Razzismo, i calciatori potranno fare la ‘X’ con le braccia per far interrompere la partita
- 04/09/2024
- Popolazione
Una ‘X’ contro il razzismo: la FIFA, l’organo che regola il calcio a livello mondiale, ha introdotto una misura (finalmente) chiara contro un fenomeno ancora troppo diffuso negli stadi.
Dopo le tante denunce dei calciatori, arriva il “gesto standard globale”: ciascun giocatore potrà segnalare un caso di razzismo durante la partita incrociando le braccia all’altezza dei polsi a formare una ‘X’. A questo punto l’arbitro potrà mettere in pausa la partita facendo scattare il protocollo che consiste in tre fasi e può portare anche alla interruzione definitiva del match.
Saying no to racism ❌
Following its unanimous approval at the 74th FIFA Congress, a global crossed arms gesture to signal racist abuse will become part of football protocol when implemented at the upcoming #U20WWC.
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— FIFA (@FIFAcom) August 30, 2024
Il gesto sarà adottato in tutte le competizioni FIFA, inclusa la Coppa del Mondo per Club, e ha già fatto il suo esordio già nel Mondiale femminile Under 20, iniziato lo scorso weekend in Colombia. Proprio in queste ore, Vinicius, calciatore brasiliano del Real Madrid, ha nuovamente denunciato la presenza del razzismo in Spagna.
X contro il razzismo: come funziona il protocollo
“A seguito dell’approvazione unanime al 74° Congresso FIFA a Bangkok, Thailandia, il 17 maggio 2024, il gesto globale delle braccia incrociate per segnalare insulti razzisti diventa parte del protocollo calcistico in occasione della Coppa del Mondo femminile Under 20 FIFA Colombia 2024”, si legge nella nota FIFA diffusa il 30 agosto.
La stessa nota spiega come saranno articolate le tre fasi del protocollo ‘No Racism’, che parte dal simbolo della ‘X’ fatta da uno o più calciatori all’attenzione del direttore di gara. A questo punto, l’arbitro avvierà le tre fasi:
- La partita viene interrotta;
- se gli insulti continuano, la partita viene sospesa: i giocatori e gli ufficiali di gara lasciano il campo di gioco;
- se gli insulti razzisti continuano, la partita verrà interrotta definitivamente.
‘X’, un simbolo inequivocabile che raggiunge tutti
La scelta del simbolo ‘X’ è senz’altro funzionale a più obiettivi. In primis, consente al direttore di gara di ricevere immediatamente la segnalazione, evitando che il rumore degli spalti ostacoli la comunicazione. Per lo stesso motivo, il gesto arriverà in maniera netta a tutti: i protagonisti in campo, i tifosi sugli spalti e quelli a casa. Nessuno potrà evitare di vederlo.
La FIFA ha scelto questo gesto anche per un valore simbolico, oltre che per i motivi pratici appena visti. La ‘X’ fatta incrociando i polsi è universalmente riconosciuta come un gesto di rifiuto verso qualcosa, in questo caso gli episodi di razzismo.
Soddisfatto il presidente della FIFA Gianni Infantino: “La lotta al razzismo è qualcosa che dobbiamo fare tutti insieme. L’implementazione del gesto ‘No Racism’ alla Coppa del Mondo FIFA Under 20 femminile 2024 in Colombia è un primo passo fondamentale per dare potere alle giocatrici in tutto il mondo. Ora sancito nella procedura in tre fasi, non vediamo l’ora di vederlo implementato in tutto il mondo con il massimo effetto. Dobbiamo tutti collaborare con i governi e le autorità di polizia per far sì che coloro che minacciano di rovinare il nostro sport con il razzismo subiscano delle conseguenze. Ora stiamo prendendo misure risolute e inequivocabili”. Insomma, meglio tardi che mai.
Vinicius contro il razzismo in Spagna
Intanto, gli episodi di razzismo sugli spalti si sono moltiplicati negli ultimi anni. Molti ricordano le lacrime di Vinicius a marzo, durante la conferenza stampa alla vigilia dell’amichevole Spagna-Brasile. L’attaccante del Real Madrid è stato spesso vittima di insulti razzisti dal suo arrivo in Spagna, nel 2018.
“L’ho vissuto da molto tempo, ogni volta mi sento più triste e ogni volta avrei meno voglia di giocare”, aveva detto il calciatore brasiliano asciugandosi le lacrime.
Proprio per il suo impegno contro il razzismo, Vinicius è stato ancora più bersagliato: “Dalla prima volta che mi sono lamentato del razzismo in Spagna, la situazione ha continuato a peggiorare…”, aveva spiegato in quella circostanza chiedendo la “fine della sofferenza dei neri”.
A distanza di sei mesi, ‘Vini’ è tornato sulla questione, in vista dei Mondiali 2030: “Spero che la Spagna possa evolversi e capire quanto sia grave insultare qualcuno per il colore della sua pelle. Se le cose non dovessero evolversi, penso che (il mondiale, ndr.) dovrà cambiare sede. Le persone, la maggioranza, non sono razziste, anche se c’è un piccolo gruppo che incide sull’immagine di un Paese nel quale si vive molto bene”. Alla CNN, il brasiliano ha voluto ricordare l’episodio di razzismo subito lo scorso anno contro il Valencia: “Tutti mi dicevano di lasciare il campo, ma sei lì a difendere una squadra e sappiamo che non tutto lo stadio è razzista. Tanti di loro erano lì solo per guardare la partita”.
Con la ‘X’, la FIFA spera di aver trovato una misura efficace contro il razzismo, che usa il calcio come scusa mentre si insidia, viscido, nella società.
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