Preferiamo guardare una serie tv che fare sesso: è la ‘recessione sessuale’
- 30/04/2024
- Giovani Popolazione
Una volta c’era il mal di testa. Oggi ci sono le serie Tv, e la scusa non è nemmeno più un’esclusiva femminile, perché riguarda anche gli uomini. Risultato: si fa sempre meno sesso. Tanto che è stata coniata l’espressione ‘recessione sessuale’ proprio per indicare il calo dei rapporti sessuali e delle persone attive in tal senso, condito da un generale disinteresse verso l’intimità. Un problema correlabile, pur calcolando la diffusione dei contraccettivi, anche con la discesa dei tassi di natalità che affligge i Paesi occidentali, visto che per fare figli serve ancora soprattutto la via tradizionale.
Secondo alcuni esperti francesi entro il 2115 si potrebbe addirittura arrivare all’’apocalisse sessuale’, perché la ‘sex recession’ colpisce in particolare i giovani. Allarmismi a parte, sembra proprio che il sesso stia perdendo appeal in favore di altre attività come guardare la televisione, e che in generale si stia veleggiando verso una vera apatia sessuale.
La situazione nei Paesi occidentali
Proprio da Oltralpe un recente sondaggio realizzato nell’ambito dell’osservatorio LELO sulla sessualità dei francesi dall’Ifop su circa 2000 persone, ripropone sul tavolo il problema, a dimostrazione che nemmeno il Paese dell’amore è stato risparmiato da questa tendenza, che riguarda un po’ tutto il mondo sviluppato.
I dati sono inequivocabili: in media il 76% dei nostri ‘cugini’ ha avuto rapporti sessuali negli ultimi 12 mesi, a fronte del 91% del 2006: un non indifferente -15% in 18 anni. Si tratta della percentuale più bassa degli ultimi cinquant’anni, una tendenza che colpisce sia gli uomini (78%, rispetto al 93% nel 2006) che le donne (74%, rispetto all’89% nel 2006).
Si dirà che comunque il 76% ha una vita sessuale. Ebbene guardando alla frequenza, anche qui c’è un calo: il 43% dei francesi ha riferito di avere in media un rapporto sessuale a settimana, rispetto al 58% nel 2009.
Il punto allarmante e sorprendente, e in controtendenza con i dati del passato, è che le performance peggiori si trovano tra i giovani: ben il 28% tra i 18 e i 24 anni attivo sessualmente (si fa per dire) ammette di non aver avuto rapporti sessuali nell’anno: cinque volte di più rispetto al 2006 (5%).
Di fatto i giovani hanno un’attività sessuale relativamente bassa rispetto alle altre generazioni: solo il 52% degli under 25 sessualmente attivi fa sesso in media una volta alla settimana.
Non va meglio negli Usa, dove si segnala un boom di giovani tra i 18 e i 29 anni che non ha avuto rapporti sessuali in 12 mesi (23% nel 2018 rispetto all’8% nel 2008) e in particolare tra i maschi tra i 18 e i 24 anni (31% nel 2018, rispetto al 19% del 2008). Gli statunitensi tra i 18 e i 29 anni hanno in media meno di nove rapporti al mese, mentre nel 2000 ne avevano in media circa undici.
Lo stesso vale per la Germania, dove uno studio ha rilevato un aumento dell’inattività sessuale tra i 18-30enni, e il triplicare, tra il 2005 (7,5%) e il 2016 (20,3%), di chi non ha avuto rapporti.
Il sesso in Italia
In Italia la situazione è ambivalente, e si può sintetizzare così: più giovani senza sesso, più sesso per chi lo fa, e con maggiore frequenza rispetto ai coetanei del passato. L’ultimo rapporto Censis (2019) ci dice che l’83,5% dei 18-40enni italiani ha avuto esperienza di rapporti sessuali completi, il 6,3% ha avuto solo rapporti incompleti e il 10,2% non ha avuto rapporti sessuali. Tra chi ha avuto rapporti sessuali completi:
• l’8,4% ha una vita sessuale molto attiva (una volta al giorno)
• il 33,2% attiva (due o tre volte alla settimana)
• il 27,7% una volta alla settimana
• il 21,2% meno di una volta alla settimana
• il 3,9% una volta ogni cinque-sei mesi o più
Dunque, il 41,6% dei 18-40enni ha una vita sessuale intensa; vent’anni fa era il 35%.
Tuttavia sono praticamente raddoppiate le persone nella stessa fascia d’età che non fanno sesso, passate dal 5,4% al 10,2%, con un boom tra i maschi, balzati dal 3% all’11,6%.
In generale, il 92,6% delle persone ha sperimentato periodi di astinenza nei tre anni precedenti alla rilevazione, mediamente per 6 mesi, il 26,2% oltre i 6 mesi.
Gli ‘esclusi del sesso’ tra i 18-40enni sono:
• 700mila non hanno una vita sessuale
• 1,6 milioni non hanno mai avuto rapporti sessuali nella propria vita
• 1 milione ha avuto rapporti sessuali solo non completi.
Rileva il Censis che chi non ha mai fatto sesso in vita propria pensa sia colpa del caso o del non aver trovato il partner giusto, mentre è del tutto residuale il riferimento a disagi patologici individuali.
Un altro elemento significativo è che il 12% delle persone che non hanno mai avuto rapporti sessuali ha una relazione affettiva stabile con un’altra persona, e il 3,8% convive. Sono 220mila infine i giovani che vivono in coppie ‘bianche’, senza intimità.
I motivi della sex recession
Come si spiega la stanchezza sessuale? In molti modi.
Intanto c’è la concorrenza degli schermi, che ha un peso importante: secondo il sondaggio Ifop la metà degli uomini francesi (e il 42% delle donne) sotto i 35 anni che vivono con partner ammette di aver evitato il sesso per guardare una serie o un film in televisione, il 53% ha preferito i videogiochi, il 48% i social network. Una dinamica messa in luce anche da uno studio pubblicato nel 2019 dal Wall Street Journal, secondo il quale il 36% degli americani tra i 18 e i 38 anni aveva rifiutato di fare sesso nei sei mesi precedenti per guardare Netflix.
In poche parole, l’attività sessuale è ormai in gran parte in competizione con le attività digitali, in una vita frenetica che genera stress e offre spesso poco tempo libero, dove quindi gli schermi cannibalizzano e anestetizzano il tempo eventualmente disponibile per l’intimità. Ed ecco che preferiamo guardare passivamente la tv o il cellulare, in modo disimpegnato, piuttosto che dedicarci a un’attività che ha il suo grado di fatica e di impegno emotivo e personale.
Non solo: tv e videogiochi sono attività individuali, che portano a rimanere chiusi in casa e a limitare le occasioni sociali e le capacità relazionali. Come conferma uno studio giapponese, i giovani sono diventati sempre più individualisti e meno interessati ai rapporti interpersonali. Tra le varie cause della scarsa o nulla attività sessuale, c’è infatti anche la difficoltà nel trovare un partner sessuale compatibile e soddisfacente, problema che certamente non si risolve isolandosi.
Un altro motivo dell’apatia sessuale è una sorta di ‘rimbalzo’ o di rigetto rispetto all’ipersessualizzazione della società: se la narrazione mainstream negli ultimi decenni ha veicolato l’idea che una sessualità molto attiva sia una componente essenziale di una vita di successo, grazie anche a un certo tipo di porno, negli ultimi 10-15 anni si registra una reazione a questa pressione sociale a favore di una maggiore rilassatezza.
All’altro estremo rispetto all’ipersessualizzazione, si parla ormai di asessualità, cioè dell’assenza di attrazione sessuale per gli altri, come uno dei possibili orientamenti sessuali.
Ma ci sono ulteriori cambiamenti sociali alla base della sex recession. Uno, rileva l’Ifop francese, è la crescente dissociazione tra l’essere in coppia’ e la sessualità, nel senso che le due cose non vanno più per forza insieme. Un quarto delle persone con una relazione, ovvero il 16% del 65% dei francesi in coppia, ammette di non avere o non avere più intimità fisica con il proprio partner. In sostanza, l’astinenza non è più una cosa per single.
Infatti, per molti è del tutto concepibile vivere all’interno di una relazione ‘bianca’, e in generale il sesso è visto come meno importante nella propria vita rispetto a 30 anni fa. Rimane tuttavia rilevante per gli uomini, probabilmente perché storicamente gioca un ruolo fondamentale nella definizione della loro identità.
Infine, sempre più persone rifiutano di avere rapporti che non desiderano: rimanendo in Francia, nel 1981 questa situazione era sperimentata dal 76% delle donne tra i 18 e i 49 anni, mentre oggi la percentuale è scesa al 52%. Un calo importante che al contempo evidenzia come i rapporti sessuali indesiderati all’interno di una coppia siano ancora frequenti. Ma non è un fenomeno solo femminile: ben il 46% degli uomini dichiara di aver avuto rapporti non voluti.
Le conseguenze della recessione sessuale
La recessione sessuale ha varie conseguenze:
• aumento dell’aumento dell’isolamento sociale e della solitudine, che impattano il benessere psicologico
• aumento dei problemi di salute sessuale, come la disfunzione erettile
• impatto sull’economia: il settore del sesso e del divertimento che gli gira intorno generano profitti elevati e occupazione, che verrebbero messi a rischio dal disinteresse incalzante
• minore propensione ad avere figli, cosa che comporta squilibri economici, invecchiamento della popolazione, cambiamenti nelle strutture familiari e sociali
• minor rischio di malattie sessualmente trasmissibili LINK ARTICOLO per il minor numero di partner
• maggiore attenzione alla qualità dei rapporti sessuali, piuttosto che alla loro quantità
• maggiore rispetto delle scelte individuali, per la minore pressione ad avere una vita sessuale intensa.
I più ottimisti dunque possono sottolineare i lati positivi della recessione sessuale, ma quello che è sicuro è che si tratta di un fenomeno che silenziosamente promette – e minaccia – di cambiare molte abitudini e molte priorità delle società occidentali. Rimane il dubbio che rinunciare all’intimità col partner, più o meno occasionale, a favore di videogiochi e Netflix non sia una scelta davvero furba.
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