Alla Statale di Milano arriva la prima rettrice donna: “Ci sono voluti 100 anni”
- 19/04/2024
- Popolazione
“Ci sono voluti cento anni, ma ce l’abbiamo fatta. Penso alle studentesse, alle colleghe, alle ricercatrici, alle donne del personale che in questi anni hanno preparato la strada con impegno e passione, perché oggi anche la Statale sia in grado di riconoscere il contributo delle donne nell’organizzazione del nostro Ateneo”. Queste le parole di Marina Brambilla, prima rettrice donna dell’Università Statale di Milano, subito dopo la vittoria delle elezioni. La docente di linguista tedesca e prorettrice ai servizi per gli studenti ha conquistato la maggioranza con 1651 voti ottenuti, superando il competitor Luca Solari (644 preferenze).
Tra i suoi obiettivi, in particolare quello di estendere la fascia di non contribuzione per garantire il diritto allo studio per gli studenti con minori possibilità economiche, sostenere le fasce medie delle famiglie con una tassazione più equa e più progressiva e aumentare le residenze universitarie per favorire l’accesso a un numero maggiore di studenti per aiutare il Paese, tra gli ultimi in Europa per numero di laureati. L’elezione di ieri 18 aprile arriva al terzo turno di voto, dopo il ritiro della candidatura di Gian Luigi Gatta, lo scorso 9 aprile e la conseguente soppressione del secondo turno.
Chi è Marina Brambilla?
Nata e cresciuta a Milano, la nuova rettrice ha iniziato a lavorare per la Statale vent’anni fa. Laureata in Lingua e Letterature Straniere alla Iulm, vanta un dottorato di ricerca di Lingua e Letteratura tedesca all’Università di Pavia. In servizio dal 2003, come docente di Linguistica tedesca, ha svolto anche la carica di Prorettrice delegata alla Programmazione e all’Organizzazione dei Servizi per gli Studenti, dal 2008. È Presidente del Centro Linguistico di Ateneo, SLAM e responsabile di numerose iniziative che con Regione Lombardia, Comune di Milano, Ufficio Scolastico e Ministeri. Infine, è project leader dello Spoke 1 “Rigenerazione urbana” dell’ecosistema dell’innovazione MUSA (PNRR), che coordina con un progetto che guarda alle evoluzioni urbane, come MIND e Città Studi. Al suo curriculum vitae, da ieri può aggiungere la carica di Rettrice, dopo 100 anni di storia al maschile.
I complimenti alla Rettrice
I primi complimenti sono arrivati da due uomini: Giuseppe Sala e Attilio Fontana, rispettivamente Sindaco di Milano e presidente della Regione Lombardia. “Congratulazioni a Marina Brambilla, eletta nuova rettrice della Statale di Milano, prima donna a guida dell’ateneo in 100 anni di storia – ha scritto il sindaco su X -. La incontrerò presto per parlare dei tanti progetti cui lavorare insieme”.
“Complimenti e auguri di buon lavoro alla professoressa Marina Brambilla, neo rettrice dell’Università Statale di Milano – ha invece dichiarato in una nota il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, che sottolinea l’importanza di questa notizia evidenziando come Marina Brambilla sia “la prima ‘rettrice’, la prima donna alla guida di questo storico ateneo -. In attesa di incontrarla al più presto, ringrazio il suo predecessore Elio Franzini per il lavoro svolto e la proficua collaborazione”.
A complimentarsi con la neorettrice, anche il presidente del Senato, Ignazio La Russa: “Le mie congratulazioni a Marina Marzia Brambilla, eletta Rettrice dell’Università degli Studi di Milano. Prima donna alla guida dell’Ateneo nell’anno in cui La Statale raggiunge l’illustre traguardo dei 100 anni. A lei i più sinceri auguri di buon lavoro”.
Ma non solo “complimenti”. Una riflessuione arriva proprio da Antonella Giachetti, presidente Associazione Imprenditrici e Donne Dirigenti d’Azienda che ha commentato così l’elezione di Marina Brambilla: “Un altro piccolo muro è caduto. Complimenti a Marina Marzia Brambilla, la prima donna a diventare rettrice dell’Università Statale di Milano in 100 anni di storia. Le donne possono portare un nuovo paradigma culturale e sociale anche all’interno di organizzazioni complesse come gli Atenei, mettendo al centro di tutto la persona. Il commento a caldo della neo rettrice Brambilla è stato: ‘Ci sono voluti 100 anni ma ce l’abbiamo fatta’. Condivido e aggiungo: ora non facciamone passare altri 100 per fare il prossimo passo avanti”.
Ma di quale muro si parla? E perché ci sono voluti 100 anni?
Traguardo (a metà)
Quello di Marina Brambilla si potrebbe definire un “traguardo a metà” che ha il sapore amaro di un dato oggettivo. Che ci siano voluti realmente 100 anni per avere un rettrice donna e che sia arrivata proprio nel 2024, con il Governo a rappresentanza femminile e con l’opposizione politica altrettanto femminile, non è un caso. Se quest’anno si configura come una svolta in molti campi, dalla politica, alle istituzioni principali del nostro Paese, ancora troppo c’è da fare per molti altri settori, quali la sanità e le aziende private e pubbliche. Il soffitto di cristallo che vivono le donne in Italia è vittima di un retaggio culturale che le vede, in molti settori, essere numericamente superiori agli uomini, ma non in ruoli dirigenziali.
In Italia, infatti, il 56% del corpo docente ha almeno 50 anni, per un’età media pari a 51,1 anni che raggiunge il proprio massimo per i professori ordinari (58,2 anni). Di questi, il 41,3% del personale docente è femminile (41,6% negli atenei statali e 39,7% nei non statali), ma merita ricordare che tra i Rettori in carica nel 2022 la quota di donne era del 12,1% (pari al 7,5% nel 2012). Il 64,4% del personale tecnico-amministrativo degli istituti statali, invece, ha almeno 50 anni e l’età media è cresciuta da 48,7 anni nel 2012 a 51,9 anni nel 2022, con picco di 55,8 anni per i ruoli dirigenziali. La quota femminile è pari al 60,8%. Parità, quindi, ma fino a un certo punto e a passi molto lenti.
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