Cos’è il testamento solidale: sempre più italiani lo scelgono
- 15/04/2025
- Popolazione
Se domani sparissimo dalla faccia della Terra, cosa vorremmo lasciare in eredità? Una casa al lago? Una collezione di francobolli? Forse. Ma, a quanto pare, tra le priorità degli italiani non ci sono solo beni materiali. Sempre più persone vogliono lasciare qualcosa che continui a fare del bene anche quando loro non ci saranno più. E no, non è solo una nobile intenzione. È un fatto: si chiama testamento solidale, e oltre 6,3 milioni di italiani over 50 lo stanno prendendo seriamente in considerazione. Un quarto di loro, per l’esattezza. A rivelarlo è la recente ricerca di AstraRicerche per il comitato Testamento Solidale, intitolata “La prima cosa bella”.
I dati non mentono: per gli italiani, vivere in eterno oggi significa fare qualcosa di buono per gli altri, anche dopo la morte. Un modo concreto per prolungare l’effetto del proprio altruismo. Un fenomeno in crescita, tanto da spingere il comitato a lanciare una nuova campagna nazionale dal titolo emblematico: “Lascia che le cose belle continuino per sempre”. Perché in fondo, che senso ha accumulare, se poi non possiamo restituire qualcosa al mondo?
Cos’è e come si fa un testamento solidale
Chiariamo subito un punto: fare un testamento non è un atto complicato. Spesso si pensa che servano avvocati, notai, trafile burocratiche infinite. In realtà, ci sono diverse forme di testamento, e la più semplice è il testamento olografo, cioè scritto di proprio pugno, datato e firmato. Tutto qui. In quel documento, basta indicare con precisione a chi si desidera destinare una parte dei propri beni – e tra questi beneficiari può esserci anche una ONG o un’associazione.
Per chi preferisce sicurezza giuridica e consulenza, si può sempre ricorrere al notaio, magari con l’aiuto dell’associazione beneficiaria, che può assistere nel redigere il testo corretto. Ma la cosa importante è che non serve essere ricchi, potenti o esperti di diritto. Serve solo un’intenzione chiara e un gesto consapevole.
E per chi teme che fare un testamento voglia dire escludere figli o familiari? Niente paura. La legge italiana tutela gli eredi legittimi con la “quota di legittima”, ma la parte restante può essere gestita in piena libertà. Senza togliere nulla a chi amiamo, possiamo dare qualcosa anche a chi non conosciamo, ma che ha davvero bisogno di noi.
Non solo parole
Fino a pochi anni fa, parlare di testamento significava toccare un tabù. “Meglio non pensarci”, si diceva. Oggi le cose stanno cambiando. E cambiano velocemente. Sempre più persone si pongono la domanda: “Posso lasciare qualcosa che faccia bene anche a chi non conosco?”. La risposta è sì, e si chiama lascito solidale.
Il meccanismo è semplice: nel proprio testamento si può decidere di destinare una parte dei propri beni – anche una quota piccola – a un’associazione o una causa benefica. Non servono patrimoni milionari, basta un gesto. Un conto corrente, una polizza assicurativa, un immobile, persino un oggetto di valore affettivo: tutto può diventare un gesto di solidarietà concreta. E sempre più italiani lo stanno facendo.
Oltre 500.000 persone in Italia hanno già inserito un lascito solidale nel proprio testamento. La cifra può sembrare piccola in percentuale, ma è enorme in termini di impatto. Perché quei soldi, quei beni, stanno già finanziando ospedali pediatrici, progetti educativi nei Paesi in via di sviluppo, centri per la disabilità, attività di ricerca scientifica e tutela ambientale.
Questo gesto arriva spesso dalla generazione over 50, che sta dimostrando una sorprendente apertura mentale. “Quasi un over 50 su 4 ha un orientamento positivo verso il lascito solidale” – spiega Rossano Bartoli, portavoce del comitato Testamento Solidale e presidente della Lega del Filo d’Oro – “parliamo di 6,3 milioni di italiani potenzialmente coinvolgibili”. La campagna in corso vuole proprio informare e sensibilizzare queste persone, aiutandole a capire che fare testamento non significa prepararsi alla fine, ma dare un nuovo inizio a qualcosa di buono.
Cosa vogliamo lasciare ai nostri figli, ai nostri nipoti, alle generazioni che verranno? Nella società dell’effimero, dove tutto scorre veloce, questa domanda suona quasi fuori moda. Eppure, per gli italiani intervistati da AstraRicerche, la risposta è chiara: pace nel mondo (51,8%) e pari opportunità per tutti (54,5%). Non oggetti, ma valori. Non eredità materiali, ma eredità morali.
Questa consapevolezza si traduce, sempre più spesso, in scelte concrete. Come il testamento solidale, appunto. Una forma di responsabilità civile che nasce dal desiderio di non lasciare il mondo peggiore di come lo si è trovato. E che oggi può trasformarsi in scuole per bambini rifugiati, in cure per chi non se le può permettere, in borse di studio, in alberi piantati dove c’era il deserto.
A rendere tutto più accessibile è la rete di organizzazioni aderenti al comitato Testamento Solidale, tra cui figurano enti come Emergency, Medici Senza Frontiere, Save the Children, AIRC, WWF, Lega del Filo d’Oro e molti altri. Queste associazioni offrono consulenze gratuite per chi vuole informarsi senza impegno su come fare un lascito. E non serve cambiare completamente la propria vita: anche il 5% di un’eredità può avere un impatto enorme.