Concita De Gregorio, perché condividere la battaglia contro il cancro aiuta sé stessi e gli altri
- 16/08/2024
- Popolazione
Per Concita De Gregorio, anche il Ferragosto 2024 è stato diverso dal solito: niente mare cristallino, ma tanto mare di affetto, quello degli utenti che le augurano una pronta guarigione sui social.
A marzo 2023, ospite di Belve, la giornalista aveva rivelato di aver affrontato un tumore, di essere stata operata nell’agosto 2022 e di essere in terapia quotidiana. “Ho avuto un cancro, mi sono operata ad agosto. Ora faccio terapia tutti i giorni; ne parlo al passato perché ho tolto tutto, ma non si può mai parlare completamente al passato. Diciamo però che siamo sulla buona strada”, aveva detto Concita De Gregorio durante la trasmissione di Rai 2.
Ora, con coraggio e grazia, racconta sui social la propria battaglia; le sue parole dimostrano quanto sia importante condividere i vari momenti della lotta contro il cancro per tutte quelle persone che non hanno la stessa notorietà, ma stanno combattendo lo stesso male.
Il post di Concita De Gregorio sulla malattia
Quello di ieri è stato il terzo Ferragosto consecutivo passato in ospedale dalla giornalista, che ha voluto esprimere vicinanza a tutti coloro che, per vari motivi, non possono godersi questa festività: “Ferragosto fra noi: compagne di stanza, medici di turno, infermieri, ausiliari tecnici e moltitudini alle prese con il compito di darsi un piccolo reciproco sollievo. A merenda siccome è festa un budino di vaniglia, grande idea della caposala. Come ogni anno, sono con chi non può permettersi di andare in vacanza. Perché non ci sono i soldi, perché non c’è la salute, perché meglio così, in fondo, aspettiamo momenti migliori”, scrive Concita De Gregorio accompagnando la didascalia con una serie di immagini dall’ospedale di Barcellona dove è ricoverata.
Un pensiero per chi è solo
I social sono spesso demonizzati per i loro effetti, e a ragione. Ma gli effetti della tecnologia dipendono dall’utilizzo e l’utilizzo dipende dalle nostre scelte. Se l’obiettivo è quello di azzerare le distanze, di consolare o di aiutare con consiglio pratici gli altri, ecco che i social diventano una risorsa preziosa soprattutto per le persone che vivono da sole.
“Un pensiero grande a chi è proprio solo, a chi è per qualche ragione costretto o rinchiuso, recluso. ‘Siempre que llovió, paró’ dicevano i vecchi nelle campagne della mia infanzia, ‘ogni volta che ha iniziato a piovere, ha smesso’. È una regola mai smentita. Anche quella famosa volta dell’Arca, alla fine smise. Buon Ferragosto, che siano il più possibile lievi i giorni e i pensieri”, ha scritto Concita De Gregorio nella parte finale del suo messaggio.
È la stessa giornalista a testimoniare l’importanza della connessione nei momenti difficili e di lontananza: “Questo è anche un grazie agli amici che chiamano per consolare/conversare e mandano foto dalle ferie: qui ne facciamo tornei, fra vicini di letto, passandocele. Abbiamo una classifica di tramonti, credo che anche quest’anno vincerà la Grecia. Stiamo bene, a raccontarci le nostre storie nei minuti liberi dei cambi turno”, ha scritto l’ex direttrice de L’Unità provocando i commenti emozionati degli utenti.
L’aumento dei tumori
Dal tenore delle parole utilizzate, Concita De Gregorio ha sfruttato la propria notorietà per aiutare le altre persone. Purtroppo, occorre dire “tante” altre persone, dato che stanno aumentando i casi di tumori soprattutto per la Generazione X e i Millenial. Questa diffusione non preoccupa solo l’Italia o l’Europa, ma varie zone del mondo. Negli ultimi anni, tanti esperti hanno richiamato l’attenzione delle istituzioni e dell’opinione pubblica sul tema e poche settimane fa è arrivata anche la conferma dei dati.
Un ampio studio dell’American Cancer Society (Acs), pubblicato su ‘The Lancet Public Health’, dimostra che la Generazione X (nati tra il 1965 e il 1980) e i Millennial (1980-1994), rispetto alle generazioni più anziane, hanno un rischio maggiore di ammalarsi di 17 tumori fra cui il cancro al seno, il cancro al pancreas e quello allo stomaco.
L’analisi si basa sui dati di incidenza raccolti da oltre 23,6 milioni di pazienti (23.654.000) con diagnosi di 34 tipi di cancro e sui dati di mortalità relativi a oltre 7,3 milioni di decessi (7.348.137) causati da 25 neoplasie, per persone di età compresa tra 25 e 84 anni nel periodo dal primo gennaio 2000 al 31 dicembre 2019. Le informazioni sono state ricavate rispettivamente dalla North American Association of Central Cancer Registries e dal National Center for Health Statistics.
Insieme al numero di casi, tra le generazioni più giovani cresce anche la mortalità per i tumori del fegato (solo nelle donne), dell’utero, della cistifellea, dei testicoli e del colon-retto.
La mortalità in Italia
Per quanto riguarda il nostro Paese, il primo rapporto del Gruppo di Lavoro su equità e salute nelle Regioni dell’Istituto Superiore di Sanità ha evidenziato che la mortalità per tumori è genericamente calata, ma non al Sud dove si perdono più anni di vita per i tumori della mammella e del colon rispetto al Settentrione. I tassi di mortalità, che storicamente erano più bassi rispetto al Nord, ora sono paragonabili.
Per l’Iss tra le cause della stagnazione al Sud c’è anche il minore ricorso agli screening: i dati dimostrano che nelle aree dove si partecipa meno a questa forma di monitoraggio si verifica una mortalità più alta e anche un maggiore indice di fuga. Insomma, dove ci si controlla meno (al Sud) ci sono anche meno possibilità di accedere ad adeguate cure oncologiche.
Il gruppo di lavoro istituito dal presidente dell’Iss Rocco Bellantone ha evidenziato le ampie differenze regionali per il tumore della mammella e per il tumore del colon-retto, che rappresentano il 40% di tutte le diagnosi di tumore in Italia. A livello nazionale la mortalità per tumore della mammella dal 2001 al 2021 si è ridotta del 16%, ma con ritmi molto diversi: al Sud la riduzione di mortalità è stata del 6% rispetto alla riduzione del 21% osservata al Nord. In alcune regioni meridionali, quali Calabria, Molise e Basilicata, si osserva persino un incremento rispettivamente pari al 9%, 6% e 0,8%.
Anche per il tumore del colon gli andamenti sono simili, con una situazione particolarmente allarmante in Calabria (qui per approfondire tutti i dati della ricerca).
Il ruolo della condivisione nella psico-oncologia
In questo scenario, la condivisione della propria esperienza, come fatto da Concita De Gregorio su Instagram, può aiutare le persone malate di tumore in due modi:
- Sostegno pratico: un chiaro esempio sono le cinque abitudini quotidiane che l’oncologo americano Mikkael A. Sekeres ha consigliato sul Washington Post per diminuire il rischio di contrarre un tumore;
- Sostengo psicologico ed emotivo: spesso sottovalutato, eppure cruciale nella difficile lotta contro il cancro, dove è difficile ma necessario indirizzare nel giusto modo le proprie energie fisiche, mentali e “spirituali” come cerca di fare Concita De Gregorio con il suo post.
Non a caso, la condivisione delle esperienze tra pazienti oncologici è un aspetto cruciale della psico-oncologia, perché contribuisce significativamente al benessere psicologico e alla qualità della vita di chi affronta il cancro. Ci sono benefici non solo per chi legge la testimonianza, ma anche per chi la scrive come nel caso della giornalista.
Uno studio pubblicato nel 2017 nel Notiziario Chimico Farmaceutico ha analizzato il modello biopsicosociale nella scelta medica condivisa in oncologia. I risultati hanno mostrato che l’empowerment dei pazienti, attraverso la condivisione delle esperienze, porta a migliori esiti clinici, con una riduzione della dipendenza dai servizi sanitari.
In particolare, i pazienti che si sentono coinvolti nel loro percorso di cura tendono a sviluppare una maggiore consapevolezza riguardo alla propria malattia.
Un altro studio condotto da Gamba e collaboratori (2018) ha evidenziato che i pazienti oncologici che partecipano a gruppi di sostegno e condividono le proprie esperienze mostrano una significativa riduzione dei sintomi di ansia e depressione. I dati indicano che circa il 60% dei partecipanti ha riportato un miglioramento del benessere psicologico e una diminuzione della solitudine, grazie al supporto emotivo reciproco.
Anche un articolo del Centro Conti dimostra come la condivisione delle esperienze consenta ai pazienti di affrontare le proprie paure e ansie in un ambiente sicuro, creando una rete di supporto che può essere fondamentale durante il trattamento. Questo approccio non solo aiuta i pazienti a sentirsi meno isolati, ma favorisce anche una maggiore motivazione nel seguire i piani di trattamento.
In questa ottica vanno lette le parole della giornalista Concita De Gregorio, auspicandoci che sempre più pazienti oncologici riescano a condividere e ascoltare le esperienze altrui per vincere la battaglia più difficile e importante della loro vita.
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