Pillola contro le apnee notturne: parte la sperimentazione per la terapia orale
- 18 Agosto 2025
- Popolazione
Quasi 25 milioni di italiani hanno a che fare con le apnee notturne, ma presto qualcosa potrebbe cambiare. Apnimed, azienda farmaceutica statunitense, ha annunciato la sperimentazione avanzata di Ad09, una pillola in grado di ridurre significativamente gli episodi di apnea ostruttiva del sonno, definita anche Osas dall’inglese Obstructive Sleep Apnea Syndrome, che sta per Sindrome delle Apnee Ostruttive del Sonno.
A differenza del classico Cpap, il dispositivo simile a un cerotto che mantiene le vie respiratorie aperte con un flusso d’aria costante – spesso abbandonato perché troppo scomodo o rumoroso – Ad109 si assume per via orale, una piccola compressa prima di coricarsi.
Come funziona la pillola
Il farmaco sfrutta la combinazione tra atomoxetina e aroxybutynin per attivare i muscoli delle vie aeree superiori, evitando che collassino durante il sonno. I risultati dimostrano una significativa riduzione degli episodi di apnea, un sonno più continuo e minori risvegli improvvisi che stravolgono il ciclo, e quindi la qualità, del sonno.
Naturalmente, ci sono anche gli effetti collaterali: il 3% dei partecipanti agli studi ha abbandonato il farmaco per secchezza della bocca o insonnia, ma il profilo di tollerabilità viene giudicato favorevole dalla comunità scientifica internazionale.
“È come impedire a una cannuccia di ammollarsi quando bevi una bibita”, spiega il ricercatore Sanjay R. Patel, sottolineando quanto il farmaco agisca sulle strutture anatomiche responsabili del passaggio dell’aria. La speranza è che questa terapia possa diventare il primo farmaco orale approvato per il trattamento dell’apnea ostruttiva nel sonno; in Italia, l’attesa di una cura più accessibile coinvolge milioni di persone.
Quanti italiani soffrono di apnee notturne
Il problema ha proporzioni impressionanti.
Secondo le più recenti statistiche (Sda Bocconi 2024), in Italia sono oltre 24 milioni le persone di età compresa tra 15 e 74 anni (54% della popolazione adulta) che soffrono di apnee notturne.
Tra queste, 12 milioni sono colpite in maniera medio-grave (27% della popolazione adulta, il 65% maschi). La problematica, tuttavia, resta ampiamente sottovalutata: meno di 500.000 pazienti hanno ricevuto una diagnosi e poco più di 200.000 sono in cura.
L’estate può aggravare la condizione di queste persone a causa del calore, dell’umidità, del sudore e della scarsa idratazione.
Conseguenze delle apnee notturne
Tra i fattori di rischio spiccano obesità, età avanzata, fumo e familiarità.
L’apnea del sonno non è solo un disturbo del riposo, ma una condizione cronica che incide sulla salute pubblica e sui costi del sistema sanitario, stimati in oltre 30 miliardi di euro l’anno.
Le Osas del sonno inficiano gravemente sulla qualità del sonno, provocando una grave sonnolenza diurna e, da questa, una serie di effetti a cascata: dalla riduzione della produttività lavorativa, fino ad un maggior rischio di incidenti stradali dovuti ai colpi di sonno o alla scarsa lucidità.
Mentre cresce di anno in anno l’incidenza di questa condizione nella popolazione, gli otorinolaringoiatri di tutto il mondo cercano nuove soluzioni per contrastare questo problema ancora troppo sottovalutato ma dalle pesanti ricadute.