Cancro: in Europa ogni minuto 5 diagnosi, ma in Italia va meglio
Ogni minuto, cinque persone nell’Unione Europea ricevono una diagnosi di cancro e due muoiono a causa della malattia. Le statistiche sono impietose: i tassi di mortalità per cancro sono del 67% più alti tra gli uomini rispetto alle donne e colpiscono maggiormente le persone con un livello di istruzione più basso. E l’impatto della malattia è destinato a crescere. Tra il 2023 e il 2050, la spesa sanitaria per il cancro nell’Ue dovrebbe aumentare del 59%, mentre la riduzione della speranza di vita associata alla malattia è stimata in quasi due anni. Questi dati, riportati nei Country Cancer Profiles preparati dall’OCSE e dalla Commissione Europea, pongono l’accento sull’urgenza di potenziare la prevenzione e la diagnosi precoce. Oggi, in occasione della Giornata Mondiale contro il Cancro, promossa dalla Union for International Cancer Control (Uicc), è più che mai necessario riflettere su queste sfide e sull’importanza di interventi tempestivi e mirati.
L’Italia e il cancro, tra sfide e progressi
L’Italia si distingue in questo scenario con un risultato positivo: nell’ultimo decennio il tasso di mortalità per cancro nel nostro Paese è diminuito del 15%, attestandosi al di sotto della media europea. Questa riduzione testimonia i progressi compiuti nel contrasto alla malattia e si inserisce in un quadro più ampio di miglioramento della qualità delle cure oncologiche a livello europeo. Secondo le proiezioni del Sistema Europeo d’Informazione sul Cancro (European Cancer Information System – ECIS), nel 2022 si prevedevano in Italia 407.240 nuovi casi di tumore, con una leggera prevalenza tra gli uomini (52%) rispetto alle donne (48%). Il tasso di incidenza standardizzato per età risultava inferiore del 2% alla media Ue per gli uomini, ma superiore del 4% per le donne.
I tumori al seno, al colon-retto, ai polmoni e alla prostata rappresentavano quasi la metà dell’incidenza complessiva. Il cancro alla prostata è stato il principale tra gli uomini (18% dei casi), seguito da quello del colon-retto (14%) e del polmone (13%). Per le donne, il tumore al seno è stato il più comune (31%), seguito da quello al colon-retto (12%), al polmone (8%) e all’utero (5%). Tuttavia, l’ECIS stima che i casi di cancro in Italia aumenteranno del 18% tra il 2022 e il 2040, principalmente a causa dell’invecchiamento demografico.
La mortalità per cancro in Italia
Dopo le malattie cardiovascolari, il cancro rappresenta la seconda causa principale di morte in Italia, con oltre il 23% di tutti i decessi registrati nel 2021. Pur presentando un tasso di incidenza in linea con la media Ue il tasso di mortalità per cancro standardizzato per età è relativamente basso: con 222 decessi per 100.000 abitanti, l’Italia si attesta al di sotto della media Ue di 235 decessi per 100.000 abitanti. Tra il 2011 e il 2021, il tasso di mortalità per cancro nel nostro Paese è diminuito del 15%, superando il calo medio del 12% registrato nell’Ue.
Questa riduzione è stata particolarmente evidente tra gli uomini (-20%), riflettendo i progressi nella diagnosi precoce e nel trattamento, oltre che nella riduzione di fattori di rischio comportamentali come il fumo. La mortalità per cancro ai polmoni, per esempio, è diminuita di quasi un terzo tra gli uomini italiani nell’ultimo decennio, superando la media Ue. Tuttavia, il divario di genere resta evidente: i tassi di mortalità per cancro sono più elevati tra gli uomini, sebbene il gap sia inferiore rispetto alla media Ue.
Disparità socioeconomiche nella lotta al cancro
Come in altri Paesi europei, in Italia i tassi di mortalità per cancro sono più elevati tra le persone con livelli inferiori di istruzione. Il divario è particolarmente marcato tra gli uomini: rispetto ai laureati, i diplomati delle scuole superiori hanno un tasso di mortalità superiore del 26%, mentre chi ha un’istruzione primaria o inferiore registra un tasso più alto del 75%. Il cancro ai polmoni è il tumore più associato a queste disparità, rappresentando oltre un terzo dei decessi tra le persone con un livello di istruzione più basso.
Questi dati confermano le evidenze del progetto EU-CanIneq, che analizza le disuguaglianze socioeconomiche nelle cure oncologiche in tutta l’Ue. Tra il 2015 e il 2019, gli uomini italiani con il livello di istruzione più basso hanno registrato un tasso di mortalità per cancro superiore del 63% rispetto a quelli con istruzione più elevata. Per le donne, il divario è stato del 9%, tra i più contenuti in Europa. Questo suggerisce che, sebbene in Italia le donne siano generalmente meno colpite da disparità socioeconomiche rispetto agli uomini, resta fondamentale garantire un accesso equo alle cure per tutti.
La prevenzione resta la chiave
Secondo le stime europee, una strategia di prevenzione efficace potrebbe ridurre significativamente l’incidenza del cancro nei prossimi decenni, agendo su fattori di rischio noti come il fumo, il consumo di alcol, l’obesità e l’inquinamento atmosferico. Tuttavia, alcuni dati destano preoccupazione: in oltre due terzi dei Paesi Ue, più della metà degli adulti è in sovrappeso e il 70% non pratica sufficiente attività fisica. Ancora più allarmante è il calo delle adesioni ai programmi di screening: in metà dei Paesi Ue, i tassi di screening per il tumore al seno sono diminuiti, e i controlli per il tumore alla cervice uterina sono calati nei due terzi degli Stati membri.
L’Italia deve dunque affrontare una doppia sfida: mantenere i progressi ottenuti nella riduzione della mortalità oncologica e migliorare ulteriormente le strategie di prevenzione. Gli investimenti in centri specializzati, team multidisciplinari e linee guida cliniche uniformi rappresentano strumenti fondamentali in questa direzione. Allo stesso tempo, il potenziamento delle infrastrutture digitali per la raccolta e l’analisi dei dati potrà contribuire a migliorare la qualità delle cure e a individuare aree critiche su cui intervenire.
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