Trasfusione sbagliata a Torino, perché è un errore fatale?
- 13/08/2024
- Popolazione
Aveva 71 anni Carla Raparelli quando, il 9 marzo 2023, veniva sottoposta a una trasfusione di sangue sbagliata presso la clinica Villa Maria Pia Hospital di Torino. Poco dopo, la donna morì.
A distanza di quasi un anno e mezzo, gli accertamenti della Procura hanno rivelato che quella sacca di sangue era destinata a un altro paziente, un uomo con un gruppo sanguigno non compatibile con quello della vittima.
Trasfusione sbagliata a Torino
La Procura ha chiuso l’indagine e chiesto il rinvio a giudizio per un medico e un infermiere, accusati di non aver rispettato le procedure di controllo previste per le trasfusioni. I due dovranno rispondere di omicidio colposo e falso ideologico per aver “omesso di procedere ai necessari controlli di identità, corrispondenza e compatibilità immunologica, confrontando i dati presenti sulla singola unità di enocomponenti, che erano intestati a un altro ricoverato, con quelli di Carla Raparelli, omettendo di identificarla a letto per verificare se il suo nominativo corrispondesse con quello sulla sacca trasfusionale”, scrive la pubblica accusa.
A notare la trasfusione sbagliata è stata un’anestesista che ha subito avvisato la direzione nonostante le pressioni dei colleghi per eliminare quell’errore dalla cartella clinica di Carla Raparelli. Ascoltata dalla procura, l’anestetista ha confermato i fatti sottolineando che un medico avrebbe cercato di convincerla a mettere tutto a tacere perché quella faccenda lo avrebbe “rovinato”.
Senza la sua testimonianza, la vera causa della morte non sarebbe saltata fuori: le conseguenze di una trasfusione sbagliata possono essere analoghe a tante altre situazioni. Non a caso, come spiega l’avvocato della famiglia della vittima: “In clinica ci hanno parlato di setticemia, evidentemente speravano di riuscire a mettere tutto a tacere”.
Trasfusione sbagliata sintomi
Ma quali sono i sintomi e le conseguenze di una trasfusione sbagliata?
Questo grave errore porta quasi sempre alla frammentazione e alla graduale disintegrazione dei globuli rossi del donatore all’interno dei vasi sanguigni del ricevente. In casi molto più rari (quando nel sangue di gruppo 0 ci sono alti titoli di anticorpi anti A o anti B), vengono distrutti i globuli rossi della persona trasfusa (ricevente).
Le conseguenze/sintomi di una trasfusione sbagliata sono:
- Cefalea;
- Dolori lombari;
- Forte nausea e vomito;
- Brividi e febbre.
La graduale disintegrazione dei globuli rossi del donatore all’interno dell’organismo ricevente comporterà la formazione di coaguli e, successivamente, lo svilupparsi di emorragie. Se questo fenomeno, chiamato emolisi, è abbondante, può portare all’insufficienza renale e anche al decesso.
Che cosa è una trasfusione sbagliata?
Una trasfusione sbagliata si verifica quando il sangue trasfuso non è compatibile con quello del ricevente o è destinato a un altro paziente. Questo può accadere per vari motivi, tra cui errori di identificazione, mancata verifica della compatibilità del gruppo sanguigno, o mancata comunicazione tra gli operatori. In ogni caso, si tratta di errori molto gravi.
Le conseguenze di una trasfusione sbagliata sono spesso collegate alla incompatibilità dei gruppi sanguigni, ma non basta. Infatti, anche se il sangue è compatibile dal punto di vista del gruppo sanguigno, ci sono comunque rischi se è destinato a un altro paziente. Questi rischi includono:
- Reazioni allergiche: il sangue può contenere allergeni che il ricevente non tollera;
- Infezioni: anche se raro, c’è il rischio di trasmissione di infezioni se il sangue non è stato adeguatamente testato;
- Reazioni immunologiche: il sangue può contenere anticorpi o altre sostanze che possono causare reazioni nel ricevente.
Cosa fare
In caso di trasfusione errata, il tempo è un fattore cruciale: quanto prima si interviene, maggiori sono le probabilità di evitare gravi complicazioni. È fondamentale interrompere immediatamente la trasfusione e avviare prontamente le terapie necessarie per ristabilire la situazione. Antistaminici e antinfiammatori possono limitare le reazioni allergiche, mentre le iniezioni di eparina sono essenziali per gestire l’emorragia causata dalla formazione di coaguli nei vasi sanguigni. Purtroppo, nel caso della donna morta a Torino, nessuno si è accorto in tempo della trasfusione sbagliata, che molti operatori hanno provato a “trasformare” in setticemia.
- Europa Giovane6
- Famiglia221
- Fertilità154
- Giovani247
- Mondo201
- Podcast5
- Popolazione480
- Talk | 13 dicembre 20239
- Talk | La 'cura' delle persone5
- Trend96
- Video27
- Welfare234