Istat, oltre un quarto dei minori italiani rischia la povertà: dal 14% del Nord Italia al critico 43% nel Mezzogiorno
- 15 Luglio 2025
- Popolazione
Oltre un quarto degli under 16 italiani è a rischio povertà o esclusione sociale. A confermarlo è la rilevazione dell’Istat che ha diffuso i nuovi dati relativi alle condizioni di vita dei minori di 16 anni in Italia, aggiornati al 2024, evidenziando che il 26,7% si trova tale condizione.
Questa percentuale, sebbene in calo di 3 punti percentuali rispetto al 2021, nasconde significative disparità geografiche e sociali, con un peggioramento della severità della deprivazione per i minori più svantaggiati.
Il Mezzogiorno in forte disagio
Il rischio di povertà o esclusione sociale si acuisce drasticamente per i minori residenti nel Sud e nelle Isole, dove raggiunge un allarmante 43,6%. Nel Nord, la quota si ferma al 14,3%, registrando una forte contrazione dal 20,5% del 2021, mentre nel Centro l’indicatore sale al 26,2%. Nonostante il divario, quasi la metà (il 49,2%) dei minori a rischio di povertà o esclusione sociale è di nazionalità italiana e risiede nel Mezzogiorno.
Diversi fattori familiari incidono pesantemente sul rischio di disagio economico.
Composizione familiare
Il rischio aumenta con il numero di minori in famiglia. Per i minori che vivono con entrambi i genitori, l’indicatore sale al 26,2% se è presente almeno un fratello, rispetto al 18,1% per i figli unici. La situazione è ancora più critica per i minori che vivono con un solo genitore, con un rischio che si attesta al 38,3% in assenza di fratelli e schizza al 53,3% se ve n’è almeno uno. In particolare, le famiglie monogenitore con due o più figli registrano un peggioramento di oltre 13 punti percentuali rispetto al 2021. Quando è presente solo la madre, il 48,4% dei minori è a rischio, mentre per i padri soli la percentuale scende al 30,9%.
Reddito familiare
Le famiglie con almeno un minore hanno un reddito netto mediano equivalente inferiore (circa 21.147 euro) rispetto a quelle senza minori (circa 25.718 euro). Questo reddito diminuisce all’aumentare del numero di figli, scendendo a circa 14.946 euro per le famiglie con tre o più minori. Nel Mezzogiorno, le famiglie con minori dispongono di soli 15.729 euro, contro i 24.488 euro del Nord.
Livello di istruzione dei genitori
L’istruzione genitoriale è un fattore determinante. Oltre la metà (51,8%) dei minori con genitori che hanno al massimo la licenza media inferiore è a rischio di povertà o esclusione sociale. Questa quota è più di cinque volte superiore a quella dei minori con almeno un genitore laureato (10,3%). Questo divario si riflette anche nella deprivazione materiale e sociale specifica dei minori.
Cittadinanza
I minori stranieri presentano un rischio di povertà o esclusione sociale notevolmente superiore (43,6%) rispetto ai coetanei italiani (23,5%). Nel Mezzogiorno, questa differenza è ancora più marcata, con il 78,2% dei minori stranieri a rischio, contro il 40,9% degli italiani.
Deprivazione materiale e sociale
Nel 2024, l’11,7% dei minori di 16 anni si trova in una condizione di deprivazione materiale e sociale specifica, presentando almeno tre segnali di deprivazione su 17 individuati. Questo valore è inferiore alla media europea (13,6%) e in diminuzione rispetto al 2021 (era 13,5%). Tuttavia, la situazione dei minori deprivati appare più severa: la quota di chi presenta almeno sei segnali è aumentata al 51,6% (rispetto al 36,2% del 2021).
Tra i segnali più diffusi di deprivazione si annoverano l’incapacità della famiglia di permettersi di “sostituire mobili danneggiati con altri in buono stato” (88,6% dei minori deprivati), di “trascorrere almeno una settimana di vacanza all’anno lontano da casa” (85,4%), e di “svolgere regolarmente attività di svago fuori casa a pagamento” (67,5%). La possibilità di accedere a servizi educativi per l’infanzia gioca un ruolo cruciale, con un’incidenza di deprivazione quasi 5 punti percentuali superiore tra i bambini di 0-2 anni che non vi accedono.
Insicurezza alimentare e difficoltà abitative
L’insicurezza alimentare, definita come l’incapacità di accedere a un’alimentazione sana e nutriente per vincoli economici, interessa il 4,9% dei minori in Italia nel 2024, in calo rispetto al 5,9% del 2021. Anche qui, si osservano notevoli differenze regionali, con l’8,9% dei minori nel Mezzogiorno colpiti, rispetto al 3,1% nel Nord e al 2,1% nel Centro. Le famiglie monogenitore sono le più vulnerabili, con l’8,2% dei minori che sperimenta insicurezza alimentare, contro il 4,6% delle coppie con figli.
Le famiglie con minori affrontano più frequentemente difficoltà legate all’abitazione: il 22,7% paga un mutuo (più del doppio rispetto al totale delle famiglie) e il 23,6% vive in affitto. Inoltre, il sovraffollamento è molto più comune tra le famiglie con minori (35,1% contro il 16,6% del totale delle famiglie).
La povertà infantile predittiva di quella adulta
L’analisi Istat sottolinea anche la forte trasmissione intergenerazionale dello svantaggio economico. Vivere in una famiglia con difficoltà finanziarie all’età di 14 anni aumenta significativamente il rischio di povertà in età adulta. Nel 2023, il 20% degli adulti (25-59 anni) in Europa che da bambini vivevano in famiglie con difficoltà economiche era a rischio di povertà, contro il 12,4% di chi aveva vissuto in buone condizioni. L’Italia è tra i Paesi dell’Ue con le maggiori differenze, con un divario di 19,6 punti percentuali tra coloro che hanno avuto un’infanzia in cattive situazioni finanziarie (34%) e chi in buone (14,4%). Anche l’istruzione dei genitori gioca un ruolo chiave: in Italia, il rischio di povertà per gli adulti è del 22% se i genitori hanno un’istruzione secondaria inferiore o meno, scendendo al 7,4% se hanno un’istruzione terziaria.
I dati, frutto di un’approfondita analisi condotta dall’Istat nel 2024 nell’ambito dell’Indagine annuale su Reddito e condizioni di vita, evidenziano la persistenza di forti disuguaglianze e la necessità di interventi mirati per tutelare i minori e spezzare il ciclo di svantaggio che può condizionare il loro futuro.