Odi il lunedì? Eppure non è il giorno più triste: ecco quando il morale è davvero a terra
- 03/03/2025
- Popolazione
Hai sempre dato la colpa al lunedì per quella sensazione di tristezza, ma forse dovresti fare più attenzione a come ti senti gli altri giorni. Secondo un’ampia ricerca condotta dall’University College London (UCL), infatti, il vero crollo dell’umore non arriva con l’inizio della settimana lavorativa, ma a metà strada: mercoledì e giovedì sono i giorni in cui ansia e sintomi depressivi toccano i livelli più alti, rispetto alla domenica. Felicità e soddisfazione della vita invece sono più alti il lunedì e il venerdì, sempre rispetto alla domenica.
Lo studio, basato su quasi un milione di osservazioni raccolte su oltre 49.000 adulti, ha analizzato come il nostro benessere mentale fluttui nel corso della giornata e della settimana. La scoperta? Ci svegliamo sentendoci meglio, ma il nostro umore tende a peggiorare con il passare delle ore, raggiungendo il punto più basso intorno a mezzanotte. E se è vero che il weekend porta con sé un senso di libertà, i suoi effetti sul benessere sono meno lineari di quanto si possa pensare. E non finisce qui: il nostro stato mentale dipende anche dalla stagione.
Ecco cosa hanno scoperto i ricercatori e perché queste informazioni potrebbero avere un impatto concreto sulla gestione della salute mentale e sulla pianificazione dei servizi pubblici.
Mattina meglio della sera: come varia il benessere nell’arco della giornata
Lo studio, che ha coinvolto 49.218 adulti monitorati per due anni (dal marzo 2020 al marzo 2022), ha rivelato che l’ora del giorno gioca un ruolo importante nel nostro benessere mentale. Analizzando parametri come depressione, ansia, felicità, soddisfazione della vita e solitudine, i ricercatori hanno scoperto che:
• ci svegliamo con un umore migliore: i livelli di depressione e ansia sono più bassi al mattino, mentre felicità e soddisfazione della vita toccano i loro picchi dopo il risveglio
• la sera porta un calo del benessere: man mano che la giornata avanza, si registra una riduzione progressiva dell’umore positivo, con il picco negativo attorno alla mezzanotte.
• il benessere sociale (solitudine) è più stabile: mentre altri indicatori fluttuano durante la giornata, la sensazione di solitudine cambia poco.
Questi risultati si allineano con le teorie sui ritmi circadiani: la produzione di ormoni come cortisolo e serotonina, che influenzano il nostro umore, segue un ciclo naturale, con livelli più alti al mattino e un progressivo declino durante il giorno.
Giorni feriali o fine settimana: quando ci sentiamo meglio?
Oltre all’orario, lo studio ha esaminato come il giorno della settimana influisca sul nostro benessere. E i risultati sono in parte sorprendenti:
• il lunedì non è il momento peggiore: sebbene il “Monday blues” sia un fenomeno noto, lo studio ha rilevato che i sintomi di ansia e depressione sono più alti il mercoledì e il giovedì
• i fine settimana portano più alti e bassi: durante il sabato e la domenica, la variazione dell’umore è più marcata. Si inizia la giornata con un umore migliore, ma si registra un calo significativo a mezzogiorno, con una risalita nel pomeriggio e un nuovo crollo a mezzanotte.
• nei giorni feriali la variazione è meno drastica: la stabilità della routine lavorativa potrebbe spiegare perché l’umore segue un andamento più prevedibile dal lunedì al venerdì.
Questo suggerisce che la nostra percezione del benessere non dipende solo dal nostro stato mentale, ma anche dal contesto e dalle attività svolte. Il weekend, spesso considerato sinonimo di relax, può amplificare le fluttuazioni emotive.
L’estate porta il buonumore? L’influenza delle stagioni sulla salute mentale
Oltre all’orario e al giorno della settimana, lo studio ha rilevato un forte effetto stagionale sulla salute mentale:
• l’estate è il periodo migliore per il benessere mentale: sintomi di depressione e ansia sono ai minimi, mentre felicità e soddisfazione della vita raggiungono i livelli più alti
• l’inverno è il periodo più critico: le persone riportano più sintomi di ansia e depressione, con una percezione generale di benessere più bassa
• anche la primavera e l’autunno hanno un impatto: l’ansia tende a raggiungere il suo picco in primavera e autunno, mentre la tristezza è più pronunciata nei mesi invernali.
Questi risultati si collegano ai ritmi biologici regolati dalla luce solare, con il fenomeno del Disturbo Affettivo Stagionale (SAD) che colpisce molte persone nei mesi più bui. Inoltre, fattori come temperature, festività e cambiamenti nella routine possono influenzare l’umore stagionale.
Le implicazioni per la ricerca e la sanità pubblica
I risultati di questo studio hanno un impatto concreto su ricerca, assistenza sanitaria e strategie di prevenzione:
- Screening e diagnosi più mirati
I test di valutazione della salute mentale potrebbero essere influenzati dall’orario della giornata in cui vengono somministrati. Un paziente valutato al mattino potrebbe sembrare meno depresso rispetto a uno esaminato a tarda sera, portando a potenziali errori diagnostici. - Pianificazione degli interventi di salute mentale
I servizi di supporto psicologico dovrebbero tenere conto delle fluttuazioni giornaliere e stagionali, offrendo risorse nei momenti critici (ad esempio, aumentando la disponibilità di supporto nei mesi invernali o nelle ore serali). - Migliore gestione del benessere personale
Sapere che il nostro umore tende a peggiorare verso sera può aiutarci ad adottare strategie per contrastare questo declino, come attività rilassanti, esercizio fisico o esposizione alla luce naturale.
I ricercatori sottolineano l’importanza di approfondire l’analisi, anche in differenti contesti geografici, ma lo studio dimostra che il nostro stato mentale segue un ciclo prevedibile, influenzato dall’orario, dal giorno della settimana e dalla stagione. E se a quanto pare le cose vanno meglio al mattino e l’estate tende a renderci più felici, la vera sfida è trovare modi per mantenere un buon equilibrio emotivo anche nei momenti più difficili.