Regione Puglia, sì al social freezing: “3mila euro per le donne tra 27 e 37 anni”
- 12 Giugno 2025
- Popolazione
Il tempo biologico non sempre coincide con il tempo sociale. È su questo concetto che si basa la misura adottata da Regione Puglia nell’ambito del supporto alle scelte riproduttive femminili.
Negli scorsi giorni, nella Sala A del plesso Assessorati della Regione Puglia, a Bari, si è concretizzata una misura proveniente del dipartimento Welfare, frutto dell’emendamento proposto in bilancio dal consigliere regionale Stefano Lacatena, che guarda alla genitorialità “come diritto da tutelare, non come traguardo da rincorrere”.
La Regione ha così stanziato 900mila euro per il triennio 2025–2027 per il social freezing e “riconosce la libertà riproduttiva femminile e affronta con coraggio un tema ancora poco esplorato dalle politiche pubbliche: il tempo biologico non sempre coincide con il tempo sociale. E oggi, per molte donne, la possibilità di scegliere quando diventare madri è ancora un lusso, spesso negato da condizioni economiche, precarietà lavorativa e stereotipi culturali”, si legge nella nota.
Contributo da 3mila euro in Puglia: a chi spetta?
La Regione Puglia è la prima in Italia ad aver introdotto una misura di questo tipo. Lo scopo è quello di supportare l’autodeterminazione nelle scelte riproduttive personali. A chi è rivolto? L’Avviso, adottato in attuazione dell’art. 40 della Legge Regionale n. 42/2024, prevede:
- un contributo massimo di 3.000 euro una tantum
- rivolto a donne di età compresa tra i 27 e i 37 anni
- residenti in Puglia da almeno 12 mesi
- con Isee pari o inferiore a 30.000 euro.
La misura copre le spese mediche strettamente legate alla crioconservazione degli ovociti, nei centri di Procreazione medicalmente assistita pubblici o privati autorizzati.
“Il nostro obiettivo è semplice ma rivoluzionario: rimettere al centro la libertà di scelta delle donne, offrendo strumenti concreti per programmare con consapevolezza il proprio progetto di vita”, ha dichiarato Ruggiero Mennea, consigliere delegato al Welfare della Regione Puglia. “Abbiamo voluto rendere accessibile una tecnica ancora percepita come elitista. Non possiamo più accettare che la maternità sia un privilegio o una corsa contro il tempo. Con questo contributo, riconosciamo il valore sociale della fertilità e contrastiamo attivamente il calo demografico, senza retorica e senza imposizioni”.
“Quando ho proposto questo emendamento al bilancio della Regione – ha affermato il consigliere regionale Stefano Lacatena – l’ho fatto a seguito di un’esperienza che mi ha molto colpito, parlando con una donna di 40 anni, sposata da poco, che non riusciva ad avere figli. Una grandissima sofferenza, che riguarda sempre più donne e coppie: l’età in cui oggi si pensa a un figlio è più avanzata a causa delle condizioni socio-economiche e questo determina il crollo delle nascite, che mina il futuro di tutti noi. Le “culle vuote” sono un fenomeno sociale al quale abbiamo provato a dare una risposta concreta che guarda a chi pianifica più tardi l’arrivo di un bambino. Parlando con donne che sognavano la maternità, in molte mi hanno rappresentato la volontà di effettuare la crioconservazione, ma allo stesso tempo non hanno nascosto la frustrazione e il dolore di non poter percorrere questa strada per ragioni economiche. Mi auguro che questo intervento possa dare prova della capacità della politica di essere vicina alle persone e di mettere in campo misure strutturali di ampio respiro. E mi auguro, ovviamente, – ha concluso Lacatena – che sia foriera di felicità per chi anela a vivere una delle esperienze più straordinarie come la genitorialità”.
“Sostenere il Social Freezing significa – ha spiegato Valentina Romano, direttrice del Dipartimento Welfare della Regione Puglia – riconoscere che oggi la fertilità ha una dimensione sociale e che lo Stato ha il dovere di accompagnare le donne nelle loro scelte, senza giudizi e senza condizionamenti. Abbiamo costruito una misura chiara, accessibile, trasparente, che parla alle esigenze concrete delle giovani donne pugliesi, coordinando le iniziative delle singole Asl regionali”.
Social freezing, tra limiti e costi
Il social freezing, tecnicamente ‘crioconservazione degli ovociti’, è una procedura di fecondazione assistita che consente alle donne di congelare i propri ovuli per preservare la loro fertilità e posticipare il momento in cui desiderano affrontare una gravidanza: non ha un limite di età specifico imposto dalla legge, ma è consigliabile prima dei 35 anni. Questo viene fatto per motivi personali, professionali o medici, consentendo alle donne di mantenere la qualità degli ovuli tipica della giovane età, anche in età più avanzata.
Generalmente, tale pratica si stima abbia un costo complessivo che può variare dai circa 1.500 ai quasi 4.000 euro per la procedura, comprensiva di stimolazione ovarica, prelievo degli ovociti, congelamento e primo anno di conservazione. A questo costo vanno aggiunti i costi annuali per il mantenimento degli ovociti in criobanca, che possono variare da 200 a 305 euro all’anno.