Nuova legge sul velo, arrestata e liberata Parastoo Ahmadi che aveva cantato senza hijab
- 16/12/2024
- Mondo Popolazione
La nuova legge dell’Iran sul velo obbligatorio è entrata in vigore venerdì 13 dicembre ed è l’ennesimo attacco alla libertà delle donne iraniane. In 74 articoli, divisi in cinque diversi capitoli, la legge, approvata dalle autorità iraniane lo scorso 30 novembre, rende ancora più cupo il quadro normativo del Paese a due anni dall’uccisione della giovane Mahsa Amini, ‘rea’ di non indossare bene il velo.
Lo stesso velo che oggi significa sanzioni più severe, comprese quelle corporali, per le donne che non rispettano il rigido codice di abbigliamento obbligatorio in vigore nella Repubblica islamica dal 1980 e per chiunque si opponga al regime, uomini inclusi.
Iran, le nuove sanzioni per le donne
La nuova legge sul “velo e la castità” non obbliga le donne solo a coprire il capo e i capelli: sia nella vita reale che online sono vietati anche “indumenti succinti o attillati, che mostrano parti del corpo più in basso del collo, sopra le caviglie o sopra gli avambracci”.
Chi non rispetta la nuova legge può subire una sanzione di 8 milioni di rial (circa 180 euro), che raddoppiano se non pagate entro 30 giorni. In caso di recidiva, le sanzioni aumentano da un minimo di 80 rial (1.800 euro) fino a 165 milioni di rial (oltre 3.725 euro) in base all’entità dell’irregolarità. Qualsiasi donna considerata ‘nuda’ in luoghi pubblici potrà essere arrestata. I casi di disobbedienza più gravi prevedono pene il carcere da 2 a 6 anni di carcere e ben 74 frustate.
Non solo: chi non paga le sanzioni in tempo, rischia di essere esclusa dall’accesso ai servizi amministrativi, finanziari e sociali, inclusi il rilascio del passaporto, l’immatricolazione del veicolo e il rinnovo della patente di guida. La nuova legge dell’Iran sul velo obbligatorio prevede inoltre che tutte le ragazze tra i 9 e 15 anni che non rispettano le regole saranno soggette dovranno anche seguire delle non meglio precisate “misure educative”.
Il Grande Fratello iraniano
La legge prevede sanzioni anche per chiunque (anche uomo) protesti contro il governo, non collabori con le autorità o inciti le donne a non rispettare le regole. Il governo iraniano vuole creare una sorta di Grande Fratello dove nessuna disobbedienza resti impunita: se un amministratore condominiale si rifiuta di fornire alle autorità i filmati di sorveglianza delle donne che si oppongono alle nuove misure rischia multe da 18 a 36 milioni di rial (da 400 a oltre 800 euro); se un tassista, o un conducente di vetture a noleggio o di servizi di trasporto digitali non denuncia le passeggere che violano le regole sul velo obbligatorio va incontro a sanzioni pecuniarie e al mancato rinnovo della licenza; qualsiasi dipendente pubblico e titolare di attività commerciale che non contribuisca al rispetto delle regole rischia la sospensione dal servizio pubblico per cinque o sei anni, oltre alle sanzioni pecuniarie.
La nuova legge dell’Iran sul velo obbligatorio autorizza inoltre il ministero dell’Intelligence, l’unità di intelligence della polizia (Faraja) e l’Organizzazione di intelligence del Corpo delle guardie rivoluzionarie islamiche di visionare e mettere a disposizione delle autorità competenti dati e filmati di chiunque violi le regole.
Il parlamento presieduto da Mohammad Bagher Ghalibaf vuole rendere capillarizzare al massimo il controllo nel Paese. A tal fine, la legge prevede anche la formazione di gruppi popolari incaricati di inviare avvertimenti verbali e scritti alle e ai disobbedienti, e li autorizza a intervenire in pubblico. Potranno essere arruolati anche cittadini non iraniani ma con documenti validi per l’Iran così da allargare il bacino dei “controllori”.
La legge sul “velo e la castità” si applica anche agli spazi culturali e creativi iraniani dove saranno vietati design, giocattoli, opere d’arte e manichini ritenuti non in linea con le nuove norme. I trasgressori rischiano multe, divieti di spostamento e restrizioni sulle attività online.
La legge incarica il ministero delle Strade e dello Sviluppo Urbano di costruire alloggi “in linea con la cultura islamica” e promuove la creazione di punti vendita permanenti di capi di abbigliamento “appropriati”, ai “valori islamici”.
Presidente contrario (ma conta poco)
L’iter della legge è durato circa un anno, attirandosi le critiche della comunità internazionale, la preoccupazione delle donne iraniane e persino l’opposizione del presidente della Repubblica iraniana. Il 2 dicembre, intervenendo sulla tv pubblica, il ‘riformista’ Masoud Pezeshkian ha detto: “Cercando di regolare qualcosa, con questo intervento si potrebbe finire per danneggiare molto altro. Ho molte riserve… Se non posso difendere bene quello che devo fare, potrebbe essere peggio”. Il suo parere, però, conta poco in Iran dove la legge entra in vigore anche senza la promulgazione del presidente, che può essere sostituita da quella parlamentare. In pratica, le nuove norme sul velo obbligatorio entrano in vigore da oggi, a prescindere dalla volontà del presidente Pezeshkian, detto ‘il dottore’.
Il concerto di Parastoo Ahmadi, “un atto di resistenza”
A poche ore dall’entrata in vigore della nuova legge, la cantautrice iraniana Parastoo Ahmadi ha eseguito un concerto senza indossare l’hijab e con le braccia scoperte, trasmettendolo poi sul suo canale YouTube. Il video pubblicato ieri, 12 dicembre, ha già totalizzato quasi un milione di visualizzazioni provocando l’indignazione e la rabbia del governo iraniano. Durante il ‘Caravanserai Concert’, la cantante si esibisce per trenta minuti insieme ai tre uomini, membri del suo gruppo, per lanciare al mondo quello che lei stessa definisce “un atto di resistenza”.
Tra gli altri brani, Parastoo ha eseguito la canzone “Az Khoon-e Javanan-e Vatan” (“Dal sangue della gioventù della patria”), che già dall’anno scorso è diventato un simbolo di resistenza delle donne iraniane, che continuano a lottare coraggiosamente contro il governo di stampo teocratico. La magistratura iraniana ha annunciato di aver avviato un’indagine su Parastoo Ahmadi, sostenendo che il suo sia stato un “concerto illegale” perché “non rispettava gli standard legali e culturali del Paese”.
Già tra il 2022 e il 2023, l’artista, molto seguita sui social, aveva condiviso sui suoi profili canali diverse ballate a sostegno delle proteste di massa che stavano interessando l’Iran a seguito della morte di Mahsa Amini.
All’inizio del suo ‘Caravanserai Concert’, Parastoo Ahmadi si rivolge a un pubblico immaginario, con uno sfondo nero e un messaggio chiaro alle autorità iraniane: “Sono Parastoo, la ragazza che non riesce a stare zitta e si rifiuta di smettere di cantare per il Paese che ama. Ascoltate la mia voce in questo concerto e sognate una nazione libera e bella. Un atto di resistenza”. La dissidente iraniana in esilio Masih Alinejad ha definito “storico”, il nuovo concerto pubblicato dall’artista a poche ore dalla nuova legge iraniana sull’hijab: “La voce di Parastoo è un inno contro la tirannia”.
Poche ore dopo il suo concerto, Parastoo Ahmadi è stata arrestata dalle autorità iraniane. Oggi, lunedì 16 dicembre, è stata rilasciata in attesa del processo.