Vertice sulla demografia in Ungheria, Giorgia Meloni sarà tra i principali relatori
- 31/08/2023
- Popolazione
Il presidente del Consiglio italiano Giorgia Meloni sarà tra i principali relatori del prossimo vertice demografico che si terrà dal 14 al 16 settembre a Budapest. La capitale ungherese ospiterà per la quinta volta un summit sulla demografia, una delle più importanti conferenze internazionali nel Paese.
Il primo vertice demografico di Budapest si è tenuto nel 2015 ed è stato organizzato dal governo ungherese in collaborazione con il Fondo delle Nazioni Unite per la popolazione (Unfpa) e altre organizzazioni internazionali.
Il vertice demografico di Budapest è una conferenza globale incentrata su questioni legate alla demografia, alle tendenze demografiche e alle relative politiche, sempre più centrali nel dibattito degli Stati europei alle prese con un preoccupante inverno demografico.
La vicinanza tra il presidente del Consiglio italiano e il suo omologo ungherese Viktor Orbán è conosciuta: “un grande giorno per la destra europea” twittò il primo ministro ungherese dopo la vittoria di Fratelli d’Italia alle elezioni. Ancora più forte il rapporto con la presidente ungherese Katalin Novák che su Facebook ha evidenziato il ruolo centrale che avrà Giorgia Meloni nel vertice sulla demografia.
“Il rapporto di amicizia tra Novak e Meloni è noto, così come la centralità che il governo italiano attribuisce alle politiche demografiche”, ha dichiarato a EURACTIV Carlo Fidanza, capo delegazione di Fratelli d’Italia-Ecr al Parlamento europeo.
Novak e Meloni si sono incontrate qualche giorno fa a Roma dopo l’incontro di febbraio, sempre a Palazzo Chigi. Dopo quella occasione, il capo di stato ungherese twittò: “Appassionante discussione con Giorgia Meloni, il primo ministro italiano, sui fattori di spinta e attrazione dell’immigrazione”, “sia l’Ungheria sia l’Italia hanno una visione chiara: l’immigrazione clandestina non è un’opzione!“.
L’immigrazione tra umanità, clandestinità e opportunità
Nonostante le intenzioni, dall’insediamento del governo Meloni l’Italia sta registrando un record di sbarchi. Con 50.405 migranti irregolari arrivati al primo giugno scorso sui 68.571 approdati in tutta Europa, il Belpaese si è confermato il Paese europeo nel mirino dei trafficanti di esseri umani, come testimoniano anche i numeri del ministero dell’Interno, dai quali emerge un aumento del 111% di sbarchi sulle coste italiane nel 2023 rispetto allo stesso periodo dello scorso anno: 97.750 persone contro le 46.249 del 2022, anno che ha registrato in totale circa 105 mila immigrati.
Da questi numeri sono inoltre esclusi gli immigrati ritrovati sui confini terrestri italiani pari a 11.072, +44% rispetto all’anno scorso. Sorprendono soprattutto il +146% di rintracci al confine con la Svizzera (3.425 quest’anno, poco più di 1.400 nel 2022) e il +57% nel confine con la Slovenia (4.850 contro 3 mila circa).
Il ruolo centrale riconosciuto a Meloni dalla presidente ungherese riprende le intenzioni del presidente del Consiglio italiano. La leader di FdI vuole ritagliare per l’Italia un ruolo centrale nella gestione dei migranti, come ha spiegato durante la Conferenza internazionale su sviluppo e immigrazioni ospitato dalla sede della Farnesina lo scorso luglio.
In quella sede, gli esponenti del governo hanno inaugurato il cosiddetto “Processo di Roma” dove si sono poste le basi (teoriche) per un nuovo fondo internazionale per gli aiuti ai Paesi in difficoltà da dove emigrano sempre più persone. L’approccio ipotizzato da Giorgia Meloni per questo fondo si basa su una regola fondamentale: “Le Nazioni che ricevono i fondi devono essere anche quelle che decidono come spenderli”, come ha dichiarato lo stesso presidente del Consiglio al termine del vertice alla Farnesina.
Questo meccanismo sarebbe del tutto coerente con il principio di aiutare gli immigrati nelle loro terre di partenze anche se l’equilibrio tra umanità, clandestinità e opportunità appare molto delicato. “L’Italia e l’Europa hanno bisogno di immigrazione”, ha spiegato Meloni dopo la conferenza di luglio senza fare giri di parole.
L’approccio del governo ha preso più direzioni: qualche mese prima il presidente del Consiglio aveva sottolineato che la crisi demografica non può essere risolta (solo) con i migranti, ma la consapevolezza della crisi demografica italiana suggerisce di riconoscere gli immediati risultati dei flussi, rispetto a quelli, più lenti e incerti, delle politiche sulla famiglia.
Numeri alla mano, il contrasto all’immigrazione clandestina, obiettivo comune di Italia e Ungheria, finora non ha dato risultati concreti. Per questo, dal palazzo della Fernesina, Meloni ha proposto di rafforzare la collaborazione tra le forze di polizia agli oltre 20 rappresentanti di Stato presenti alla Conferenza internazionale su sviluppo e immigrazioni.
Il vertice di Budapest sulla demografia in programma tra due settimane darà nuove indicazioni sulla direzione scelta dal governo in materia di natalità e immigrazione, due tematiche da cui dipende il futuro demografico dell’Italia e dell’Europa.
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