Giornata Mondiale Alzheimer, emergenza disorientamento: uno Smart Body può aiutare
- 20 Settembre 2025
- Popolazione
La Giornata Mondiale dell’Alzheimer ci ricorda una crisi sanitaria crescente. Nel 2019, circa 55 milioni di persone soffrivano di demenza a livello globale. Questa cifra si prevede possa raggiungere i 139 milioni entro il 2050. In Italia, i malati sono 1.480.000. Un sintomo precoce e pericoloso è il disorientamento spaziale. Per contrastarlo, l’Università Cattolica di Milano ha messo a punto un innovativo strumento. Si tratta di uno “smart body” indossabile, creato nell’ambito di uno studio finanziato dell’Associazione italiana ricerca Alzheimer, che è in grado di rileva – e “combattere” il disorientamento. Grazie al Gps e agli alert, aiuta i pazienti smarriti a tornare a casa.
Alzheimer allarme globale: i numeri del fenomeno
La demenza avanza a ritmi allarmanti. Il Rapporto mondiale Alzheimer mostra dati netti. Nel mondo, ogni tre secondi una persona sviluppa la demenza. I casi erano 55 milioni nel 2019. L’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) prevede 139 milioni entro il 2050. Questa crescita ha un impatto economico enorme. Il costo annuo globale era stimato in 1,3 trilioni di dollari nel 2019. Entro il 2030, il costo raddoppierà, toccando i 2,8 trilioni di dollari.
L’Italia affronta una situazione simile. Le persone con demenza sono 1.480.000. I costi complessivi superano i 23 miliardi di euro l’anno. Oltre il 60% di questi costi è a carico diretto delle famiglie.
Il disorientamento e la necessità di intervento
Il disorientamento spaziale o topografico è uno dei primi campanelli d’allarme della malattia di Alzheimer. Questo disturbo impedisce al cervello di orientarsi nello spazio. Viene alterata la rappresentazione mentale dell’ambiente circostante. Questo fenomeno è collegato a specifici neuroni. Ci sono neuroni di posizione, di griglia e di confine. Si trovano nell’ippocampo e nella corteccia entorinale. Lavorano in sinergia per creare una mappa interna.
Il disorientamento topografico è spesso lamentato dai pazienti. Viene riferito dai familiari anche nelle fasi che precedono l’esordio conclamato. Nonostante sia un predittore, non è sempre valutato specificamente. Nelle fasi successive, il disorientamento spazio-temporale è pienamente manifesto. L’enorme rischio di smarrimento per milioni di pazienti richiede soluzioni immediate.
Lo Smart Body: una tecnologia al servizio della sicurezza
Per rispondere al problema dello smarrimento è stato sviluppato lo “smart body”. È un apparato tecnologico indossabile. Questo dispositivo è dotato di sensori ed è frutto di uno studio di Davide Cammisuli, ricercatore Airalzh e docente presso l’Università Cattolica di Milano. Il suo studio è stato finanziato da Airalzh (Associazione italiana ricerca Alzheimer).
Il dispositivo ha le seguenti funzioni:
- rileva parametri fisiologici e della marcia;
- ha dimostrato la capacità di “catturare” il disorientamento;
- misura una modificazione neurovegetativa specifica. Questa modifica è a carico del sistema simpatico ed è connessa al disorientamento.
Lo studio ha rilevato questa alterazione spaziale anche in pazienti con lieve declino cognitivo. Inoltre, lo smart body offre un monitoraggio non invasivo e da remoto. Questo è un vantaggio sia per i medici che per i familiari/caregiver. Grazie all’uso del Gps, il dispositivo traccia il percorso effettuato. È programmabile con soglie di alert o messaggistica istantanea. In caso di smarrimento, può ricondurre il paziente a casa.
Questo strumento tecnologico supporta l’autonomia del paziente. La riabilitazione, confermata dalle linee guida dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS), è fondamentale. Essa permette di mantenere funzioni cognitive e autonomia più a lungo. Investire in supporti come lo smart body e la riabilitazione non è solo un dovere etico. È anche una scelta strategica e sostenibile per affrontare l’emergenza di 139 milioni di casi attesi. La Federazione Alzheimer Italia chiede che la riabilitazione sia integrata nel nuovo Piano Nazionale Demenze.