Una bestemmia, un euro: la “multa” del bar veneto fa il giro del web (e arriva in beneficenza)
- 08/05/2025
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Nel piccolo comune di Fontanelle, in provincia di Treviso, il Bar Mexico di Lutrano ha introdotto una “tassa sulla bestemmia”: ogni espressione blasfema pronunciata dai clienti costa un euro, somma che viene poi devoluta in beneficenza. “La bestemmia? Qui è un po’ come mettere il punto alla fine della frase. Quando li rimproveri ti guardano stupiti, con gli occhi spalancati”, racconta al Corriere della Sera Marta Vedovato, proprietaria del bar insieme alla sorella Alessandra e alla mamma Dina De Lucca. Lo storico locale, aperto dal 1966, ha deciso di introdurre questa singolare misura circa tre anni fa, quando la situazione stava diventando insostenibile.
“Tutto è cominciato perché qui si stava veramente esagerando”, spiega Vedovato. “Questo è uno storico bar del paese, venivano moltissime persone anziane per giocare a carte o guardare le partite. Si infervoravano e partivano a raffica”. Da qui l’idea di chiedere un euro simbolico per ogni bestemmia pronunciata.
In poche settimane, l’iniziativa ha raccolto circa 150-200 euro, interamente devoluti all’associazione “La Fonte”, che si occupa di malati oncologici e dell’assistenza agli anziani della comunità, finanziando il loro trasporto e altri servizi di supporto.
Non è il primo caso in Veneto
Il Bar Mexico non è pioniere di questa iniziativa. Nel 2023, un altro locale nel comune di Castello di Godego, sempre in provincia di Treviso ma circa 25 chilometri a ovest del capoluogo, aveva adottato una soluzione analoga, introducendo persino un “pacchetto sconto”: 2,50 euro per tre bestemmie consecutive, che singolarmente sarebbero costate un euro ciascuna
In quel caso, il gestore Daniele Muledda aveva affisso un cartello con un vero e proprio tariffario: una bestemmia “costa” 1 euro, tre bestemmie 2 euro, bestemmia d’autore 5 euro. Anche in quell’occasione, il denaro raccolto veniva devoluto in beneficenza, sebbene l’iniziativa avesse suscitato qualche polemica con il parroco locale.
I risultati: meno bestemmie e un ambiente più accogliente
L’effetto della “multa” sembra essere positivo. “Nell’ultimo periodo sono diminuite le multe ma c’è da star contenti perché sono diminuite anche le parolacce e questo vuol dire che li abbiamo fatti rigare dritti”, dice scherzosamente Marta Vedovato.
Anche a Castello di Godego, Muledda aveva notato un miglioramento: “Magari le dicono ancora, ma ora lo fanno con una certa delicatezza, senza farsi sentire troppo. Prima le urlavano”, ha spiegato al Corriere del Veneto. Il suo esercizio ne aveva tratto sensibili vantaggi: “Ora le donne, le famiglie con bambini, vengono a fare colazione più volentieri senza dover tappare le orecchie ai figli”.
Cosa dice la legge italiana
È interessante notare che la legge italiana prevede già sanzioni per chi bestemmia in pubblico. L’articolo 724 del codice penale prevede una multa pecuniaria tra i 51 e i 309 euro per “bestemmie, con invettive o parole oltraggiose contro la Divinità”. “La stessa sanzione si applica a chi compie qualsiasi pubblica manifestazione oltraggiosa verso i defunti”.
Tuttavia, bestemmiare non è più un reato: è stato depenalizzato nel 1999 e oggi si configura come un illecito amministrativo. Si tratta comunque di una norma che viene fatta rispettare raramente, specialmente in alcune aree settentrionali del Paese in cui il linguaggio blasfemo fa comunemente parte della lingua parlata.
Dal punto di vista legale, un privato come il gestore di un bar non ha il potere di imporre “multe” o sanzioni pecuniarie in senso stretto. Solo lo Stato, attraverso gli organi competenti, può farlo.
Tuttavia, l’iniziativa può essere vista come una sorta di “accordo” con i clienti, segnalato da un cartello che avvisa della regola. Se il cliente, consapevole di questa norma, bestemmia, è come se si crasse un’obbligazione volontaria a contribuire. In questo senso, il bar non si sostituisce alla sanzione prevista dalla legge, ma propone un’aggiunta simbolica con finalità benefiche.
Un’idea che si diffonde
L’iniziativa del Bar Mexico ha attirato l’attenzione dei media e dei social network. Mentre la notizia rimbalza online, sui social c’è chi commenta ironicamente: “Se lo applicano in tutti i bar del Veneto in una settimana abbiamo coperto il debito pubblico ed eliminato la fame nel mondo”.
Il cartello che annuncia la “tassa” continua ad essere visibile nel bar, garantendo che anche le future “multe” contribuiscano a iniziative benefiche. Un’idea semplice che dimostra come sia possibile trasformare un comportamento discutibile in un gesto concreto di supporto alla comunità locale.
Il sindaco di Meduna di Livenza, Arnaldo Pitton, ha lodato pubblicamente l’iniziativa sul suo profilo Facebook parlando di una “Ottima idea”.