Totò Schillaci, perché alcuni tumori hanno più rischio recidiva
- 09/09/2024
- Popolazione
La salute di Totò Schillaci torna a preoccupare. Il bomber di Italia 90, l’eroe delle notti magiche, è ricoverato nel reparto di Pneumologia dell’ospedale Civico di Palermo in gravi condizioni per il ritorno dell’avversario più ostico da affrontare: il tumore al colon.
Puntuale, e squallida, è circolata la fake news della sua morte, smentita dai familiari sul profilo Instagram di Schillaci: “Viste le innumerevoli chiamate da parte di molte testate giornalistiche e viste le brutte notizie che circolano, informiamo che il nostro amato Totò è in condizioni stabili ed è controllato da un’équipe di medici notte e giorno. Forza Totò”.
Il tumore al colon di Totò Schillaci
Il nemico sembrava sconfitto, ma certi avversari sono duri a morire. Un anno fa Totò Schillaci e sua moglie Barbara Lombardo hanno partecipato a Pechino Express. Non proprio un’esperienza ‘rilassante’ per il fisico, ma gli era stato detto: “Sei guarito, riprenditi la vita”. In effetti, l’ex attaccante di Juventus e Palermo aveva subito due interventi al colon prima di vedere regredito il tumore. “Quella trasmissione è stata una rivincita sulla malattia e su quello che si era portata dietro: depressione e pensieri di morte”, raccontò al ritorno in Italia.
La stella di Italia 90 si trovava nella stessa clinica di Messina Denaro, La Maddalena di Palermo, quando, il 16 gennaio del 2023, il boss venne arrestato. “Erano le 8.15 del aspettavo la mia visita di controllo. Avevo appena finito la colazione al bar, in un attimo mi sono ritrovato circondato da persone incappucciate con le armi spianate. Ho pensato a un attentato. Poi i carabinieri si sono qualificati”, raccontò lui stesso. La battagli di Totò Schillaci contro il tumore al colon va avanti da anni, ma non è ancora finita.
Il rischio di recidiva
Il tumore al colon è tra i più comuni, con oltre 1,9 milioni di nuovi casi diagnosticati nel mondo ogni anno. Stabilire una percentuale precisa di rischio recidiva non è semplice, perché ci sono diverse varianti da considerare.
Secondo l’American Cancer Society, fino al 40% dei pazienti con tumore al colon avanzato può sviluppare una recidiva, spesso entro i primi tre anni dal trattamento. Le cellule tumorali che non vengono individuate durante la chirurgia o la chemioterapia possono restare dormienti nel corpo, per poi riattivarsi e formare nuovi tumori. Le recidive possono manifestarsi localmente o in altre parti del
Le recidive possono essere dovute alla resistenza delle cellule tumorali ai trattamenti o a mutazioni genetiche che rendono i tumori più aggressivi. Nel caso di Schillaci, la diagnosi precoce e il trattamento chirurgico sembravano aver sconfitto il tumore, ma come spesso accade con le neoplasie del colon, le cellule residue possono moltiplicarsi e dar vita a un nuovo processo tumorale.
Altri tumori con rischio elevato di recidiva
Oltre al tumore al colon, ci sono altre forme di cancro che presentano un elevato rischio di recidiva, spesso in forma più aggressiva rispetto alla diagnosi iniziale:
- Tumore alla mammella triplo negativo: una delle varianti più aggressive. Le donne affette da questa forma di carcinoma mammario hanno un rischio di recidiva del 30-50% entro i primi cinque anni dopo il trattamento, specialmente se il tumore era in stadio avanzato. Questo tipo di tumore non presenta recettori per estrogeni, progesterone o HER2, il che lo rende resistente a molti dei trattamenti farmacologici mirati. Inoltre, le recidive del tumore triplo negativo tendono a manifestarsi in organi distanti come i polmoni e il cervello, con un decorso spesso letale. Una nuova speranza, anche se ancora acerba, viene dall’Ai che sarebbe capace di rilevare il cancro al seno con cinque anni di anticipo;
- Carcinoma polmonare: anche il cancro ai polmoni, in particolare il carcinoma polmonare a piccole cellule, è noto per la sua capacità di tornare rapidamente dopo il trattamento. Le recidive si verificano spesso entro due anni dalla diagnosi, e il tasso di sopravvivenza a lungo termine è estremamente basso. Il motivo principale di questa aggressività risiede nella natura altamente metastatica di questo tipo di cancro, che può diffondersi velocemente ad altri organi come il fegato, le ossa e il cervello;
- Melanoma: il melanoma è un altro tumore con un rischio significativo di recidiva, soprattutto nelle sue fasi più avanzate. In Italia, è il terzo tumore più frequente al di sotto dei 50 anni tra uomo e donna. Una percentuale molto variante che va dal 15% al 35% sviluppa una recidiva di questa malattia, dei pazienti con melanoma avanzato può sperimentare una recidiva entro cinque anni dal trattamento. Le recidive del melanoma tendono ad essere particolarmente insidiose, anche se negli ultimi anni ci sono stati progressi nel contrasto di questo tumore.
Perché alcuni tumori tornano in forma aggressiva?
Le recidive tumorali sono il risultato della capacità di alcune cellule di sopravvivere ai trattamenti e di mutare nel tempo. Le cellule residue che non vengono eliminate possono sviluppare una resistenza alla chemioterapia o alla radioterapia, rendendo i trattamenti futuri meno efficaci. Inoltre, le mutazioni genetiche possono rendere le cellule tumorali più aggressive e difficili da trattare.
Le terapie tradizionali, come la chemioterapia, spesso non riescono a eliminare completamente le cellule tumorali dormienti, che possono risvegliarsi e causare la recidiva della malattia. Le nuove ricerche si concentrano sulla comprensione di questi meccanismi per sviluppare terapie più efficaci. In alcuni casi, il trattamento della recidiva può essere particolarmente efficace perché il nuovo decorso tumorale viene bloccato sul nascere.
I progressi scientifici contro le recidive
La ricerca scientifica sta studiando delle modalità per individuare i tumori velocemente, magari con delle analisi del sangue. Questo è l’obiettivo di tanti ricercatori, ultimi in ordine cronologico quelli dell’Università di Stanford, in California, che ha pubblicato uno studio innovativo su come individuare i tumori attraverso l’analisi delle proteine nel sangue.
I tumori sono in costante aumento soprattutto nella fascia più giovane della popolazione mondiale e questo studio rappresenta un significativo passo avanti nella diagnosi precoce del cancro e ha il potenziale di rivoluzionare le pratiche mediche attuali.
Negli ultimi anni, la ricerca oncologica ha fatto significativi progressi nella lotta contro le recidive tumorali.
Tra i più promettenti sviluppi c’è l’immunoterapia, una terapia che sfrutta il sistema immunitario del paziente per attaccare le cellule tumorali. A differenza della chemioterapia, che colpisce tutte le cellule in rapida crescita (inclusi i tessuti sani), l’immunoterapia è più mirata e può essere efficace contro le cellule tumorali residue che causano le recidive. Uno studio pubblicato su Nature ha dimostrato che l’immunoterapia può ridurre il rischio di recidiva in alcuni tipi di tumore, come il melanoma e il cancro ai polmoni.
Un altro approccio innovativo è la terapia mirata, che prende di mira specifiche mutazioni genetiche responsabili della crescita tumorale. Ad esempio, farmaci come il trastuzumab (Herceptin) hanno rivoluzionato il trattamento del cancro al seno HER2-positivo, riducendo significativamente il rischio di recidiva. Le terapie mirate stanno mostrando risultati promettenti anche nel trattamento di tumori con mutazioni difficili da trattare, come il carcinoma polmonare.
Infine, la ricerca sul “microambiente tumorale” ha rivelato che le cellule tumorali non operano in isolamento. Esse interagiscono con le cellule circostanti, come i fibroblasti e le cellule immunitarie, che possono promuovere la crescita e la recidiva del tumore. Intervenire su queste interazioni è diventato un nuovo fronte nella lotta contro le recidive.
Il tumore al colon che ha colpito Totò Schillaci, però, resta però uno dei più difficili da trattare.
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