Come evitare che il tuo cervello invecchi prima del tempo, ecco i nemici invisibili a cui fare attenzione
- 16/12/2024
- Popolazione
Ormai anche i sassi sanno che lo stile di vita è tutto, se si vuole vivere e invecchiare in salute, scattanti e a lungo. E ora uno studio della Oxford University aggiunge un tassello al puzzle di come rimanere sempre giovani e soprattutto con un cervello funzionante: i ricercatori hanno individuato ben 15 cause di invecchiamento della nostra preziosa materia grigia, e la buona notizia è che su molte di esse possiamo farci qualcosa. Perché, assodato che anche il cervello invecchia, possiamo almeno provare a rallentare il processo. No, guardare serie Netflix fino alle 3 di mattina purtroppo non aiuta.
Lo studio di Oxford sulle aree del cervello che invecchiano più rapidamente
Il nuovo studio in questione, dal titolo ‘The effects of genetic and modifiable risk factors on brain regions vulnerable to ageing and disease’, è stato condotto dai ricercatori del Nuffield Department of Clinical Neurosciences dell’Università di Oxford (Manuello, J., Min, J., McCarthy, P. e altri) e pubblicato su Nature Communications (Nat Commun 15, 2576 (2024)). La ricerca ha usato le scansioni cerebrali di circa 40mila persone sopra i 45 anni partecipanti alla UK Biobank, focalizzandosi sulle aree che invecchiano più rapidamente, risultate allo stesso tempo più vulnerabili alla schizofrenia e al morbo di Alzheimer.
Queste patologie hanno anche delle cause genetiche, che però non sono ancora chiare. Ma, emerge dallo studio, ci sono anche fattori di rischio modificabili molto deleteri per questa rete cerebrale vulnerabile. Basti pensare che una commissione di Lancet, aggiornata nel 2020 per includere, ad esempio, l’inquinamento tra gli elementi che favoriscono la demenza, ha esaminato l’impatto relativo di 12 fattori di rischio modificabili e ha dimostrato che possono rappresentare il 40% dei casi in tutto il mondo.
La prevenzione si può fare: i 15 fattori di rischio modificabili
In poche parole, la prevenzione si può fare: modificare i fattori di rischio attraverso il cambiamento nel proprio stile di vita aiuta a procurarsi un invecchiamento più sano. Ed ecco le grandi categorie in cui rientrano i fattori di rischio (ben 161 quelli individuati dai ricercatori) che sono nelle nostre mani, in parte o del tutto:
1. diabete
2. colesterolo
3. pressione sanguigna
4. peso
5. consumo di alcol
6. fumo
7. umore depressivo
8. infiammazione
9. inquinamento
10. udito
11. sonno
12. socializzazione
13. dieta
14. attività fisica
15. istruzione.
Ma sono soprattutto il diabete, l’inquinamento legato al traffico e l’alcol i fattori di rischio modificabili (MRF) più deleteri sulle regioni cerebrali particolarmente vulnerabili, avvisa lo studio.
Ovviamente dietro ognuno di questi fattori c’è un mondo, e molti si intersecano tra loro. Ma se andiamo a sintetizzare, ciò che dobbiamo fare è quello che ormai sappiamo benissimo di dover fare, e che spesso non vogliamo fare.
Conosciamo anche i motivi: rimandare una gratificazione certa e immediata per qualcosa di incerto e futuro è difficile, perché per farlo servono disciplina e costanza, parole che ultimamente sono un po’ in ribasso (la prima è in ripresa, ma nella sua accezione negativa), e perché la vita frenetica che conduciamo, diciamo la verità, non è amica del benessere, anzi ci costringe a fare una fatica bestiale se vogliamo davvero mantenerci in salute.
Non serve essere salutisti talebani, bastano modifiche sostenibili
Forse però potremmo iniziare da piccole cose, in modo sostenibile e realistico, abbandonando la mentalità del ‘o tutto o niente’ che ci fa pensare, ad esempio, che se non andiamo sei volte a settimana in palestra allora meglio non andarci per nulla. Ecco qualche suggerimento, senza la pretesa di esaurire un argomento così vasto.
Per quanto riguarda il diabete, vera epidemia della nostra epoca, per prevenirlo è necessario adottare uno stile di vita sano su più fronti, da una dieta equilibrata alla gestione della pressione fino all’esercizio fisico.
In generale, eliminare o ridurre molto lo zucchero è una cosa che tutti dovremmo fare: negli ultimi anni sono diventati sempre più chiari i danni degli zuccheri in eccesso, così come anche la difficoltà di toglierli dalla nostra alimentazione. Non solo perché danno una vera e propria dipendenza, ma pure perché spesso se ne trova in cibi insospettabili, rendendo la cosa ancora più complessa.
Per quanto riguarda invece l’inquinamento dato dal traffico, questo aspetto è ovviamente più complesso da gestire, ma si può agire tramite l’uso di mascherine e soprattutto cercando di ‘compensare’ passando più tempo possibile in mezzo alla natura, fosse anche il parco vicino casa.
Sull’alcool invece poco da dire, nessuno demonizza il bicchiere bevuto a cena con gli amici o in un’occasione speciale: il problema nasce quando il bicchiere diventa una bottiglia, soprattutto se è un’abitudine quotidiana o quasi. Si può però iniziare eliminando i superalcolici e riducendo i cocktail agli aperitivi.
Tra gli altri fattori individuati dallo studio, anche il sonno è importantissimo, e spesso sottovalutato. Dormiamo poco e male, mentre sarebbe importante andare a letto mezz’ora o un’ora prima – che sulla lunga fa tante ore in più accumulate – e curare l’ambiente in cui riposiamo in modo da passare la notte nel modo più sereno possibile. Ovviamente, a monte, dovremmo imparare a gestire lo stress, cosa che impatta sulla nostra qualità di vita e sulla nostra salute a 360 gradi.
Ovviamente, poi, il fumo va bandito, e in questo i fumatori verranno sempre più aiutati (o costretti) da normative locali, vedi Milano, o europee, che puntano a un futuro ‘smoke free’.
Inoltre, anche avere una vita sociale piena è un aspetto fondamentale: richiede tempo ma ripaga di ogni ‘sforzo’ fatto e arricchisce tutta la vita: l’uomo è un animale sociale, diceva Aristotele, e avere una rete con cui condividere gioie e dolori, pensieri ed esperienze, aiuta decisamente a stare bene.
Ultimo capitolo, l’attività fisica. Anche qui una buona notizia: secondo gli ultimi studi, non è necessario sfiancarsi per ore. Basta un esercizio moderato, ad esempio camminare un po’ di più, evitare l’ascensore, svolgere brevi sessioni di allenamento anche a casa, per fare la differenza.
E se sembra tutto un po’ punitivo, che va a scapito dei piaceri della vita, ricordiamoci due cose: la prima è la massima latina secondo cui ‘la virtù è nel mezzo’, e dunque non occorre diventare cyborg asettici e superdisciplinati ma basta il buonsenso, e la seconda che se il nostro cervello invecchia prima del tempo o sfuma nella demenza, a quel punto ci sarà ben poco da godersi.