Redditometro 2024, che effetto avrà sui contribuenti e le differenze con il vecchio sistema
- 22/05/2024
- Popolazione
Da alcuni accolto come il giustiziere degli evasori, da altri come il grande fratello sugli italiani: il ritorno del redditometro sta infiammando i rappresentanti politici, ma cosa significa per i cittadini?
Partiamo dal principio, spiegando che cos’è il redditometro: uno strumento usato dall’Agenzia delle Entrate per confrontare le spese sostenute e il reddito dichiarato dal contribuente. Le spese analizzate includono non solo quelle per beni e servizi, ma anche per telefoni, abbonamenti a pay-tv, connessioni internet, giocattoli, lotto, giochi online.
Se le spese sono superiori al reddito dichiarato, l’Agenzia delle Entrate può scattare controlli più approfonditi per verificare la correttezza delle dichiarazioni dei redditi delle persone fisiche. Il fine ultimo è quello di scoprire e contrastare l’evasione fiscale.
Quali spese nel redditometro
Ecco le quattro macrocategorie che saranno soggette al controllo dall’Ade, individuate dal decreto: consumi, investimenti, risparmio e spese per trasferimenti.
Sul campo dei consumi, in pratica, l’Agenzia delle Entrate potrà analizzare qualsiasi spesa del contribuente: per alimenti e bevande, per l’abbigliamento, per il mutuo, per l’affitto e per le utenze domestiche, così come per i lavori di manutenzione, fino alle spese sostenute per medicine e visite mediche.
Nell’occhio dell’Ade ci saranno anche spese per il bollo auto, assicurazioni o pezzi di ricambio, così come l’acquisto di telefoni, gli abbonamenti alle pay-tv, i giochi del lotto o quelli online e anche le spese di coniuge e altri familiari a carico.
Come funziona il redditometro
Non si tratta di una assoluta novità per gli italiani, che avevano sperimentato il redditometro già nel 2016 con il governo Renzi, prima dello stop previsto dal decreto Dignità n. 87/2018. Ora, lo strumento è pronto a ripartire per effetto delle novità contenute nel decreto Mef del 7 maggio, pubblicato in Gazzetta Ufficiale lunedì scorso, il 20 maggio.
Il decreto definisce nel dettaglio il contenuto induttivo degli elementi indicativi della capacità contributiva, ossia spese sostenute e risparmi, che possono fare da base alla determinazione sintetica del reddito del contribuente come persona fisica. Formalmente l’avvio è previsto dal 2016, ma di fatto si partirà dal 2018 perché ormai è decorsa la prescrizione per il biennio precedente.
Chiaramente, la prescrizione non si applica a chi non ha presentato la dichiarazione dei redditi nel periodo di imposta considerato. A questi contribuenti dovrebbe applicarsi il redditometro anche per i redditi, le spese e i risparmi dal 2016 in poi.
Sulla decisione dell’Ade di approfondire o meno i controlli, non pesano solo le quattro voci su viste. Il reddito complessivo accertabile sarà infatti determinato sulla base:
- delle spese sostenute (qui per approfondire i criteri);
- dalle ulteriori spese necessarie per beni nella disponibilità del contribuente (l’Ade considererà una spesa minima presunta sulla base dei dati Istat o di altre analisi);
- degli incrementi patrimoniali del contribuente nel d’imposta (qui per approfondire i criteri);
- dalle spese ritenute essenziali per conseguire uno standard di vita minimamente accettabile (soglia di povertà assoluta) in base al nucleo familiare di appartenenza;
- del risparmio maturato (e non utilizzato) nell’anno.
Cosa può fare il contribuente: il doppio contradditorio
La più grande novità del redditometro 2024 rispetto a quello del 2016 è il doppio contraddittorio con il contribuente: nella fase iniziale potrà fornire informazioni utili alla formazione dell’atto di accertamento, successivamente potrà difendersi attraverso la procedura di accertamento con adesione. Infatti, se il totale supera del 20% il reddito dichiarato, il contribuente deve giustificare il gap all’Agenzia delle entrate.
Al fine di sostenere la propria posizione il contribuente potrà sostenere che: le spese siano state finanziate con redditi diversi o non imponibili; le spese siano state sostenute da un altro soggetto; le spese effettive abbiamo un importo minore rispetto a quelle ipotizzate dall’Ade; che i risparmi utilizzati si siano formati in anni precedenti.
Se neanche le informazioni oggetto del doppio contradditorio convincono l’Ade, scatta l’accertamento con adesione.
Le differenze con il redditometro 2016
Ci sono alcune differenze importanti tra il redditometro in vigore nel 2016 e quello reintrodotto nel 2024:
- Elementi indicativi della capacità contributiva: il redditometro 2024 si basa su un maggior numero di elementi rispetto a quello precedente, considerando, oltre alle quattro macrocategorie, anche la composizione del nucleo familiare. Un approccio in linea con il metodo del quoziente familiare;
- Confronto con Istat e associazioni dei consumatori: la nuova metodologia del redditometro 2024 è stata elaborata a seguito di un confronto tra il ministero, l’Istat e le principali associazioni dei consumatori, al fine di adeguare lo strumento alle mutate condizioni socio-economiche;
- Doppio contraddittorio per i contribuenti: sicuramente la novità più importante, come visto. Nel redditometro 2024 è previsto un doppio contraddittorio per i contribuenti. La definizione dei parametri farà partire gli accertamenti, mentre il contribuente dovrà giustificarsi davanti all’Agenzia delle Entrate se il totale delle spese supera del 20% il reddito dichiarato;
- Prevalenza dell’ammontare delle spese: con il nuovo sistema, l’ammontare delle spese risultante dalle informazioni presenti in anagrafe tributaria o acquisite in sede di contraddittorio col contribuente prevale sempre su quello calcolato induttivamente.
Gli effetti sui contribuenti e le polemiche
Chiaramente, il fine del redditometro è far emergere il nero e combattere l’evasione fiscale. Insomma, se dichiari 20.000 euro lordi all’anno, come puoi andare, ogni estate, all’estero con la tua famiglia? Come puoi mantenere tre macchine, o magari gli studi privati dei tuoi figli? Tutte domande a cui i contribuenti dovranno rispondere nel caso in cui l’Ade riscontri delle incongruenze.
Nel frattempo, però, non è chiaro se questo nuovo redditometro avrà una vita persino più breve di quello del 2016, nonostante sia già stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale. Il decreto firmato ieri dal viceministro dell’Economia Maurizio Leo sta infatti spaccando la maggioranza, con Fratelli d’Italia e Forza Italia fortemente contrari alla misura.
Il presidente del Consiglio Giorgia Meloni scrive su Facebook: “Mai nessun ‘grande fratello fiscale’ sarà introdotto da questo Governo. Sono sempre stata contraria a meccanismi invasivi di redditometro applicati alla gente comune.
L’attuazione della delega fiscale, portata avanti in particolare dal Vice Ministro dell’Economia Leo, è fino ad ora andata nella direzione di migliorare il rapporto tra Stato e cittadino, tutelare i lavoratori onesti e contrastare la grande evasione, quella, per intenderci, dei sedicenti nullatenenti con ville, barca e supercar. Continueremo in questa direzione, sempre dalla parte dei cittadini”, puntualizza il premier.
Non sono escluse, poi, delle modifiche al redditometro 2024: “mi confronterò personalmente con il Vice Ministro Leo, al quale ho chiesto anche di venirne a riferire al prossimo Consiglio dei Ministri. E se saranno necessari cambiamenti sarò io la prima a chiederli”, conclude Meloni.
Ancora più scettico il leader di Forza Italia Antonio Tajani: “Il redditometro non funziona: è uno strumento obsoleto e superato che piace alla sinistra e crea un sacco di contenziosi. Farò di tutto perché venga abolito”, ha detto il vicepremier.
Il viceministro Leo preferisce non parlare di un ritorno del redditometro: “Non c’è alcun ritorno al vecchio redditometro ma solo più garanzie per i contribuenti. In più, il centrodestra conferma l’impegno per combattere i grandi evasori fiscali, in un contesto di totale rispetto dei diritti dei contribuenti”.
Intanto, gli italiani iniziano a studiare questo strumento per capire che effetto avrà sulle proprie dichiarazioni e sui propri redditi. Stravolgimenti a parte.
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