“Zulù” e cibo preso dalla spazzatura: bambini maltrattati in un asilo di Asti
- 13 Giugno 2025
- Popolazione
In una scuola materna di Asti, due maestre umiliavano e maltrattavano i bambini in vari modi: li costringevano a restare seduti, li strattonavano quando provavano ad alzarsi dalle loro piccole sedie, li costringevano a stare seduti a terra in un angolino. Hanno costretto una bambina a mangiare del cibo preso dalla spazzatura, chiamato ripetutamente “zulù” un bambino di origine straniera e offeso un altro di origine albanese. “Si mangia con le mani? Gli zulù mangiano con le mani” dicevano ai bambini salvo poi mangiare, con le mani, le pietanze preparate dalle mamme dei piccoli. Quando non usavano le proprie mani, le due donne usavano le posate dei bambini.
Castighi immotivati, insulti razzisti e trattamenti violenti: tutto è stato ripreso dalle microspie installate presso l’asilo paritario l’Albero dei Ragazzi, in via Guglielmo Ventura, ad Asti.
Educatrici interdette dall’insegnamento
Nei confronti delle due educatrici, il Gip del Tribunale di Asti ha emesso una misura cautelare di interdizione temporanea ad esercitare l’attività di insegnamento nelle scuole di ogni ordine e grado per il reato di maltrattamenti in concorso nei confronti dei minori a loro affidati.
Non si trattava di eventi isolati: “Le maestre con metodi bruschi, fatti di continue urla ed insulti, sembrano voler impedire ai bimbi di dare sfogo al più fondamentale istinto per un bimbo in tenera età: quello per il gioco”, hanno spiegato gli inquirenti. “Quello che colpisce ed indigna di più in questa squallida e triste vicenda è proprio questa constatazione: la totale assenza del clima allegro e giocoso, sostituito invece da paura, terrore e ansia perdurante”, hanno aggiunto i carabinieri.
Maltrattamenti sui bambini, quali conseguenze
I bambini esposti a maltrattamenti sviluppano immediatamente una serie di sintomi che compromettono il loro benessere psicologico. La violenza fisica e psicologica genera paura costante, aggressività e umiliazione, creando un clima di terrore che impedisce al bambino di sviluppare un senso di sicurezza basilare.
Le conseguenze immediate includono deficit cognitivi che si manifestano attraverso difficoltà di concentrazione, ridotto rendimento scolastico e problemi nello sviluppo linguistico. I bambini maltrattati mostrano inoltre deficit emotivi caratterizzati da benessere psicologico ridotto, sintomi depressivi, paure intense e scarsa autostima.
Un aspetto particolarmente preoccupante riguarda lo sviluppo di sensi di colpa e vergogna. I bambini vittime di maltrattamenti si attribuiscono la responsabilità della violenza subita, percependo se stessi come “cattivi” e meritevoli di punizione. Questa distorsione cognitiva li porta a considerare legittimo il maltrattamento ricevuto, alimentando un circolo vizioso di auto-svalutazione.
I maltrattamenti compromettono gravemente la capacità del bambino di regolare le emozioni e di sviluppare competenze sociali adeguate. I bambini maltrattati presentano una minore prestazione nel riconoscimento delle espressioni e delle situazioni emotive, sviluppando una percezione distorta degli altri come figure minacciose e inaffidabili.
La violenza subita in contesti educativi porta a un deterioramento dei rapporti sociali che spesso sfocia in inibizione e ritiro sociale. I bambini maltrattati sviluppano un’immagine negativa di sé e degli altri, caratterizzata da profonda sfiducia nelle relazioni interpersonali che porta a difficoltà nel mantenere legami affettivi stabili.
Conseguenze psicopatologiche gravi
Le ricerche scientifiche hanno documentato una relazione significativa tra maltrattamenti infantili, come quelli perpetrati nell’asilo di Asti, e lo sviluppo di disturbi psichiatrici. I bambini vittime di violenza presentano un rischio elevato di sviluppare depressione, disturbi d’ansia, disturbi alimentari, disturbi dissociativi e disturbi post-traumatici da stress.
Nei casi più gravi possono emergere sintomi psicotici: le vittime di violenza hanno maggiori probabilità di presentare allucinazioni visive e uditive, deliri e disturbi del pensiero. Questi sintomi si accompagnano spesso a comportamenti regressivi, alterazioni del livello di vigilanza e impulsività.
Fattori che aggravano il danno
L’entità delle conseguenze psicologiche dipende da diversi fattori. Il danno risulta tanto maggiore quanto più il maltrattamento rimane sommerso, viene ripetuto nel tempo con violenza, e quando la risposta di protezione ritarda. La dipendenza psicologica tra vittima e maltrattante, particolarmente forte nel contesto scolastico dove l’educatore rappresenta una figura di autorità, aggrava ulteriormente le conseguenze. Nel caso specifico dei maltrattamenti in ambito scolastico, come quello di Asti, i bambini si trovano in una condizione di particolare vulnerabilità poiché la violenza viene perpetrata da figure che dovrebbero garantire protezione e crescita. Questa violazione della fiducia basilare compromette profondamente la capacità del bambino di sviluppare relazioni sicure e di percepire il mondo come un luogo affidabile.
Il rischio di diventare cattivi genitori
Gli studi longitudinali dimostrano che i bambini maltrattati hanno maggiori probabilità di sviluppare in età adulta condotte autolesive e suicidarie, comportamenti sessuali a rischio, abuso di sostanze e comportamenti delinquenziali.
Un fenomeno particolarmente preoccupante è la trasmissione intergenerazionale della violenza. I genitori che hanno subito maltrattamenti durante l’infanzia hanno più probabilità di perpetrare violenza sui propri figli. Il circolo vizioso può essere rotto dai buoni esempi educativi e affettivi che, fortunatamente, sono ancora diffusi nel nostro Paese.