Spid, da luglio 2025 diventerà a pagamento: ecco quanto costerà
- 6 Giugno 2025
- Popolazione
Avete lo Spid di InfoCert? Preparate il portafoglio se volete continuare a usarlo. Dal 28 luglio, infatti, chi certifica la propria identità digitale tramite questo provider, uno dei principali in Italia, dovrà pagare. Dopo 10 anni, e seguendo la scia di Aruba che pochi mesi fa ha già preso questa decisione, InfoCert ha fatto sapere con una mail ai propri clienti che il servizio per lo Spid non sarà più gratuito.
Chi dovrà pagare per lo Spid
La novità dunque riguarderà tutti coloro che hanno scelto come fornitore InfoCert. La cifra non è alta, 5,98 euro Iva inclusa all’anno, ma a volte è il principio quello che conta. Lo Spid è ormai indispensabile per tutta una serie di servizi collegati alla Pubblica Amministrazione ed essere costretti a pagarlo, anche se poco, provocherà qualche malumore. Anche perché gli altri gestori, che attualmente sono gratuiti, potrebbero allinearsi ad Aruba e InfoCert, arrivando così a una situazione in cui occorrerà pagare per un servizio ormai essenziale.
Ma intanto cosa deve fare chi è cliente InfoCert?
Come funziona per chi usa già il servizio InfoCert
Chi già utilizza InfoCert per provare la propria identità digitale riceverà una comunicazione per esprimere il consenso al rinnovo con pagamento. Se si dà il consenso, si continuerà come sempre (a parte il pagamento). Se non si dà il consenso, non si potrà più usare il servizio. In questo caso occorrerà dunque migrare verso un altro provider Spid ancora gratuito. Il passaggio non ha costi, ma richiede il recesso dal servizio InfoCert e il completamento della procedura di identificazione con il nuovo gestore.
Se si intende recedere dal servizio InfoCert occorre inviare una PEC all’indirizzo revoca.spid@legalmail.it oppure una raccomandata a/r all’indirizzo InfoCert S.p.A., – Direzione Generale e Amministrativa – Piazzale Flaminio 1/B 00196 Roma.
Al momento solo Aruba, e InfoCert da luglio, sono a pagamento, per cui c’è ampia scelta, anche se fra i provider la parte del leone la fanno Poste Italiane: col suo Poste ID gestisce più del 70% dei circa 40 milioni di identità digitali attive in Italia.
Spid a pagamento per tutti? Il nodo con il governo
L’introduzione del pagamento da parte di InfoCert e Aruba ha riacceso il dibattito sul futuro dell’identità digitale in Italia. Il sistema Spid, pur centrale per l’accesso ai servizi della Pubblica Amministrazione, si basa su una convenzione tra lo Stato e i gestori privati, come InfoCert, Aruba e Poste Italiane (ma ce ne sono molti altri). Queste convenzioni, scadute nel 2022, sono state rinnovate temporaneamente nel 2023 e scadranno nuovamente a ottobre 2025.
Nel frattempo, i provider hanno chiesto al governo un sostegno economico per coprire i costi di gestione e manutenzione del sistema. L’esecutivo ha risposto con uno stanziamento di 40 milioni di euro nell’ambito del PNRR, ma il decreto attuativo per sbloccare i fondi è stato approvato solo nel marzo scorso, praticamente con due anni di ritardo, con ripercussioni a carico dei gestori. E c’è anche un’altra questione.
Spid o Cie? Il doppio binario dell’identità digitale
Il sottosegretario con delega all’Innovazione Alessio Butti intende rinnovare il sistema Spid per almeno altri due anni, al fine di rispettare l’obiettivo europeo del 70% di cittadini dotati di identità digitale entro giugno 2026, previsto dal PNRR. Allo stesso tempo, però, il governo spinge sempre di più verso una soluzione alternativa: la Carta d’identità elettronica (CIE).
La CIE – emessa dal Ministero dell’Interno e realizzata dal Poligrafico dello Stato – è gestita direttamente dallo Stato e presenta alcune caratteristiche:
• costo unico e fisso per tutti
• codici PIN e PUK per l’accesso ai servizi digitali
• possibilità di utilizzo anche senza lettore NFC.
La strategia dell’esecutivo quindi va in un’altra direzione, quella del rafforzamento della CIE come identità digitale di riferimento, affiancata dalla futura realizzazione di un IT Wallet nazionale, rendendo il futuro dello Spid incerto.