Nordio: “Affievolito potere degli uomini. Violenza di genere? Un problema di accettazione”
- 17/10/2024
- Popolazione
L’accentuazione della violenza di genere è dovuta all’affievolirsi di “quel dominio degli uomini nei confronti delle donna che aveva mantenuto per migliaia di anni”. E questo, negli ultimi 50 anni, in caso di mancata accettazione “si è tradotta in forme di violenza di prevaricazione in tutti i sensi, qualche volta economica, qualche volta sessuale o semplicemente in violenza morale”.
A spiegarlo è il ministro della Giustizia Carlo Nordio, a margine del convegno ‘Scenari giuridici e sociali delle violenze di genere: dalla repressione alla percezione e prevenzione del fenomeno’, organizzato dalla Corte di Appello di Napoli e dalla Procura Generale presso la Corte d’Appello.
Negli scorsi giorni, nell’ambito di una tavola rotonda organizzata dalla Croce Rossa italiana, Nordio aveva chiarito il suo punto di vista su come affrontare il problema della violenza di genere. Secondo il ministro, in fatti, è la prevenzione la chiave di lettura e su quella è tornato oggi, ribadendo: “La legislazione esiste ed è adeguata, la magistratura si sta comportando in modo eccellente per rapidità ed efficienza, però la legislazione e l’intervento repressivo della Magistratura sono elementi necessari, ma non sufficienti. Occorre prevenire piuttosto che reprimere e la prevenzione si attua solo attraverso l’educazione e l’informazione”.
Educazione e legalità
Secondo il Ministro, “a monte deve esservi l’educazione al rispetto e più in generale alla legalità. Sono importanti la scuola e gli altri momenti di aggregazione ma il bambino forma la propria mentalità essenzialmente nei primi anni ed è quindi nelle famiglie che occorre intervenire affinché siano loro ad insegnare i principi del rispetto e della legalità nei bambini”.
Il ministro ha ricordato di aver “fortemente voluto” promuovere un opuscolo contro la violenza di genere proprio “per sensibilizzare la popolazione su questo gravissimo problema delle violenze nei confronti dei soggetti deboli e delle donne in particolare”. Nel libretto sono “segnalati i momenti di allarme che possono essere sintomatici di un atteggiamento aggressivo e via via i rischi che si corrono”, ha continuato Nordio.
La necessità di fiducia nelle istituzioni
La tavola rotonda sul tema della lotta alla violenza contro le donne di mercoledì, nella Sala Solferino, all’interno della sede del Comitato Nazionale della Croce Rossa Italiana a Roma è stata l’occasione per ribadire l’importanza di prevenire questo fenomeno. ‘La violenza invisibile’, il titolo dell’incontro ha visto la partecipazione di istituzioni pubbliche, enti privati, associazioni e volontari.
“Quella contro le donne è una violenza spesso invisibile, coperta da una coltre di silenzi che va superata. Bisogna sensibilizzare tantissimo e creare un sentimento di fiducia nei confronti delle istituzioni: solo se si ha fiducia nelle istituzioni si può fare in modo che le donne denuncino le violenze e si sentano protette”. Queste le parole di Rosario Valastro, presidente della Croce rossa italiana (Cri), a margine dell’incontro.
“Purtroppo – ha spiegato Valastro – i dati su violenza contro le donne sono allarmanti. Gli ultimi rapporti indicano un costante aumento dei casi di violenza domestica e di femminicidio: solo nel 2024 in media viene uccisa una donna ogni tre giorni, da gennaio 30 donne hanno perso la vita nella maggior parte dei casi per mano di partner o ex partner”.
“È imperativo sviluppare strategie di prevenzione e sostegno attraverso una rete solida e strutturata”, ha aggiunto spiegando che “in questa rete la Cri intende svolgere un ruolo centrale”. “Le volontarie e i volontari – ha sottolineato- diventano vere e proprie sentinelle della violenza, capaci di intercettare segnali che potrebbero altrimenti passare inosservati”. “Parlare di questi temi è fondamentale perché il silenzio è terreno fertile su cui cresce la violenza”, ha proseguito Valastro aggiungendo che “abbiamo bisogno di una disobbedienza femminile che sfidi questa condizione di vulnerabilità domestica e allo stesso tempo abbiamo bisogno di costruire una rete sociale in grado di prendersi cura di quella vulnerabilità”.
Opposizioni unite sul tema
E che sul tema ci sia una particolare sensibilità al governo è dato anche dall’intervento di Giuseppe Conte, presidente del Movimento 5 Stelle ed ex premier che ha sottolineato l’importanza di affrontare la violenza di genere con un approccio culturale e politico. Durante una conferenza stampa oggi al Senato intitolata “La violenza di genere colpisce le donne ma è un problema degli uomini. Cambiare si può”, organizzata dal senatore pentastellato Marco Croatti, ha dichiarato: “Il tema ci sta particolarmente a cuore per ragioni culturali, per ragioni di azione concreta politica e perché lo consideriamo un obiettivo strategico”.
Conte ha ricordato le iniziative legislative e finanziarie del suo governo, come il Codice Rosso e il finanziamento dei centri per uomini maltrattanti, per sostenere le donne che denunciano e prevenire la violenza. Ha anche sottolineato l’importanza dell’educazione nelle scuole per cambiare i modelli culturali e aiutare i giovani a gestire le proprie emozioni. “Bisogna quindi assistere gli uomini per prevenire la violenza”, ha aggiunto, evidenziando la necessità di un approccio preventivo e sistemico.
Durante lo stesso evento, Francesco Boccia, presidente dei senatori del Pd, ha evidenziato come, nonostante le divisioni politiche, il Parlamento abbia lavorato unito sul tema della violenza di genere. Boccia ha dichiarato: “Sul tema della violenza però il Parlamento ha lavorato unito e oggi continuiamo, come opposizioni unite, a sollecitare il governo a investire risorse a tutela delle donne contro la violenza”. Ha sottolineato l’importanza del lavoro legislativo sulla prevenzione e ha ricordato i 40 milioni destinati ai centri antiviolenza e alle case rifugio nella scorsa manovra. “Serve l’impegno continuo della politica e delle istituzioni”, ha aggiunto, chiedendo ulteriori risorse per combattere quella che ha definito “una piaga sociale”.
E ha concluso: “Quest’anno, in occasione del 25 novembre, stiamo lavorando per portare il ddl che istituisce il reato di molestie sessuali, con l’aggravante nei luoghi di lavoro in aula, sarà un’altra occasione per ribadire il nostro impegno permanente in Parlamento a tutela delle donne”.
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