Social e disturbi alimentari: il pericoloso legame con gli influencer di fitness e nutrizione
- 15/03/2025
- Popolazione
Filtri, pose studiate, corpi scolpiti: il mondo degli influencer sui social è una vetrina di perfezione costruita con cura. Ma queste immagini patinate hanno un effetto collaterale pericoloso: una crescente insoddisfazione corporea tra le donne. Oltre ai coetanei e ai genitori, infatti, i social media sono oggi uno dei principali fattori che influenzano la percezione di sé, e il loro impatto continua a crescere. A differenza dei media tradizionali, offrono un’interattività costante e un flusso ininterrotto di contenuti, favorendo la diffusione di standard estetici idealizzati e spesso irraggiungibili. Così, tra immagini ritoccate e vite ostentate, il confronto diventa inevitabile, alimentando insicurezze e comportamenti alimentari disordinati.
Un recente studio realizzato dall’Università di Firenze, dal titolo ‘The Impact of Following Instagram Influencers on Women’s Body Dissatisfaction and Eating Disorder Symptoms‘, ha analizzato proprio il legame tra il seguire influencer di nutrizione, fitness o intrattenimento e la presenza di sintomi di disturbi alimentari (DE) e di insoddisfazione corporea tra le utenti di Instagram. Nello specifico, sono state reclutate tre influencer italiane – una per categoria – tramite le quali è stato somministrato un sondaggio a un campione di 5060 donne tra i 18 e i 65 anni.
Quello che è emerso non è forse sorprendente, visti gli allarmi che da tempo si moltiplicano da parte degli esperti: seguire gli influencer nutrizionali e di fitness su Instagram ha un impatto negativo sulla valutazione dell’immagine corporea e sui comportamenti alimentari delle donne.
In particolare, l’impatto maggiore lo hanno gli e le influencer nutrizionali: le loro follower hanno riportato punteggi significativamente più alti sui sintomi dei DE rispetto alle donne che hanno seguito gli account fitness e di intrattenimento.
L’impatto degli influencer sull’immagine corporea
Gli influencer rappresentano ormai una nuova forma di celebrità. Grazie al loro coinvolgimento diretto con il pubblico, con il quale interagiscono abitualmente, i follower hanno l’impressione di conoscerli bene e di sentirli vicini. Di conseguenza, percepiscono le opinioni e i consigli dei loro beniamini come affidabili e autorevoli, e modellano abitudini e convinzioni di conseguenza.
Lo studio ha dimostrato che:
• i contenuti di thinspiration (immagini di corpi magri o molto magri) e di fitspiration (immagini di corpi tonici e scolpiti legati al fitness) sono particolarmente dannosi per l’immagine corporea femminile.
• l’esposizione a immagini idealizzate aumenta l’insoddisfazione corporea e il rischio di sviluppare disturbi alimentari
• gli influencer che promuovono questi standard estetici spesso legittimano comportamenti dannosi, come diete estreme e allenamenti eccessivi.
Gli esperti riconoscono che i social media possono essere anche un mezzo per diffondere informazioni sulla salute e il benessere attraverso l’opera di professionisti, ma allo stesso tempo sono preoccupati per la qualità e l’affidabilità dei consigli forniti da parte soprattutto di influencer senza titolo. Lo studio ha evidenziato che quasi due terzi dei 100 influencer fitness più seguiti promuovono modelli corporei irrealistici, contribuendo all’insoddisfazione delle follower e all’adozione di diete restrittive. Inoltre, molti influencer nel settore della salute e della nutrizione non hanno qualifiche adeguate e diffondono messaggi fuorvianti, irrealistici e potenzialmente dannosi: diete malsane, uso di sostanze, diagnosi imprecise e consigli terapeutici errati.
Chi è più a rischio?
I dati hanno rivelato che nel complesso essere più giovani, avere un indice di massa corporea (BMI) più elevato, seguire account di nutrizione e fitness (rispetto agli account di intrattenimento) e trascorrere più tempo sui social è maggiormente correlato ai sintomi della DE. Per quanto riguarda l’insoddisfazione corporea, è risultata più a rischio chi aveva un BMI più alto ed era più anziana. Nel dettaglio:
• le follower degli influencer nutrizionisti sono quelle con il più alto rischio di sviluppare disturbi alimentari e insoddisfazione corporea. Questo risultato potrebbe essere parzialmente spiegato dal fatto che queste follower sono più esposte a contenuti su dieta e perdita di peso, che potrebbero essere particolarmente dannosi per chi abbia vulnerabilità specifiche (ad esempio, elencano gli esperti, interiorizzazione di ideali di bellezza magri, confronto basato sull’aspetto e auto-oggettivazione).
• le follower degli influencer fitness mostrano livelli elevati di preoccupazione per la dieta e il peso, un dato in parte spiegabile con l’esposizione a messaggi fitspiration, che spesso diffondono corpi irrealistici e comportamenti problematici come l’esercizio fisico estremo, il conteggio delle calorie, il digiuno e il consumo di integratori alimentari senza supervisione medica
• le follower degli influencer di intrattenimento hanno riportato il minor impatto negativo sull’immagine corporea
• un altro fattore critico è il tempo trascorso sui social media: più ore al giorno vengono dedicate a contenuti di nutrizione e fitness, maggiore è il rischio di sviluppare problemi legati all’alimentazione
• la visualizzazione di contenuti nutrizionali e di ispirazione fitness sui social potrebbe essere dannosa anche per le donne adulte.
Lo studio nota anche che questi risultati potrebbero dipendere dalle caratteristiche più frequenti delle utenti che seguono queste tipologie di argomenti: infatti, chi ha una vulnerabilità esistente all’insoddisfazione corporea e ai sintomi DE potrebbe essere maggiormente interessata a contenuti che promuovono aspetti legati alla perdita di peso.
Come proteggersi dall’influenza negativa dei social?
Poiché la diffusione degli influencer professionisti della salute è un fenomeno recente, gli autori dello studio evidenziano la necessità di una maggiore regolamentazione della comunicazione online su questi temi, che non dovrebbe seguire solo il marketing ma anche la promozione del benessere (un benessere realistico). Anche l’utente può mettere in campo alcune strategie, che partono tutte da una maggiore coscienza di come agiscono i social sulla salute mentale:
• essere consapevoli della manipolazione delle immagini: i filtri e l’editing digitale creano standard di bellezza irrealistici
• seguire influencer qualificati, dunque esperti certificati in nutrizione e fitness
• limitare il tempo sui social media, e di conseguenza l’esposizione a contenuti che favoriscono il confronto sociale
• spostare l’attenzione dalla forma fisica alla funzionalità: promuovere ciò che il corpo può fare, piuttosto che l’estetica
• chiedere supporto professionale: in caso di disagio, rivolgersi a specialisti della salute mentale e nutrizionale.
Non si tratta di smettere di seguire influencer (magari qualcuno sì), ma di imparare a distinguere tra ispirazione e pressione, e tra chi è onesto ed esperto e chi si improvvisa guru senza scrupoli. Anche da parte degli influencer, poi, dovrebbe esserci maggiore consapevolezza dei danni che possono creare diffondendo contenuti errati o ideali irraggiungibili, il tutto senza appigli scientifici. L’Academy of Nutrition and Dietetics, cita lo studio, fornisce una guida sulle migliori pratiche per i professionisti della dietetica sui social media. Tra questi, la regola 80/20 prescrive che l’80% dei contenuti dei social dovrebbe portare benefici al pubblico e il 20% dovrebbe essere autopromozionale.