Digiuno intermittente, uno studio rivela i rischi per il cuore
- 1 Settembre 2025
- Popolazione
Il digiuno intermittente, o alimentazione a tempo limitato, è considerata da molti come la tendenza dietetica dell’ultimo decennio. Diversi studi hanno supportato i benefici che tale scelta alimentare apporta: un digiuno prolungato può migliorare il metabolismo, favorire la riparazione cellulare e persino prolungare la vita. Tuttavia, un nuovo e vasto studio su quasi 20 mila adulti americani ha sollevato un campanello d’allarme, mettendo in discussione la percezione del digiuno intermittente come un percorso privo di rischi verso una migliore salute e longevità.
Lo studio
La ricerca ha rilevato che le persone che limitano il consumo di cibo a meno di otto ore al giorno affrontano un rischio maggiore del 135% di morire per malattie cardiovascolari rispetto a coloro che mangiano nell’arco di 12-14 ore. Questo aumento del rischio cardiovascolare corrisponde ad una maggiore probabilità di sviluppare problemi cardiaci come infarto o ictus.
Gli scienziati hanno monitorato il campione di popolazione per un periodo di otto anni. Per comprendere le loro abitudini alimentari, ai partecipanti è stato chiesto, in due giorni distinti a circa due settimane di distanza, di ricordare tutto ciò che avevano mangiato e bevuto. Da questi “promemoria dietetici”, i ricercatori hanno stimato la finestra alimentare media di ogni persona e l’hanno trattata come rappresentativa della loro routine a lungo termine. Lo studio ha scoperto che coloro che hanno assunto cibo entro una finestra limitata di otto ore riscontravano poi un rischio maggiore di morire per malattie cardiovascolari rispetto a coloro che distribuivano i pasti in 12-14 ore.
Ciò ha consentito di notare che, se da un lato il legame con la mortalità generale (decessi per qualsiasi causa) era più debole e inconsistente, il rischio cardiovascolare è invece persistito in tutte le fasce d’età, sesso e stile di vita, anche dopo rigorosi test.
Gli autori hanno però sottolineato che lo studio non prova una relazione di causa ed effetto diretto, ma il “segnale è abbastanza sorprendente da mettere in discussione la narrazione del digiuno come un percorso privo di rischi per una migliore salute”. A sostenerlo è il professor Victor Wenze Zhong, autore principale dello studio e epidemiologo presso la Shanghai Jiao Tong University School of Medicine, il quale ha commentato i risultati affermando: “La scoperta inaspettata è che attenersi a una finestra alimentare breve, inferiore alle otto ore, per anni è stato collegato a un aumento del rischio di morte per malattie cardiovascolari”.
Il rischio cardiovascolare elevato è risultato coerente tra i gruppi socioeconomici ed è stato più forte tra i fumatori e le persone con diabete o malattie cardiache esistenti, suggerendo che questi gruppi dovrebbero essere particolarmente cauti riguardo al praticare tale dieta intermittente a lungo termine.
Implicazioni per la longevità
Le implicazioni di queste scoperte per la longevità sono significative. Anche se il digiuno intermittente è stato in passato associato alla possibilità di “prolungare la vita“, i nuovi dati suggeriscono che adottare una finestra alimentare molto ristretta per lungo tempo potrebbe avere un costo elevato, in particolare per il sistema cardiovascolare.
Il professor Anoop Misra, un endocrinologo di spicco ed ex membro dell’Organizzazione mondiale della sanità, in un editoriale pubblicato sulla rivista Science, ha valutato le promesse e le insidie del digiuno intermittente. Pur riconoscendo i potenziali benefici a breve termine di tale dieta – come la perdita di peso, il miglioramento della sensibilità all’insulina, l’abbassamento della pressione sanguigna e il miglioramento dei profili lipidici – ha avvertito sui potenziali svantaggi. Questi includono carenze nutrizionali, aumento del colesterolo, fame eccessiva, irritabilità e mal di testa. Per gruppi specifici, i rischi sono ancora più marcati:
- Per le persone con diabete, il digiuno non monitorato comporta il rischio di pericolosi cali di zucchero nel sangue e può promuovere l’assunzione di cibo spazzatura durante la finestra alimentare.
- Per gli anziani o persone con condizioni croniche, il digiuno prolungato può peggiorare la fragilità o accelerare la perdita muscolare.
Studi precedenti avevano già messo in discussione il digiuno intermittente, mostrando che i partecipanti perdevano solo una piccola quantità di peso, gran parte della quale poteva derivare dalla massa muscolare. Inoltre, erano stati segnalati effetti collaterali come debolezza, disidratazione, mal di testa e difficoltà di concentrazione. Il nuovo studio aggiunge ora un “avvertimento più preoccupante: un possibile legame con un rischio cardiovascolare più elevato, almeno in certi gruppi”.
Alla luce di queste scoperte, il professor Zhong consiglia di prestare attenzione. Egli afferma che le persone con malattie cardiache o diabete dovrebbero essere caute nell’adottare una finestra alimentare di otto ore. I risultati indicano la necessità di una consulenza dietetica “personalizzata“, basata sullo stato di salute individuale e sulle evidenze in evoluzione. “Sulla base delle prove attuali, concentrarsi su cosa le persone mangiano sembra essere più importante che concentrarsi sul quando mangiano“, ha affermato il professor Zhong. “Almeno, le persone potrebbero considerare di non adottare una finestra alimentare di otto ore per lungo tempo, sia per prevenire malattie cardiovascolari che per migliorare la longevità”.
Per ora, il messaggio non è quello di abbandonare del tutto il digiuno e più quello di adattarlo al profilo di rischio individuale. Fino a quando le prove non saranno più chiare, la scommessa più sicura potrebbe essere quella di concentrarsi meno sull’orologio e più sul piatto.