Longevità, tra i segreti c’è anche la flessibilità corporea: lo studio
- 03/09/2024
- Popolazione
Hai un’età compresa tra i 46 e 65 anni e non riesci neppure a toccare la punta dei piedi con la punta delle mani? Uno studio afferma che la tua longevità è a rischio. Il legame tra flessibilità corporea e longevità potrebbe avere una connessione più forte di quanto si pensi. Questo è quanto emerso da una ricerca pubblicata sullo Scandinavian Journal of Medicine & Science in Sports.
I livelli di flessibilità, infatti, possono influire sulla durata della vita delle persone che hanno superato la cosiddetta “mezza età”. E a parità di molteplici fattori, la flessibilità nelle donne sembra avere un maggior effetto sulla durata della vita.
Lo studio
La ricerca ha analizzato i dati di un campione di individui pari a 3.139 persone: uomini e donne con un’età compresa tra i 46 anni e i 65 anni. I ricercatori hanno realizzato un indice di flessibilità corporea denominato “Flexindex”, frutto dell’analisi di 20 movimenti. A ogni movimento è stato dato un punteggio da 0 a 4 in base alla capacità di flessibilità e ogni movimento coinvolgeva sette diverse articolazioni.
Durato per 13 anni, lo studio ha così potuto scoprire il legame che c’è tra l’attività fisica, nello specifico la flessibilità del proprio corpo, con la durata della vita. L’indice si è dimostrato più alto del 10% nelle persone sopravvissute rispetto a quelle decedute prima.
Risultati
Tenendo conto di fattori come età, peso e salute generale, alcuni estremi più eventi hanno sottolineato differenze di genere: gli uomini poco flessibili hanno un rischio di morte pari a quasi il doppio rispetto ai più flessibili, mentre per le donne il rischio è quasi cinque volte maggiore. Entrando nello specifico dei dati, tra i meno flessibili, il 21,2% degli uomini è deceduto, contro il 7,8% di quelli che mostravano un indice di flessibilità maggiore. Nel caso delle donne, il 15,4% di decessi tra le meno flessibili si scontra con il 2% tra le più flessibili.
In generale, le donne si sono dimostrate più flessibili con punteggi medi che hanno superato il 35%: le partecipanti con un’età compresa tra i 61 e i 65 anni hanno mostrato una flessibilità del 10% superiore rispetto agli uomini di 15 anni più giovani.
Prospettive future
“È ampiamente riconosciuto che la forma fisica è un forte predittore di sopravvivenza negli adulti -scrivono i ricercatori -. Sebbene questo sia indiscutibile per il fitness aerobico o cardiorespiratorio, studi recenti hanno indicato che anche la forza muscolare e l’equilibrio sono predittori di mortalità per tutte le cause in soggetti di mezza età e anziani. Finora, è praticamente sconosciuto se esista un’associazione tra la flessibilità – un altro dei componenti non aerobici della forma fisica – e la mortalità. Questo studio mostra che una ridotta flessibilità corporea, valutata tramite il Flexitest, cioè 20 movimenti in sette diverse articolazioni, è correlata a una sopravvivenza ridotta in uomini e donne di mezza età seguiti per una mediana di 12-13 anni”.
E concludono: “Questa associazione fornisce ulteriore supporto per considerare la flessibilità come un componente della forma fisica legata alla salute. La valutazione di routine della flessibilità corporea potrebbe essere considerata parte dei protocolli di valutazione relativi all’esercizio fisico, favorendo una prescrizione più individualizzata degli esercizi di flessibilità. Poiché i livelli di flessibilità corporea possono essere migliorati con regimi di allenamento specifici, studi futuri dovrebbero esplorare se i guadagni in flessibilità indotti dall’allenamento porteranno benefici in soggetti di mezza età o più anziani”.
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