Una petizione per un aborto sicuro, Cappato: “630mila firme per My Voice My Choice”
- 04/10/2024
- Popolazione
Raggiunte oltre 630mila firme in Europa per My Voice My Choice, la petizione che promuove l’aborto sicuro in tutta l’Ue. Lo spiega l’ex eurodeputato Marco Cappato, fondatore di Eumans, presentando a Bruxelles un’iniziativa dei cittadini europei per una legge sull’accesso sicuro all’interruzione volontaria di gravidanza.
Il traguardo della petizione arriva in un periodo storico nel quale, in tutta Europa, si parla del diritto d’aborto. Proprio negli scorsi giorni, infatti, Papa Francesco ha definito i medici abortisti dei “sicari”. Un’ingerenza, considerata tale da numerosi esponenti politici, che ha trovato nel premier del Belgio Alexander De Croo la critica maggiore: “Le parole del Papa sono inaccettabili, non abbiamo nessuna lezione da ricevere”.
E ora l’obiettivo è il milione di firme.
La petizione
“Spesso ci si lamenta dell’Europa delle burocrazie – ha spiegato Cappato -, lontana dai problemi della gente. Con Eumans abbiamo attivato la democrazia europea, gli strumenti di partecipazione esistenti. Sono state raccolte già 630mila firme in Europa per My Voice My Choice, il diritto all’aborto al sicuro in tutta l’Ue”. L’iniziativa deve raccogliere almeno “un milione di firme in almeno 7 Paesi“.
Il numero necessario di Paesi “è già stato raggiunto. Presentiamo – ha aggiunto l’eurodeputato – sei proposte di petizioni, non solo sull’aborto, ma anche sull’eutanasia, sulla cannabis, sullo stop agli allevamenti intensivi, sull’intelligenza artificiale civica e sullo spostamento delle tasse dal lavoro alle emissioni di Co2. Una rivoluzione di sostenibilità ambientale e diritti civili che vogliamo proporre con l’attivazione dei diritti dei cittadini”.
Dal diritto all’aborto alla depenalizzazione della cannabis, passando per l’eutanasia e la tassa sul carbonio: l’iniziativa paneuropea ‘My Voice, My Choice’, a cui ha aderito anche l’Associazione Luca Coscioni, è stata presentata ieri al Parlamento europeo durante la conferenza stampa, in cui sono stati illustrati i risultati di sei Iniziative dei Cittadini Europei (Ice) e delle petizioni collegate, tutte orientate a promuovere diritti civili, democrazia e sostenibilità ambientale.
L’iniziativa My Voice, My Choice, supportata da 29.000 cittadini e 45 Ong in tutta Europa, ha superato la soglia minima in 11 Paesi (tra cui Austria, Francia, Germania e Italia) con oltre 633.000 firme raccolte. L’obiettivo è raggiungere un milione di firme entro maggio 2025, affinché la proposta venga discussa dalla Commissione e dal Parlamento Europeo. Questa Ice si concentra sull’accesso sicuro all’aborto, puntando alla creazione di un fondo europeo di solidarietà per supportare le donne che non possono accedere all’aborto nei loro Paesi.
Una firma per i diritti
Ma non solo un aborto sicuro, dicevamo. Parallelamente a questa iniziativa, sono state presentate le sei petizioni della campagna Eu can do it, che trattano temi fondamentali come diritti civili, ambiente e innovazione tecnologica.
Queste petizioni, sostenute da oltre 29.000 cittadini, includono proposte sulla depenalizzazione della cannabis, l’eutanasia, il carbon pricing, lo stop ai sussidi per gli allevamenti intensivi, l’intelligenza artificiale.
Presente all’evento anche Valentina Palmisano, europarlamentare del Movimento 5 Stelle e membro della Commissione Petizioni: “È importante rafforzare gli strumenti di democrazia diretta a disposizione dei cittadini, per consentire loro di incidere sulle decisioni legislative europee. Il diritto di petizione sia un elemento centrale della democrazia europea, ma ancora poco sfruttato, e ha invitato a incrementare il numero di petizioni presentate annualmente.
Il 28 settembre si è celebrato in diversi Paesi l’International Safe Abortion Day. Questa ricorrenza è iniziata in America Latina e nei Caraibi nel 1990 come giornata di mobilitazione per la depenalizzazione dell’aborto. La data è stata scelta per commemorare l’approvazione della Legge sulla nascita libera approvata dal parlamento brasiliano il 28 settembre 1871, una riforma legale intesa a garantire la libertà ai figli delle persone schiavizzate in Brasile all’epoca.
Secondo il Women’s Global Network for Reproductive Rights, che nel 2011 ha dichiarato il 28 settembre Giornata internazionale, nelle scorse settimane in 85 Paesi si sono svolte 400 attività per promuovere un diritto che coinvolge milioni di persone.
Un diritto internazionale
L’iniziativa è partita ad aprile e vede coinvolte tutte le associazioni dei diversi Paesi europei nei quali l’aborto non è una pratica sicura, garantita e tutelata. Dalla Spagna, alla Francia, passando per la Polonia e l’Italia, My Voice My Choice riunisce coloro i quali credono necessario presentare in Europa una proposta di legge che garantisca tra i diritti fondamentali dell’uomo l’interruzione volontaria di gravidanza.
La proposta aveva raggiunto l’Europarlamento negli scorsi mesi, ma è stata bloccata da alcuni governi nazionali che credono che il diritto sia già tutelato e che non necessita di un riconoscimento nelle Carte dei diritti dell’uomo europee. A differenza della Francia che su questo principio ne ha fatto una battaglia politica riuscendo a inserire il diritto in Costituzione.
Marco Cappato, tesoriere dell’Associazione Luca Coscioni, impegnata nel diritto all’aborto sicuro e nota per tutelare il diritto all’eutanasia, ha aggiunto: “La grande mobilitazione a sostegno di My Voice, My Choice è la migliore risposta da dare all’internazionale antiabortista e proibizionista che sta crescendo a livello mondiale intorno all’asse Orbán-Trump. La missione di Eumans è proprio quella di creare un movimento paneuropeo per la promozione dei diritti civili attraverso la partecipazione civica. Oggi, con il deposito del pacchetto di petizioni Eu can do it, prende il via la nuova fase di una campagna politica su sei obiettivi di libertà, democrazia e sostenibilità che mirano a influenzare l’agenda della nuova legislatura europea. Con il primo nucleo di 45 organizzazioni che hanno aderito su uno o più obiettivi, vogliamo rilanciare il processo di integrazione europea chiedendo che si dia seguito alle conclusioni emerse nella Conferenza per il futuro dell’Europa che la stessa Ursula Von der Leyen aveva fortemente voluto.”
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