Italia sempre più connessa e boom acquisti online (ma a due velocità)
- 28/04/2025
- Popolazione
C’è un’Italia che naviga veloce sulle onde della Rete, fa acquisti online con un click e dialoga con la Pubblica Amministrazione via app. E c’è un’Italia che arranca ancora, che a Internet si affaccia timidamente o, peggio, rimane a guardare. Il nuovo report Cittadini e Ict (anno 2024) di Istat fotografa con nitidezza una società in rapido mutamento digitale, ma segnata da divari generazionali, territoriali e culturali. Un viaggio nell’Italia della connessione che racconta molto più della semplice diffusione tecnologica: parla di opportunità, di disuguaglianze e di nuove abitudini quotidiane.
L’e-commerce prende il volo
Tra il 2023 e il 2024, l’e-commerce ha messo il turbo: quasi un italiano su due ha effettuato almeno un acquisto online. Un incremento di 2,2 punti percentuali che conferma un trend ormai strutturale, dove capi di abbigliamento (23,2%) e articoli per la casa (13,7%) si confermano i protagonisti assoluti del carrello virtuale.
Non si tratta soltanto di comodità: il boom degli acquisti via web intercetta un cambiamento culturale profondo, un diverso approccio alla fiducia, al tempo e perfino al consumo. Il negozio fisico, sebbene ancora vitale, perde terreno a favore di esperienze d’acquisto sempre più rapide, personalizzate e – almeno in apparenza – senza confini.
Interessante osservare come il rapporto con la Pubblica Amministrazione segua dinamiche simili ma più contraddittorie. Se da un lato si consolida l’uso dei siti e delle app per reperire informazioni, dall’altro cala drasticamente l’utilizzo per servizi concreti come scaricare moduli ufficiali (-9,6 punti percentuali) o prendere appuntamenti (-8 p.p). Il dato suggerisce che, nonostante l’enorme potenziale, l’interazione digitale con la Pa stenta a decollare del tutto. Come se la corsa alla digitalizzazione istituzionale viaggiasse su binari meno oliati rispetto a quella del consumo privato, complice anche un’esperienza utente spesso lontana dagli standard dell’e-commerce.
Quanti italiani hanno usato internet nel 2024?
L’accesso a Internet da casa ha toccato nel 2024 un robusto 86,2% delle famiglie italiane, con un progresso di +2,5 punti percentuali rispetto al 2023. Una crescita che, a prima vista, sembrerebbe raccontare una piena maturazione digitale. Eppure, dietro la media nazionale, si celano profonde crepe demografiche: solo il 60,6% delle famiglie composte esclusivamente da anziani dispone di un accesso alla Rete.
Mentre nelle famiglie con almeno un minore l’accesso è praticamente universale (99,1%), e in quelle adulte senza anziani supera il 94%, la “questione anziani” resta aperta. Non è solo una questione anagrafica: influiscono anche fattori culturali, economici, educativi.
Se il titolo di studio elevato, ad esempio, si associa fortemente all’accesso (98,3% tra le famiglie con almeno un laureato), chi possiede solo la licenza media vede crollare la percentuale al 65,3%.
Anche la geografia pesa: il Mezzogiorno segna un ritardo di 4,8 punti percentuali rispetto al Centro-Nord, con Sicilia, Molise e Basilicata fanalini di coda.
Internet, insomma, c’è. Ma non dappertutto e non per tutti, disegnando una mappa a macchie di leopardo che riproduce (e talvolta amplifica) le disuguaglianze tradizionali.
Il balzo degli over 65 e il gender gap negli ultra75enni
Quando si parla di uso di Internet, l’età conta – eccome. Nel 2024, l’81,9% della popolazione italiana sopra i sei anni ha utilizzato la Rete nei tre mesi precedenti l’intervista Istat. Il dato è alto e continua a crescere (+2,4 p.p. rispetto al 2023), ma il vero exploit arriva dai senior: +7,6 punti percentuali tra i 65-74enni e +6,7 punti tra gli over 75.
Un segnale incoraggiante di avvicinamento, anche se i numeri raccontano una distanza ancora significativa: il 68,1% dei 65-74enni è online, ma solo il 31,4% degli ultra75enni naviga sul web.
Anche il divario di genere torna a farsi sentire con l’avanzare dell’età. Fino ai 59 anni, uomini e donne usano Internet in misura simile; poi, gli uomini prendono il largo: tra i 60-64enni, il gap è di 4,3 punti percentuali, ma tra gli over 75 diventa una voragine (38,3% degli uomini contro 26,5% delle donne).
Anche in questo caso, il Sud fatica: solo il 77,5% degli abitanti ha usato Internet, sette punti percentuali in meno rispetto al Nord. L’istruzione fa la differenza: quasi il 96% dei laureati e il 91,6% dei diplomati navigano regolarmente, contro il 69,7% di chi ha al massimo la terza media.
Il digitale, dunque, è ancora un territorio da conquistare per una parte consistente della popolazione anziana e meno istruita.
Chat, video e streaming
Che cosa fanno gli italiani online? Principalmente parlano, ascoltano, guardano. Il 73,4% degli internauti utilizza servizi di messaggeria istantanea come WhatsApp o Telegram, confermando la comunicazione come primo motore della presenza digitale. Seguono le chiamate via web (66%) e la posta elettronica (62%).
Ma non finisce qui. La fruizione di contenuti multimediali è diventata centrale: il 57,4% guarda video su piattaforme di condivisione come YouTube, Instagram o TikTok, mentre il 49,4% ascolta musica in streaming. L’esperienza di Internet è ormai visiva, veloce, frammentata: i video brevi, le storie, i reel hanno colonizzato il tempo libero digitale degli italiani, segnando anche un cambio di paradigma rispetto al passato, quando l’e-mail e i blog erano i protagonisti assoluti.
Accanto al tempo libero, emerge però anche un uso “funzionale” della Rete: il 48,2% cerca informazioni su beni o servizi, il 46% cerca informazioni sanitarie, e il 44,3% accede a servizi bancari online.
È l’affermazione di un Internet non più solo da svago o comunicazione, ma anche da “cura” quotidiana della propria vita pratica, dove informarsi e gestire il denaro diventano operazioni naturali tanto quanto mandare un messaggio vocale.