Elezioni Marche 2025, la sfida dei candidati: salvare i borghi dalla desertificazione
- 24 Settembre 2025
- Popolazione
Il 28 e 29 settembre i marchigiani tornano alle urne per rinnovare la guida della Regione. Mentre la campagna elettorale corre lungo la costa e nelle piazze delle principali città, c’è un altro scenario che entra di prepotenza nel dibattito: lo spopolamento delle aree interne.
Il censimento permanente 2023 dell’Istat registra 1.482.746 residenti nelle Marche, con una riduzione di 1.552 persone rispetto all’anno precedente. La tendenza è di lungo periodo: dal 2021 la regione perde abitanti ogni anno. Quasi la metà dei comuni marchigiani (46,7%) ha tra 1.001 e 5.000 abitanti, ma in quell’insieme di borghi vive appena il 18,3% della popolazione regionale. Sono comunità estese su gran parte del territorio ma con un peso demografico sempre più limitato. Equivalgono a interi paesi che si svuotano, scuole che chiudono per mancanza di iscritti, uffici comunali che faticano a garantire i servizi minimi.
Alla riduzione dei residenti si somma il progressivo arretramento dei servizi. La cosiddetta “desertificazione bancaria” è un esempio chiaro: secondo First-Cisl, ad agosto 2025 erano 80 i comuni marchigiani privi di sportello bancario (erano 66 nel 2024), per un totale di oltre 102mila abitanti senza accesso diretto a un servizio essenziale.
Il risultato è una quotidianità complicata per chi rimane. Pensionati costretti a spostarsi chilometri per un’operazione, artigiani senza un interlocutore sul territorio, imprese agricole penalizzate nelle pratiche di credito. È su questo terreno che si misura, per molti cittadini, il valore delle promesse elettorali: non tanto nei grandi slogan, quanto nella capacità di riportare servizi di base nei territori che li hanno persi.
I candidati
Sono sei i candidati in corsa alle regionali del 28 e 29 settembre:
- Francesco Acquaroli, presidente uscente di Fratelli d’Italia, cerca un secondo mandato con il sostegno dell’intera coalizione di centrodestra. Ha più volte richiamato i risultati ottenuti in sanità e ha legato l’estensione della Zona Economica Speciale unica a Marche e Umbria, approvata dal Consiglio dei ministri il 4 agosto 2025, alla possibilità di attrarre investimenti.
- Matteo Ricci, ex sindaco di Pesaro ed europarlamentare PD, è il candidato del centrosinistra allargato, sostenuto da Partito Democratico, Movimento 5 Stelle, Alleanza Verdi-Sinistra, Italia Viva e +Europa. Ha posto al centro del programma la riduzione delle liste d’attesa, il potenziamento della sanità pubblica e dei trasporti locali, oltre alla copertura digitale dei comuni più piccoli.
Gli altri quattro candidati rappresentano liste e movimenti più circoscritti.
- Lidia Mangani per il Partito Comunista Italiano, propone un rafforzamento dei servizi pubblici e l’introduzione di un salario minimo.
- Francesco Gerardi, con Forza del Popolo, richiama la necessità di interventi diretti a favore di famiglie e imprese.
- Beatrice Marinelli, con la lista Evoluzione della Rivoluzione, porta in campagna temi legati all’ecologia e alla giustizia sociale.
- Claudio Bolletta, candidato di Democrazia Sovrana e Popolare, inserisce tra le priorità la sanità pubblica e misure a sostegno dell’agricoltura.
Tutti i candidati hanno fatto riferimento, in forme diverse, alla questione dello spopolamento e alla difficoltà di garantire servizi nelle aree interne. Le proposte spaziano dal rilancio degli investimenti al rafforzamento della sanità, dal sostegno alle famiglie a misure per le piccole comunità, delineando approcci differenti ma convergenti sull’urgenza del tema.
Le ferite del sisma e la sfida della ricostruzione
Il terremoto del 2016 ha accelerato processi già in corso. Arquata del Tronto, Visso, Castelsantangelo sul Nera e decine di altri centri hanno perso residenti e attività economiche. A distanza di nove anni molti comuni del cratere contano la metà degli abitanti. La ricostruzione privata procede lentamente, quella pubblica a fasi alterne, e non di rado le case ristrutturate restano vuote perché i servizi non sono tornati.
Durante la campagna elettorale tutti i candidati hanno inserito nei propri tour tappe nel cratere. Acquaroli ha ribadito la ricostruzione come “priorità”, parlando della necessità di semplificare le procedure. Ricci ha insistito sull’importanza di legare la ricostruzione al ritorno di scuole e sanità. Il sindaco di Arquata del Tronto, in una recente assemblea, ha sintetizzato la questione: «Senza scuole e ospedali funzionanti i giovani non restano. Le promesse devono trasformarsi in cantieri».
Per i territori colpiti dal sisma il nodo non è solo ricostruire edifici, ma ridare vitalità a comunità che hanno perso metà della popolazione.
Costa ed entroterra davanti al test delle urne
Il voto nelle Marche è da sempre condizionato dal rapporto tra costa ed entroterra. La fascia costiera concentra la maggior parte degli abitanti e dell’economia regionale. Le aree interne pesano meno dal punto di vista numerico, ma sono diventate la cartina di tornasole della credibilità dei programmi.
Nel 2020 il centrodestra conquistò anche molti consensi nei territori collinari. Nel 2025 lo scenario è diverso: la popolazione delle aree interne continua a calare, ma il tema dello spopolamento è diventato simbolico e obbliga i candidati a presentare proposte mirate.
Nelle ultime settimane i leader nazionali si sono alternati ad Ancona, Pesaro e Ascoli, ma hanno incluso nei tour anche borghi appenninici. L’obiettivo è dare un segnale di attenzione a comunità che hanno perso residenti, servizi e opportunità di lavoro.
Gli elettori delle aree interne chiedono tre cose precise: sanità di prossimità, scuole aperte, trasporti affidabili. Sono richieste ripetute a ogni tornata elettorale. Nel voto del 28 e 29 settembre il risultato sarà deciso soprattutto lungo la costa, ma la percezione politica passerà anche da qui: capire se le aree interne resteranno ai margini o entreranno finalmente al centro dell’agenda regionale.