Il 75% delle famiglie europee non ha figli
- 22/11/2023
- Popolazione
In Europa, solo una famiglia su quattro ha bambini. I dati Eurostat sul 2022 confermando quindi l’inverno demografico del Continente, sempre più vecchio non solo geologicamente ma anche demograficamente.
L’anno scorso nell’UE c’erano quasi 200 milioni di famiglie. Di questo meno di un quarto aveva bambini (24,3% delle famglie totali):
- Famiglie con 1 figlio: 12,1%;
- Famiglie con 2 figli: 9,3%;
- Famiglie con 3 o più figli: 3%
Tra le famiglie con figli, praticamente la metà delle famiglie ne aveva 1 (49,5%), mentre il 38,1% aveva 2 figli e il 12,4% ne aveva 3 o più.
Le famiglie con 3 o più figli erano le meno diffuse nei vari paesi europei. La loro percentuale tra tutte le famiglie con bambini variava dal 22,3% in Irlanda, 21,2% in Svezia e 19,0% in Finlandia, al 6,3% in Portogallo, 6,5% in Bulgaria e 7,4% in Italia.
Contrariamente alle aspettative, il trend dei figli non ha seguito quello delle famiglie: tra il 2012 e il 2022 il numero totale di famiglie europee è aumentato del 6,9%, ma nello stesso periodo la percentuale di famiglie che comprendevano almeno 1 figlio è invece diminuita del 2,4%.
Quanti figli nei vari Paesi Ue
Una situazione diffusa in maniera uniforme, dato che, tra le famiglie con bambini, quelle con un solo figlio erano più comuni in 26 dei 27 paesi membri.
Unica eccezione i Paesi Bassi, dove le famiglie più frequenti erano quelle con 2 figli.
Più della metà delle famiglie con bambini aveva un figlio in Portogallo, Bulgaria, Romania, Malta, Lituania, Lettonia, Italia, Spagna e Ungheria.
Le quote più elevate di famiglie con bambini sono state registrate in Slovacchia (33,9%), Irlanda (32,2%) e Cipro (30,6%), mentre le quote più basse sono state registrate in Finlandia (18,4%), Germania (20,1%) e Paesi Bassi (21,8%). Quest’ultimo Paese rappresenta un unicum, dato che è l’unico dove, tra le famiglie con figli, sono più frequenti quelle con due figli, ma allo stesso tempo è tra i Paesi europei con il più basso numero di famiglie con figli.
L’aspettativa di vita in Europa
Negli ultimi anni, parallelamente al calo demografico, il “Vecchio Continente” ha registrato un aumento della speranza o aspettativa di vita. Anche questo andamento, però, ha subito un lieve rallentamento. Nel 2021, infatti, l’aspettativa di vita alla nascita nell’Ue era di 80,1 anni, in lieve calo rispetto agli anni precedenti: nel 2019, l’aspettativa di vita alla nascita aveva raggiunto 81,3 anni, ma poi è scesa nel 2020 a 80,4 (-0.9 anni) e nel 2021 è ulteriormente diminuita (-0.3 anni rispetto al 2020).
Si tratta tuttavia di una diminuzione non strutturale, bensì causata dall’improvviso aumento della mortalità a causa del Covid-19.
L’Eurostat spiega che nel 2021 l’aspettativa di vita delle donne (82,9 anni) ha continuato ad essere superiore a quella degli uomini (77,2 anni) nel 2021, con entrambi che hanno registrato ulteriori diminuzioni dopo un calo maggiore dal 2019 al 2020. Rispetto al 2020, l’aspettativa di vita sia per le donne che per gli uomini è diminuita di 0,3 anni. Tra il 2002 e il 2021, l’aspettativa di vita alla nascita nell’Unione è aumentata di 2,5 anni, da 77,6 a 80,1 anni; l’aumento è stato di 2 anni per le donne e 2,9 anni per gli uomini.
Qui per scoprire come cambia l’aspettativa di vita tra i vari Paesi Ue
Come affrontare le sfide demografiche
Le culle sempre più vuote spaventano le istituzioni nazionali e sovranazionali, chiamate a tirar fuori dal cilindro delle proposte innovative per evitare il collasso demografico. In questa direzione va lo strumentario europeo per la natalità, che si propone di delineare un approccio globale all’evoluzione demografica sostenuto da quattro assi portanti: genitori, giovani, anziani e migranti.
- Genitori: l’Ue prevede di sostenere i genitori tramite una migliore conciliazione fra aspirazioni familiari e lavoro retribuito. Un ruolo fondamentale è quello dei servizi dedicati ad accogliere e a intrattenere i bambini. Molti genitori non sanno dove lasciare i propri figli o perché in difficoltà economica o perché le strutture dedicate sono poche e spesso non all’altezza del compito;
- Giovani: sostegno alle giovani generazioni mettendole in condizione e sviluppare le proprie competenze e agevolandone l’accesso al mercato del lavoro. Un altro aspetto interessante sottolineato dall’Ue è mettere i giovani nelle condizioni di avere un alloggio a prezzo abbordabile. Situazione che riguarda molto da vicino gli italiani, che lasciano casa a 30 anni contro la media europea di 26,4 anni;
- Anziani: rendere quanto più autonome le generazioni anziane mantenendone il benessere tramite riforme specifiche. Qui per approfondire cos’è la silver economy e quali sono gli scenari futuri;
- Migranti: contrastare la carenza di manodopera con la migrazione regolare controllata, in totale complementarità con la valorizzazione dei talenti interni all’Ue.
Su quest’ultimo punto, va segnalato che la Commissione europea sta pianificando nuovi accordi da stringere con Tunisia ed Egitto entro la fine dell’anno, nonostante le denunce di abusi contro migranti e rifugiati in entrambi i paesi nordafricani, come scrive l’Ong londinese Statewatch.
Lo scorso aprile l’organismo guidato da Ursula von der Leyen aveva annunciato l’intenzione di stabilire un “partenariato più forte contro il traffico di esseri umani”, che comprenderebbe controlli capillari alle frontiere e una maggiore cooperazione tra le forze di polizia. Il documento presentato da von der Leyen al Consiglio europeo non contiene altri dettagli, ma specifica che il modello da attuare con la Tunisia e l’Egitto si baserà sullo stesso schema già messo in pratica con Marocco, Niger e Balcani occidentali, quindi basati su importanti sostegni economici che, nelle intenzioni delle istituzioni, dovrebbero contrastare la tratta degli esseri umani. Fondamentale in questo tipo di accordi è anche il rafforzamento della cooperazione tra le forze di polizia.
Certamente, il fatto che il 75% delle famiglie europee non abbia figli richiede di intervenire con una strategia ampia, efficace e rapida per scongiurare un ulteriore calo della produzione e la crisi dell’intero sistema.
- Europa Giovane6
- Famiglia225
- Fertilità155
- Giovani250
- Mondo204
- Podcast5
- Popolazione489
- Talk | 13 dicembre 20239
- Talk | La 'cura' delle persone5
- Trend97
- Video28
- Welfare237