La geografia del benessere italiano, regione per regione
- 21/02/2024
- Welfare
Salute, Istruzione e formazione, Ambiente e Sicurezza sono solo alcuni degli indicatori, definiti “dominio”, che possono influire sul benessere di un Paese. Mentre si dibatte sull’autonomia differenziata voluta dal governo e che potrebbe incidere sulle differenze e diseguaglianze territoriali in Italia, l’Istat ha pubblicato un primo report sui risultati ottenuti in merito al benessere dei territori nell’ambito del progetto BesT.
L’incontro, tenutosi ieri 20 febbraio, è stata l’occasione per condividere la prima riflessione sulle prospettive di sviluppo del progetto BesT. Il sistema di indicatori Bes dei Territori (BesT) estende a livello sub-regionale un ampio set delle misure del Benessere equo e sostenibile (Bes), e le integra con ulteriori indicatori di benessere rilevanti per il livello locale. Province e città metropolitane italiane sono state, quindi, coinvolte in un approfondimento della distribuzione del livello di benessere per valutare i profili delle singole aree geografiche nei diversi settori d’interesse.
Mezzogiorno in difficoltà e svantaggiato, Nord Italia carente di alcune delle principali attrazioni per cui è noto il nostro Paese e una diffusa disuguaglianza anche tra le provincie delle stesse regioni: scopriamo nel dettaglio cosa è emerso da questa prima analisi.
La geografia del benessere
I livelli di benessere sono stati suddivisi in basso, medio-basso, medio, medio-alto, alto. Gli indicatori hanno riguardato: Salute; Istruzione e formazione; Lavoro e conciliazione dei tempi di vita; Benessere economico; Relazioni sociali; Politica e istituzioni; Sicurezza; Benessere soggettivo; Paesaggio e patrimonio culturale; Ambiente; Innovazione, ricerca e creatività; Qualità dei servizi.
L’analisi ha rilevato livelli di benessere relativo maggiori rispetto alla media nelle regioni del Nord-est, Nord-ovest (tranne la Liguria) e del Centro (tranne il Lazio). Trentino-Alto Adige, Valle d’Aosta e Friuli-Venezia Giulia sono le tre più favorite. Nel Lazio e in tutte le regioni del Mezzogiorno, tranne l’Abruzzo, concentrazione di province nelle due classi di benessere relativo peggiori (bassa e medio-bassa) più elevata della media. Calabria, Campania e Sicilia, nello specifico, sono le regioni più penalizzate (oltre la metà delle province nelle due classi di benessere più basse).
Settori, provincie e città metropolitane: come si sviluppano le differenze
Generalmente nei contesti metropolitani i risultati ottenuti sono migliori delle rispettive medie regionali in tutta la penisola, tranne che in alcune Regioni del Mezzogiorno (sempre, Campania, Calabria e Sicilia). Napoli, per esempio, a differenza delle provincie di Salerno, Avellino e Benevento, registra più svantaggi che vantaggi in quasi tutti i contesti. A differenza dell’aspetto duale invertito nel Lazio che vede prevalere i vantaggi a Roma e gli svantaggi a Rieti, Latina e Frosinone (classe bassa Roma 4,9%, Latina 18,0; classe alta Roma 19,7; Latina 1,6). Ampie differenze anche in Sardegna e in Puglia, dove Cagliari e Bari presentano meno svantaggi e più vantaggi nel contesto regionale.
I settori, invece, in cui si registrano livelli più bassi di benessere sono Lavoro e conciliazione dei tempi di vita, Salute e Istruzione e formazione. Ma nelle regioni in cui questi aspetti sono invece favoriti, spesso Paesaggio e patrimonio culturale, Qualità dei servizi e Ambiente risultano tra i domini con maggiori svantaggi.
Da questa prima analisi è emersa un’evidente differenza di benessere all’interno delle ripartizioni e delle singole regioni. Il dualismo nord-sud vede Salute, Istruzione e formazione e Lavoro e conciliazione con i tempi di vita tra i domini con divisioni nette. Ma ci sono provincie del Centro-nord in cui Ambiente, Qualità dei servizi e Paesaggio e patrimonio culturale registrano dati inferiori a quelli osservati nello stesso Mezzogiorno.
A influenzare questi aspetti anche la collocazione geografica, la posizione e caratterizzazione urbana, rurale o meno, contro la dimensione metropolitana.
Focus sul Mezzogiorno
Il Mezzogiorno, con Calabria, Campania e Sicilia, si conferma tra le porzioni di territorio che anche a livello sub-regionale presentano delle criticità. Ma in tutti i settori è così? A dimostrare che in alcuni contesti il Mezzogiorno ha delle potenzialità superiori al Nord Italia sono gli stessi dati che hanno registrato una prevalenza di amministratori comunali con meno di 50 anni, una crescita del numero di donne nella pubblica amministrazione, una minor quota di popolazione esposta al rischio di alluvioni e frane, una minore produzione di rifiuti urbani e numeri più elevati di benessere negli ambiti delle assunzioni rispetto a Innovazione, ricerca e creatività e patrimonio culturale e museale.
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