La Norvegia ha esteso l’aborto fino alla 18ma settimana (e in alcuni casi fino alla 22ma)
- 06/12/2024
- Mondo Popolazione
La Norvegia ha esteso la possibilità di abortire legalmente fino alla 18ma settimana di gravidanza. Il precedente limite era di 12 settimane, come in Italia (con eccezioni in casi particolari, dove proseguire la gestazione può essere pericoloso per la madre e/o il nascituro).
Con il voto del 3 dicembre scorso, il Parlamento norvegese ha approvato a larga maggioranza un progetto di legge presentato dal governo di centrosinistra (in minoranza tra i deputati), che sostituirà la normativa del 1978.
Aborto in Norvegia, cosa cambia
Prima della nuova legge in Norvegia era possibile abortire oltre la dodicesima settimana, ma solo con l’approvazione di un comitato di valutazione composto da due medici, di cui uno uomo e l’altra donna. Approvazione che è sempre arrivata, tranne rari casi.
Il Parlamento ha votato a favore anche per estendere alla 18ma settimana la possibilità di ridurre il numero di feti in caso di gravidanza multipla. La nuova normativa prevede, inoltre, che sia possibile abortire anche oltre la 18ma settimana di gravidanza ma comunque entro la 22esima.
Questo è il limite oltre il quale il feto è potenzialmente in grado di vivere al di fuori dell’utero materno, una condizione chiamata “viabilità del feto”. Anche in questo caso, per andare oltre il limite standard (che passa da 12 a 18 settimane) c’è bisogno del parere favorevole di due medici.
Proprio la vitalità del feto è al centro delle critiche degli oppositori secondo cui autorizzare gli aborti tardivi equivarrebbe a “eliminare il paziente” piuttosto che a “eliminare la sua malattia”.
I deputati favorevoli alla legge hanno invece sottolineato la natura conservatrice e paternalistica della legislazione precedente che non dà alle donne il “pieno controllo sul proprio corpo”.
Parole che ricordano quelle di Melania Trump, che nelle sue memorie si è schierata a favore del diritto all’aborto, e ora sarà nuovamente first lady durante il mandato Trump-Vance, forse il più conservatore della storia americana.
I numeri degli aborti in Norvegia
Per le associazioni Pro vita estendere il diritto di aborto può far schizzare i numeri di Ivg, ma i numeri della Norvegia dicono altro. Come riporta l’Istituto norvegese di sanità pubblica relativamente al 2023:
- l’83,7% delle interruzioni volontarie di gravidanza registrate in Norvegia sono avvenute prima della nona settimana di gravidanza;
- solo il 4,7% degli aborti volontari si è verificato oltre la 12a settimana con l’approvazione dei due medici.
Anche nella vicina Svezia è possibile abortire fino alla 18ma settimana di gravidanza. Nella stessa direzione vuole andare la Danimarca che ha annunciato l’intenzione di estendere il limite legale da 12 a 18 settimane in base a una nuova legge che, se approvata, entrerebbe in vigore il 1° giugno 2025. Nell’Europa occidentale, i Paesi che consentono gli aborti più tardivi sono il Regno Unito e i Paesi Bassi (24 settimane) e l’Islanda (22 settimane).
L’orientamento Ue
Tra i ventisette Paesi Ue, il termine per abortire legalmente varia dalle 10 settimane del Portogallo alle 24 settimane dei Paesi Bassi. La maggior parte dei Paesi ha fissato il limite a 12 settimane e lo stesso vale a livello globale. Spagna e Austria consentono l’aborto fino a 14 settimane, mentre in Bulgaria, tranne casi particolari, è possibile abortire entro la dodicesima settimana di gestazione.
C’è poi il caso di Malta e Polonia, con una forte tradizione cattolica, dove il quadro giuridico è altamente restrittivo per l’aborto.
A livello comunitario, l’11 aprile scorso gli eurodeputati hanno sollecitato il Consiglio affinché inserisse il diritto all’aborto nella Carta dei diritti fondamentali dell’Ue.
La risoluzione, approvata con 336 voti favorevoli, 163 contrari e 39 astensioni, ha valore politico, ma non è vincolante. I deputati hanno chiesto la modifica dell’articolo 3 della Carta per affermare che “ognuno ha il diritto all’autonomia decisionale sul proprio corpo, all’accesso libero, informato, completo e universale alla salute sessuale e riproduttiva e ai relativi servizi sanitari senza discriminazioni, compreso l’accesso all’aborto sicuro e legale”.
La risoluzione esorta i Paesi europei a depenalizzare completamente l’aborto in linea con le linee guida dell’Oms del 2022 e a combattere gli ostacoli all’aborto. In particolare, si invitano Polonia e Malta ad abrogare le leggi e le altre misure nazionali che ne limitano il diritto.