“Velo sacco della spazzatura” e “islamizzazione della scuola”: la Lega presenta una risoluzione per “porre un argine alla deriva”
- 4 Luglio 2025
- Popolazione
“È un sacco della spazzatura, un simbolo dell’oppressione”. Così l’eurodeputata e vicesegretaria della Lega Silvia Sardone e il suo collega Rossano Sasso, capogruppo in commissione Scuola a Montecitorio, hanno definito il velo islamico presentando alla Camera una risoluzione contro “l’islamizzazione della scuola italiana”.
“Spesso viene citata la parola libertà, ma la libertà è una scelta libera e consapevole. Allora quando vedo delle bambine della scuola materna o delle elementari mi chiedo come possa essere una scelta libera e consapevole quella del velo islamico da parte di una bambina di 5 o 6 anni”, ha affermato Sardone, aggiungendo di volere che venga vietato anche in Italia, come recentemente fatto in Danimarca. “Perché io non credo che una donna libera, con la temperatura che abbiamo in questi giorni, abbia voglia di andare in giro con un sacco dell’immondizia addosso”.
Sasso ha concordato: “Il velo è simbolo di sottomissione. Prima ci hanno tolto il crocifisso, ora vogliono islamizzare le nostre scuole”.
Per il Carroccio è in corso un’islamizzazione della scuola
“Scuole chiuse per il ramadan, bambini portati in gita in moschea e invitati a inginocchiarsi davanti all’Imam, predicatori musulmani invitati in classe a leggere versetti del Corano molto violenti, recite e canti di Natale vietati per non infastidire le famiglie di fede musulmana, bambine col velo a scuola e insegnanti che improvvisano lezioni su come si indossa il velo alle bambine italiane. Tanti, troppi casi negli ultimi anni nelle nostre scuole di sottomissione all’islam spacciati per inclusione e rispetto”, ha argomentato il deputato leghista.
“L’islamizzazione non avviene da un giorno all’altro ma se non mettiamo dei paletti sarà un epilogo certo”, ha affermato a sua volta Sardone, sostenuta dal collega di partito: “Non stiamo gridando al vento un pericolo inesistente”.
Da qui la risoluzione del Carroccio, come ha spiegato il deputato: “Per la prima volta c’è una previsione normativa che vuole porre un argine a una deriva che ha poco di pedagogico“.
Cosa prevede la risoluzione della Lega
La risoluzione presentata dal partito di Matteo Salvini impegnerebbe il governo a “a intraprendere azioni” per “assicurare che tutte le attività (scolastiche, ndr) riguardanti temi sensibili quali possono essere la religione o la sessualità rispondano a criteri di oggettività e trasparenza”, ovvero non siano veicolo per quella che Sasso e Sardone definiscono appunto l’“islamizzazione delle scuole”.
Nello specifico, la proposta prevede che ogni progetto scolastico legato all’Islam – tra cui visite, incontri, gite – venga preventivamente autorizzato dalle famiglie degli studenti che vi prendono parte, in modo da “non diventare occasione per propagandare ideologie in contrasto con il nostro ordinamento”.
“Nessun rispetto per la sharia e per principi contrari al nostro ordinamento, alla nostra libertà, alla nostra cultura”, ha dichiarato ancora Sasso.
Non si tratta di allarmismo e né di islamofobia, ha specificato il leghista: “Noi vogliamo che la scuola sia un luogo dove bambini di tutte le religioni possano convivere pacificamente senza il predominio di uno sull’altro”.
Pluralismo religioso e scuola pubblica in Italia
Il sistema scolastico italiano si fonda su principi costituzionali di laicità, libertà religiosa e pari dignità culturale. A partire dall’articolo 3 della Costituzione che sancisce l’uguaglianza di tutti i cittadini senza distinzione di religione, e dall’articolo 33 che garantisce la libertà d’insegnamento, espressamente richiamata nella risoluzione leghista.
In concreto, in Italia è previsto l’insegnamento della religione cattolica su base facoltativa, mentre per chi non vi si avvale vengono attivate attività alternative comuni a studenti di altre fedi o di nessuna fede. In molte scuole italiane sono stati realizzati progetti didattici di conoscenza interreligiosa con visite guidate nei luoghi di culto – tra cui moschee, sinagoghe, tempietti buddisti – e incontri con rappresentanti religiosi diversi, con l’obiettivo di promuovere rispetto reciproco e cittadinanza attiva. A Roma, ad esempio, in dieci anni il ‘Tavolo Interreligioso’ ha coinvolto quasi 40mila studenti in 457 scuole, nell’ottica del pluralismo.
L’organizzazione di questo tipo di attività interculturali rientra dunque nei programmi scolastici di educazione civica, allo stesso modo dei progetti su ebraismo, cristianesimo o ateismo. Parlare di “islamizzazione” presuppone invece un intento di indottrinamento che, secondo i critici della posizione leghista, non sarebbe dimostrato.
E mentre la polemica prosegue, la risoluzione della Lega “dovrà ora essere incardinata in commissione”, ha spiegato Sasso specificando che “seguiranno delle audizioni proprio per garantire una presa di coscienza” sul tema.