Sardegna, 600 euro al mese per il primo figlio fino al quinto anno d’età
- 13 Giugno 2025
- Welfare
La Sardegna investe sulla genitorialità. La Regione ha approvato la concessione di contributi per ogni nuovo nato, adottato o affidato a favore delle famiglie che risiedono o decidono di trasferire la propria residenza nei comuni con popolazione inferiore ai 5mila abitanti. Lo scopo è quello di fornire un contributo economico a chi decide di restare: parliamo di 600 euro al mese per il primo neonato fino al compimento dei cinque anni e 400 euro al mese per il secondogenito.
Lo scopo? Combattere lo spopolamento della Regione che ha registrato il numero inferiore di neonati nel 2023.
Regione Sardegna investe sulla famiglia
È questo il contenuto della delibera approvata nell’ultima seduta di Giunta, che aggiorna le procedure per la concessione delle risorse introdotte in sede di legge di Stabilità a partire dal 2022 e riconfermate con l’ultimo documento finanziario nel mese di maggio 2025.
“A partire da quest’anno – ha spiegato l’assessore regionale della Sanità Armando Bartolazzi – le risorse in capo alla misura anti-spopolamento saranno trasferite ai comuni in due tranche di pari importo, previa verifica degli ultimi dati Istat sul numero dei bambini residenti nei piccoli paesi a partire dal 1° gennaio 2025 e conseguente individuazione del fabbisogno per ciascun comune”.
“Puntiamo moltissimo su questo provvedimento per arginare il fenomeno dello spopolamento nei piccoli centri dell’isola. Per questo abbiamo deciso di garantire l’erogazione dell’importo massimo disponibile per ciascun bimbo avente diritto fino al quinto anno di età: stiamo parlando di 600 euro mensili per il primo figlio nato fino al quinto anno d’età e di 400 per ogni figlio successivo”.
Sardegna, tra denatalità e spopolamento
La misura arriva dopo anni di trend negativi in tema di natalità e spopolamento. Nel 2023 la Sardegna ha registrato il tasso di natalità più basso tra le regioni italiane: 4,9 ogni mille abitanti, contro una media di 6,7. “Occorre invertire questa tendenza al declino, che non è solo demografico, ma anche economico e sociale”, ha continuato Bartolazzi, “per questo abbiamo fatto molta attenzione, insieme alla nostra direzione per le Politiche Sociali, ad introdurre dei meccanismi volti a non trasformare la misura in un intervento di mero assistenzialismo: lo eviteremo favorendo lo sviluppo di servizi attivi nei comuni soggetti a spopolamento, con infrastrutture che sostengano concretamente le politiche familiari. Fondamentale sarà per valutare il successo dell’iniziativa misurare il grado di inserimento sociale delle famiglie beneficiarie, considerando la stabilità residenziale, l’occupazione, il grado di istruzione, il livello di reddito”.
Sempre secondo i dati Istat, la popolazione della Sardegna nel 2024 è diminuita di 9.114 abitanti. L’isola, insieme alla Basilicata, è la Regione che a livello demografico ha avuto la percentuale negativa maggiore: -0,6 per cento. Attualmente conta 1.561.339 di abitanti. Dal 2016 al 2024, ne ha persi quasi 100mila. Gli under 15 sono meno del 10% della popolazione sarda.
Supporto alla longevità
Non solo neonati. La Regione Sardegna punta anche a migliorare la vita delle persone anziane che continuano a popolare l’Isola. “La famiglia viene presa in considerazione come un nucleo all’interno di una comunità stratificata, multigenerazionale. Per questo verranno approntati strumenti di presa in carico della persona per l’invecchiamento attivo, come presidio indispensabile a sostenere la permanenza degli anziani nel loro domicilio, anche attraverso la dotazione di strumentazione domotica e lo sviluppo mirato di interventi a beneficio della persona”, ha scritto Bartolazzi.
Non a caso, la Regione è considerata tra le cosiddette “blue zone“: sono aree specifiche del mondo dove la gente vive in media più a lungo e in buona salute. In particolare, la provincia di Nuoro, con centri come Tiana, Ovodda, Gavoi, Fonni, Mamoiada, Orgosolo, Oliena e Ollolai (Barbagia di Ollolai), e l’Ogliastra (con Villagrande Strisaili, Arzana, Talana, Baunei, Urzulei, Triei, Perdasdefogu, Osini, Ulassai). Come Isola rientra tra le cinque aree del mondo con la più alta concentrazione di centenari, insieme a Okinawa (Giappone), Icaria (Grecia), Nicoya (Costa Rica) e Loma Linda (California).
“Questo – ha concluso l’assessore – è un provvedimento ambizioso, che attraverso la leva combinata della natalità e del sostegno alla persona intende arrivare ad un più ampio sviluppo territoriale e sociale nelle aree interne della Sardegna colpite dallo spopolamento. Per questo abbiamo stabilito di misurare i risultati nell’arco dei prossimi anni, partendo dal monitoraggio della popolazione residente e valutando di volta in volta i cambiamenti sotto il profilo della crescita dei servizi, dell’economia e dell’occupazione”.