributivo che, se non integrato, rischia di lasciare molti senza un gruzzoletto sufficiente? La combinazione di previdenza obbligatoria e complementare potrebbe essere la chiave, ma c’è il rischio che i lavoratori più giovani o con carriere discontinue possano trovarsi in difficoltà a soddisfare le nuove soglie di contribuzione.
La pensione anticipata a 64 anni, insomma, per quanto interessante, non è una passeggiata. Le nuove regole, con l’introduzione della pensione complementare e l’innalzamento delle soglie di contribuzione, sono un tentativo di bilanciare flessibilità e sostenibilità. Resta da vedere se, nel lungo termine, queste modifiche riusciranno davvero a garantire una pensione dignitosa per tutti o se finiranno per favorire solo chi ha avuto una carriera lineare e ben remunerata.
Insomma, se pensavate che la pensione fosse un tema solo per i più grandi, preparatevi a rivedere le vostre idee. La nuova pensione anticipata a 64 anni è un tema che, a quanto pare, coinvolgerà tutti noi, anche quelli che ancora si sentono lontani dal traguardo!