Quanto la tua azienda è vicina alle politiche familiari? Te lo dirà il Family Index
- 18 Giugno 2025
- Popolazione
Nasce il Family Index, primo strumenti in Italia pensato per misurare quanto un’azienda sia family and natality friendly. Il progetto è promosso dalla Fondazione per la Natalità, dal Forum delle Associazioni familiari e dall’Osservatorio Ethos della Luiss. Si tratta di un passo innovativo volto a valutare le politiche aziendali sulla natalità, genitorialità e benessere familiare.
Il progetto si inserisce nella crisi demografica italiana e si propone come strumento chiave per contrastarla. Al centro del dibattito tornano anche le aziende e le imprese che, con questo indice, si potranno rendere protagoniste del cambiamento e misurare le proprie azioni a sostegno della famiglia e della natalità.
Come funziona il Family Index
Il nuovo Family Index che metterà alla prova i privati italiani prevederà:
• un’indagine nazionale
• la creazione di un modello di valutazione scientificamente validato
• la raccolta delle migliori pratiche aziendali
• la valorizzazione delle pratiche pubblicate in un dossier
Il modello di calcolo non è pensato per fare una classifica fine a sé stessa, ma per attivare un circolo virtuoso di consapevolezza, miglioramento e condivisione delle buone pratiche. Questo progetto risponde a un’esigenza chiara: creare uno strumento scientifico e misurabile, un coefficiente in grado di valutare l’effettivo impatto delle politiche aziendali sulla genitorialità.
È uno strumento utile per i lavoratori, che potranno orientarsi meglio nel mercato del lavoro, ma anche per le aziende, che potranno migliorare la loro capacità attrattiva e contribuire alla tenuta sociale del Paese.
L’idea nasce dai dati “preoccupanti” italiani in tema di natalità e che mettono in evidenza con chiarezza l’impatto della genitorialità sull’occupazione femminile. (Il 30% delle donne con figli piccoli è fuori dal mercato del lavoro. Istat, 2024). Secondo il Child Penalty Atlas del 2023, dopo il primo figlio, le donne italiane perdono in media il 33% del reddito rispetto agli uomini.
Come nasce il Family Index
Il progetto, presentato oggi alla Luiss, ha visto la partecipazione di Rita Carisano, direttrice generale Luiss; Sebastiano Maffettone, professore di Filosofia politica Luiss e direttore dell’osservatorio Ethos di etica pubblica; Adriano Bordignon, presidente Forum delle Associazioni Familiari, e Federico Eichberg, capo di gabinetto ministero delle Imprese e del Made in Italy.
“Questa iniziativa – ha dichiarato Gigi De Palo, presidente della Fondazione per la Natalità – nasce da un dialogo concreto e costruttivo avviato con le imprese, sempre più consapevoli che la denatalità non è solo un tema demografico o sociale, ma un vero e proprio fattore di rischio per la sostenibilità economica del nostro Paese”. E aggiunge: “Se oggi un’azienda vuole attrarre e trattenere giovani talenti, deve avere il coraggio di investire seriamente nel benessere familiare dei propri dipendenti. Il welfare aziendale non può limitarsi a essere un insieme di benefit generici: deve diventare una leva strategica capace di sostenere concretamente chi desidera mettere al mondo dei figli”
Il rischio? “Un crollo strutturale del Pil legato alla denatalità e all’invecchiamento della popolazione. Il futuro dell’Italia passa anche da qui: dalla capacità di coniugare sviluppo economico e natalità”, ha concluso De Palo.
Per Adriano Bordignon, presidente del Forum delle Associazioni Familiari: “La denatalità non è un semplice fatto statistico, ma la cartina di tornasole della capacità di un Paese di garantire futuro alle persone e solidità al proprio sistema economico. Il Family Index nasce proprio per colmare il vuoto di strumenti di valutazione scientificamente strutturati delle politiche aziendali in favore delle famiglie e della natalità. Con questo progetto facciamo un passo concreto verso una maggiore attenzione al benessere familiare innescando un circolo virtuoso di consapevolezza, miglioramento e condivisione delle buone pratiche”.
“L’obiettivo è quello di definire criteri in grado di misurare l’impatto di interventi mirati – dal congedo parentale potenziato alla flessibilità oraria, dalla copertura dei servizi educativi alla tutela delle madri al rientro dalla maternità – e soprattutto di attivare processi di innovazione. Il ruolo delle imprese è centrale nel promuovere un welfare aziendale realmente a misura di famiglia, capace di integrare la cura delle persone e la sostenibilità sociale con la crescita e la competitività”, ha concluso.
Per Sebastiano Maffettone, direttore dell’Osservatorio Ethos sull’etica pubblica della Luiss: “La crisi demografica italiana non è solo un problema statistico o economico: è una sfida culturale e morale che investe l’intera collettività. Ripensare la natalità come bene comune riguarda la società nel suo insieme, non solo le scelte individuali. Servono politiche pubbliche e aziendali in grado di sostenere chi sceglie di generare futuro. Come ci ha insegnato Adriano Olivetti, le imprese possono essere protagoniste civili, supportando concretamente le famiglie. promuovere la natalità non è solo giusto, è anche intelligente”, ha concluso.