La sfida della parità di genere nello sport italiano
- 08/03/2024
- Welfare
Lo sport italiano è un terreno di eccellenza dove le atlete hanno raggiunto straordinari successi, spesso grazie alle opportunità offerte dai Gruppi Sportivi Militari. Tuttavia, nonostante i trionfi sul campo, la parità di genere rimane un obiettivo lontano. Questo è il verdetto che emerge dall’analisi dei dati e delle pratiche attuali nel panorama sportivo nazionale.
Secondo Assist – Associazione Nazionale Atlete, il sistema “militarizzato” dei percorsi sportivi, sebbene garantisca stabilità economica, non favorisce una crescita equa e strutturale nel movimento sportivo. L’attenzione è ora focalizzata sull’urgente necessità di riformare questo sistema per garantire una partecipazione più equa e paritaria.
Guardando ai numeri, emerge chiaramente la disparità di genere nel mondo dello sport italiano: solo il 28% delle persone tesserate con le Federazioni Sportive Nazionali sono donne, e nessuna donna ha mai ricoperto la carica di Presidente del Coni in 100 anni di storia. Anche il numero di donne nei ruoli decisionali all’interno delle Federazioni è estremamente basso, con solo 2 su 48 Federazioni Sportive guidate da una donna. Inoltre, i dati relativi agli investimenti nelle discipline femminili sono ancora difficilmente reperibili, evidenziando una mancanza di trasparenza e impegno nell’equità di genere nello sport.
Protocollo PedAV
Tuttavia, sono stati compiuti alcuni passi avanti significativi, come la Riforma dello Sport che ha vietato le clausole anti-maternità nei contratti sportivi e l’adozione delle Linee Guida per contrastare la violenza sulle donne e sui minori nelle Federazioni. In questo contesto, Assist ha lanciato il Protocollo PedAV (Prevention and Education against Violence nello sport), un modello di assistenza e formazione per le società sportive di tutte le discipline e livelli interessate a conformarsi alla nuova normativa e a prevenire la violenza di genere.
Il Protocollo PedAV prevede la nomina di un ‘safeguard officer’ all’interno di ogni società sportiva, responsabile di intercettare e gestire eventuali problematiche legate alla violenza e discriminazione. Inoltre, si propone di formare adeguatamente le risorse umane coinvolte nel mondo dello sport, in collaborazione con esperte dei Centri antiviolenza di Differenza Donna, per garantire interventi efficaci e sensibili.
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