Celiachia e diabete di tipo 1, Italia pronta allo screening nazionale per i bambini
- 12 Agosto 2025
- Giovani Popolazione
L’Italia si prepara a lanciare il primo programma nazionale di screening per intercettare celiachia e diabete di tipo 1 prima che i sintomi compromettano l’esistenza dei più piccoli. Un progetto ambizioso che ha già dimostrato la sua efficacia in quattro regioni pilota: Campania, Lombardia, Marche e Sardegna.
Il programma di screening ha riguardato i bambini di 2, 6 e 10 anni, età strategiche per individuare precocemente le due patologie autoimmuni più diffuse nell’infanzia. In queste età, infatti, gli anticorpi caratteristici delle due malattie possono manifestarsi prima dei sintomi conclamati. Entrambe sono patologie autoimmuni, caratterizzate cioè da anticorpi diretti contro il proprio organismo. Il diabete tipo1 e la celiachia sono le due malattie croniche a maggiore diffusione tra i bambini.
Ora, il Paese si prepara a estendere lo screening gratuito in tutte le regioni. “Possiamo dare il calcio d’inizio attraverso un decreto attuativo che ha garantito la dotazione finanziaria che ora è alla Conferenza Stato Regioni. A settembre tutti i treni saranno in fila pronti per avviare lo screening nazionale”, ha spiegato l’Istituto Superiore di Sanità.
Quando parte lo screening nazionale
Il grande passo verso la copertura nazionale è imminente. Secondo Giorgio Mulè, vicepresidente della Camera e promotore della Legge 130/2023, lo screening partirà a livello nazionale entro fine 2025 o inizio 2026. Il decreto attuativo è già finanziato e attende soltanto il via libera della Conferenza Stato-Regioni.
Durante la sperimentazione, 5.363 bambini sono stati coinvolti attraverso 429 pediatri di libera scelta, dimostrando l’efficacia della rete territoriale.
Come funziona l’adesione
Il percorso di screening si basa sulla collaborazione tra famiglie e pediatri di famiglia. Il test richiede semplicemente un prelievo di sangue capillare, poco invasivo e rapido. La grande adesione da parte di pediatri e famiglie registrata durante la fase pilota conferma l’accettazione sociale dell’iniziativa.
I bambini con esito positivo vengono immediatamente indirizzati ai centri clinici di riferimento per la conferma diagnostica e l’avvio del percorso di cura specifico.
Perché è fondamentale questo screening
Le ragioni mediche e sociali giustificano ampiamente l’investimento. Il diabete di tipo 1 e la celiachia colpiscono rispettivamente lo 0,3% e l’1% dei bambini italiani, rappresentando le patologie croniche più frequenti nell’età pediatrica.
L’aspetto che rende fondamentale la prevenzione è che, già prima della comparsa dei sintomi, si possono rilevare nel sangue degli anticorpi specifici che segnalano un rischio concreto.
La prevenzione riduce drasticamente il rischio di episodi acuti e complicanze a lungo termine. Nel caso della celiachia, una diagnosi precoce evita i danni intestinali progressivi e le conseguenze del malassorbimento. Per il diabete di tipo 1, permette di evitare l’esordio drammatico con chetoacidosi.
Nelle quattro regioni pilota, lo screening ha ridotto del 26% i casi di chetoacidosi diabetica, la complicanza più temibile del diabete di tipo 1 che può mettere a rischio la vita del bambino.
Celiachia e diabete di tipo I nei bambini: quanti casi in Italia
Lo screening nelle quattro regioni pilota ha registrato la positività al diabete di tipo 1 nello 0,97% dei bambini analizzati, mentre per la celiachia la positività è risultata del 2,8%. In particolare, il dato sulla celiachia supera le stime tradizionali e suggeriscono che la prevalenza potrebbe essere superiore alle valutazioni precedenti.
Il problema principale è l’elevata frequenza di casi sommersi. Secondo l’Associazione Italiana Celiachia, l’85% dei malati (323.000 individui) risulta asintomatico e non diagnosticato, mentre solo il 15% (57.000 pazienti) soffre di una forma sintomatica. La Relazione annuale al Parlamento del 2011 confermava questo gap: solo 135.800 persone testate positive su una stima di 540.000 celiaci reali.
Il problema della compresenza
La coesistenza di celiachia e diabete di tipo 1 nello stesso paziente rappresenta una complicazione ulteriore. Entrambe le patologie condividono meccanismi autoimmuni simili e spesso si presentano associate.
I pazienti con diabete di tipo 1 hanno un rischio aumentato di sviluppare celiachia rispetto alla popolazione generale. La gestione contemporanea richiede:
- Dieta senza glutine rigorosa per la celiachia;
- Controllo glicemico ottimale per il diabete;
- Calcolo accurato dei carboidrati considerando gli alimenti gluten-free;
- Monitoraggio nutrizionale per evitare carenze.
La presenza di entrambe le patologie complica significativamente la qualità di vita dei piccoli pazienti e delle famiglie, rendendo ancora più cruciale la diagnosi precoce attraverso lo screening.
L’iniziativa italiana rappresenta un modello innovativo di medicina preventiva che potrebbe ispirare altri Paesi europei nella tutela della salute infantile.