Cos’è la tessera a punti per incentivare stili di vita sani, il parere del governatore del Lazio
- 22/03/2024
- Popolazione
Più conduci uno stile di vita sano, più punti guadagni, più premi ottieni. Proprio come una tessera fedeltà, solo che in questo caso si parla di salute, nello specifico di prevenzione. L’idea è stata proposta qualche giorno fa dall’assessore al Welfare della Regione Lombardia, Guido Bertolaso, che vorrebbe in questo modo promuovere gli screening oncologici, troppo sottovalutati dagli italiani. L’assessore ha fatto riferimento anche genericamente a ‘stili di vita sani’, ma non è entrato nel dettaglio dato che tutta l’iniziativa, a quanto sembra, è ancora allo stato embrionale.
Ma in pratica cosa ci si guadagna da questa tessera a punti? Oltre alla salute, incentivi e vantaggi come ad esempio ingressi nei centri termali o a skipass gratuiti, o la partecipazione ad eventi.
L’idea ha generato proteste e polemiche, e se ne è parlato anche durante il convegno organizzato a Roma da Adnkronos, ‘Salute e Sanità, una sfida condivisa’, che ha analizzato le eccellenze e le criticità del sistema salute italiano mettendo sempre al centro il paziente.
Il parere del governatore della Regione Lazio
A chi gli chiedeva cosa ne pensasse della tessera a punti, il governatore della Regione Lazio Francesco Rocca ha offerto alcuni elementi di riflessione. Dopo aver definito Bertolaso ‘un innovatore’ per il quale ha una grande ammirazione, fondamentalmente si è detto contrario: “Io amo sinceramente e profondamente l’universalità del servizio sanitario che guarda la dignità di ogni persona, che non giudica nel momento in cui entri nell’ospedale, che si prende cura di chiunque, quindi non giudica lo stile di vita di nessuno”.
Il governatore ha lanciato dunque una sua proposta: “Un sistema che lavori magari sui codici bianchi che a volte investono i pronto soccorso. Il sogno sarebbe studiare un sistema a metà tra ticket e sanzioni per i medici che non seguono adeguatamente i loro pazienti. Premesso che ho grande rispetto per i medici della medicina territoriale che fanno un grande lavoro, bisogna prendere anche atto dei numeri”.
Per Bertolaso è un meccanismo dove ci guadagnano tutti
Molte comunque in questi giorni le critiche all’idea di Bertolaso, non ultima quella di Pierfrancesco Majorino che l’ha definita “surreale”. L’assessore lombardo tuttavia ha risposto chiarendo che la tessera a punti non è un obbligo ma un incentivo a prendersi maggiormente cura della propria salute attraverso esami, screening e prelievi (non si parla di vaccinazioni).
Si tratterebbe insomma di un meccanismo win-win, ovvero da una parte il cittadino potrebbe ricevere diagnosi precoci ed evitare le malattie o almeno gestirle meglio, e dall’altra i costi del Sistema sanitario diminuirebbero (il che, peraltro, è un risparmio per il cittadino stesso).
Non solo, ma, ha spiegato Bertolaso, la prevenzione consentirebbe non solo di vivere più a lungo ma soprattutto in modo più sano, cosa che attualmente non avviene. L’Italia infatti ha praticamente il record mondiale di longevità, ma si tratta spessissimo di anni passati con gravi malattie, invalidità e limitazioni. Insomma, in cattiva salute.
Con tutti i problemi che ne conseguono sia a livello personale e familiare che a carico delle strutture sanitarie e assistenziali e della spesa sanitaria pubblica. Una questione che non si può certamente ignorare, guardando al progressivo invecchiamento della popolazione italiana, che significa dover gestire sempre più persone con patologie e problemi di salute – spesso cronici – , e dunque avere più spese.
Rocca: “Spesso chi ha stili di vista scorretti sono le fasce più deboli”
L’idea di Bertolaso può inserirsi in una tendenza degli ultimi anni, quella del ‘nudging’, ovvero quella ‘spinta gentile’ verso stili di vita e in generale decisioni migliori, di cui beneficiano la persona stessa e la società nel suo insieme. Il tutto, almeno in teoria, salvaguardando la libertà di scelta dell’individuo. Sicurezza stradale, tasse, rifiuti, salute: ogni aspetto può essere oggetto di nudging. Ma occorre tenere sempre a mente un altro punto sottolineato da Rocca durante il convegno romano: se “va senza dubbio trovato un modo per incentivare stili di vita corretti”, allo stesso tempo non va dimenticato che molto spesso chi ha stili di vita non esattamente sani sono “le fasce deboli della popolazione, che hanno meno strumenti culturali e di orientamento sociale”.
Insomma, la tessera a punti non deve diventare un nuovo mezzo di discriminazione sociale.
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