La fisica Gabriella Greison insultata sui social, la risposta: “La dignità non ha dress code”
- 24 Luglio 2025
- Popolazione Trend
Scrittrice, conduttrice, attrice, divulgatrice scientifica di meccanica quantistica, Gabriella Greison è finita al centro di una polemica a seguito della sua partecipazione come madrina alla cerimonia di laurea dell’Università di Messina, tenutasi nella suggestiva cornice del Teatro Antico di Taormina.
Un video da lei stessa pubblicato su Instagram, in cui indossava un abito estivo scollato, ha scatenato un’ondata di commenti sessisti e gratuiti, concentrati esclusivamente sul suo aspetto fisico piuttosto che sul suo ruolo professionale. E la risposta non si è fatta attendere.
Le critiche sessiste
Pochi giorni prima dell’evento, Greison aveva postato un video dall’aeroporto di Linate, esprimendo il suo entusiasmo per l’imminente cerimonia. Questo video, che la ritraeva con un “abito estivo, color verde acqua” e un “bel décolleté”, è diventato il bersaglio di insulti volgari da parte degli haters. Tra i commenti ricevuti si leggono frasi come: “Una donnetta che ha bisogno di apparire”, “Abbigliamento indecente e poco dignitoso” e “L’età che avanza costringe alcune donne a sparare gli ultimi fuochi d’artificio”.
Le critiche, diffuse su piattaforme come Instagram e Facebook, mettevano in discussione il suo valore professionale, “riducendo la sua figura al solo aspetto esteriore”, a differenza di LinkedIn, dove il tono è rimasto più rispettoso.
La reazione di Gabriella Greison
Lungi dal rimanere in silenzio, Gabriella Greison ha scelto di rispondere con determinazione e intelligenza, pubblicando due lunghi post sui social e rilasciando un’intervista a “la Repubblica”. La sua replica ha chiarito la radice del problema, affermando con forza: “Quello che vi ha turbato non è il vestito. È che una donna possa parlare di fisica quantistica senza ricordare un uomo, e quindi senza chiedere il permesso. Che possa salire su un palco, spiegare la funzione d’onda e Schrödinger, e intanto avere le tette. Ops”.
Greison ha abbracciato l’ironia come strumento di denuncia, domandandosi retoricamente: “Il mondo brucia, l’Ai ci legge nel pensiero… e a voi sconvolge una donna con un décolleté che parla di fisica quantistica? Ma sul serio?”. Ha poi enunciato il suo messaggio centrale: “Non c’è un dress code per la dignità”. Ha sfidato i suoi critici a “provare a usare il cervello e a posizionarsi nell’anno in corso, con tutte le lotte che sono state fatte da quelle prima di me”, suggerendo che la decenza non si trova in “un centimetro di stoffa, invece che nel contenuto delle parole”.
La fisica ha anche sollevato una domanda provocatoria, chiedendo se alle migliaia di ragazze laureate in abiti estivi fosse “preclusa la carriera scientifica”. A riprova del consenso ricevuto dal pubblico presente a Taormina, ha menzionato i “centinaia di selfie” che ragazzi e ragazze le hanno chiesto dopo il suo apprezzato discorso, contrapponendoli ai “moralisti”.
Greison ha concluso il suo forte e chiaro messaggio con una visione che proietta nel futuro, ma che è già realtà: “Nel 2025 una donna bella può parlare di fisica quantistica, emozionare una platea e scegliere da sola cosa mettersi. Sì, anche se è scollato. Sì, anche se vi distrae. Si chiama shock culturale. Io, sul palco, ci vado col pensiero in ordine… e vestita come mi pare”. La sua sensazione di sentirsi “scissa in due, come onda e particella” è una metafora eloquente della dicotomia che alcune donne devono affrontare, dove il loro intelletto e la loro professionalità vengono misurati in base a standard di apparenza obsoleti. Questa vicenda evidenzia la persistenza del sessismo in ambiti professionali e accademici, dove il valore di una donna è ancora, troppo spesso, superficialmente giudicato dall’esterno.
La difesa della Rettrice
In risposta agli hater, Greison ha condiviso anche la nota della Rettrice Giovanna Spatari: “Ritengo di interpretare la volontà di chi è intervenuto alla cerimonia di Taormina, nel ringraziare la dottoressa Gabriella Greison per lo splendido intervento che ci ha regalato. Le sue parole hanno offerto a tutti noi una visione profonda e originale di ciò che è il nostro tempo, del percorso di maturazione che ragazze e ragazzi sono chiamati ad affrontare e dello spirito creativo con il quale va pensato il futuro. Ha, inoltre, voluto omaggiare la nostra terra, con riferimenti emozionanti alla sua storia, alla sua cultura, alla sua tradizione. Non possiamo che esprimerle solidarietà per i commenti sessisti ricevuti da chi, evidentemente, non ha strumenti per comprendere lo spessore della persona e l’importanza dei messaggi che veicola. Da chi, ancorato a una cultura desueta e antistorica, ne continua a utilizzare le modalità e i codici espressivi”.
In definitiva, il caso di Gabriella Greison non è solo la storia di un abito e di commenti sgradevoli, ma una chiara dimostrazione che la sostanza e il merito dovrebbero sempre prevalere sulla forma e sul pregiudizio. La sua risposta funge da potente promemoria che l’intelligenza e la dignità non aderiscono a nessun “dress code” imposto.