L’Italia lancia la sfida all’invecchiamento
- 19/09/2023
- Popolazione
Un finanziamento di oltre 114 milioni di euro e un ‘esercito’ di 350 ricercatori per lanciare la sfida all’invecchiamento. Nel 2050 gli ultraottantenni in Italia saranno 7 milioni e 600mila, 3 milioni in più di adesso (fonte Istat): un traguardo impressionante, se si pensa che nel 1950 donne e uomini che avevano compiuto gli 80 anni erano solo 500mila. Dal punto di vista demografico la popolazione italiana è peculiare: unisce una fecondità estremamente bassa a uno dei più alti livelli di aspettativa di vita al mondo. Caratteristiche che rendono il nostro Paese un caso di studio perfetto a livello internazionale. Parte da qui la sfida di Age-It, un programma dedicato alla ricerca sui temi dell’invecchiamento, presentato oggi all’Università di Firenze che guida il progetto.
In campo fondi e ricercatori
“Age-It è un partenariato esteso, cioè una delle linee di investimento previste dal ministero dell’Università e della Ricerca all’interno del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), e realizza un’alleanza pubblico-privato per fronteggiare la sfida di una società che invecchia inesorabilmente – riassume in una nota l’ateneo fiorentino – Potrà contare su un finanziamento di oltre 114 milioni di euro e su 350 ricercatori, grazie alla rete di partner di cui è composto: 27 tra università, centri di ricerca, industrie, enti e organizzazioni, con il coordinamento dell’Università di Firenze. Un raggruppamento vastissimo di competenze, al lavoro per studiare come la nostra società si sta evolvendo e disegnare le possibili linee di intervento, da tutti i punti di vista: sociale, economico, biomedico e tecnologico”. Una ricerca sul campo che “darà indicazioni utili, a livello internazionale, alle società e popolazioni che vivono lo stesso trend demografico e analoghi problemi”.
Dieci grandi sfide in vari settori disciplinari
Sarà organizzata in 10 grandi sfide articolate nei vari settori disciplinari, con un’attenzione particolare a temi trasversali come il trasferimento tecnologico e il ruolo dell’apprendimento nell’invecchiamento attivo. Ci sono limiti all’aumento della sopravvivenza in Italia? Qual è stato l’impatto di Covid-19? Perché la fecondità dell’Italia è tra le più basse al mondo? Qual è il ruolo delle politiche? Le migrazioni possono contrastare il processo di invecchiamento? Come cambiano le dinamiche sessuali e le dinamiche di formazione e scioglimento delle unioni in una società in cui viviamo sempre più a lungo? Qual è l’impatto del cambiamento climatico e dell’inquinamento sulla salute degli anziani? Che ruolo avrà la Silver Economy?
“Sono alcune delle questioni che affronteremo – sottolinea Daniele Vignoli, ordinario di Demografia all’Università di Firenze e coordinatore scientifico di Age-It, già vincitore di un finanziamento dell’European Research Council dedicato a ‘Incertezza economica e fertilità in Europa’ – con l’obiettivo di fornire delle risposte sulla base delle evidenze scientifiche e delle previsioni di sviluppo delle conoscenze”. “Saremo al lavoro – prosegue lo scienziato – per trovare le migliori soluzioni tecnologiche, sociali, medico-assistenziali e di policy per il benessere di una società dove gli equilibri tra le generazioni stanno cambiando radicalmente“.
“Age-It mette l’Italia al centro della ricerca nazionale e internazionale sul tema dell’invecchiamento (e le sue sfide), declinato lungo l’intero arco della vita e affrontato nelle sue diverse dimensioni sociale, sanitaria, demografica – dichiara la rettrice dell’ateneo fiorentino, Alessandra Petrucci – Essere a capofila di questo partenariato riveste per l’Università di Firenze grande importanza, a cui corrisponde l’impegno e la responsabilità di contribuire alle prospettive future della nostra società”.
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