Chef Cappuccio, l’annuncio di lavoro choc: “No a persone con problemi di orientamento sessuale”. In passato il saluto ai “cari camerati”
- 8 Luglio 2025
- Popolazione
Doveva essere un semplice annuncio di lavoro, si è trasformato in un caso nazionale di discriminazione. Paolo Cappuccio, chef stellato napoletano di 48 anni, ha sconvolto gli utenti social con il suo post pubblicato su Facebook per cercare cuochi da impiegare in un hotel quattro stelle in Trentino. Le parole utilizzate dallo chef sono inequivocabili: “Sono esclusi comunisti/fancazzisti. Masterchef del cazzo ed affini. Persone con problemi problematiche di alcol droghe e di orientamento sessuale”. Un linguaggio che ha immediatamente fatto il giro dei social, dove gli utenti hanno sottolineato la natura fortemente discriminatoria dell’annuncio.
Approfondendo la sua figura, si scopre una svastica tatuata sul braccio destro e sul sinistro quello che sembra un fascio littorio. Nel recente passato, chef Cappuccio ha fatto espressamente appello ai “cari camerati”.

L’annuncio choc contro le persone che non sono “normali”
Il post, pubblicato alcuni giorni fa e poi rapidamente cancellato, cercava “chef con brigata per hotel 4 stelle in Trentino. Da dicembre a fine marzo. Chef più 3 capo partita ed 1 pasticcere”. Fin qui tutto bene, ma nella seconda parte del messaggio Cappuccio ha varcato la linea rossa per poi concludere: “Quindi se eventualmente resta qualche soggetto più o meno normale… Persone referenziate se rimangono ben volentieri”. L’uso dell’aggettivo “normale” per distinguere chi non rientra nelle categorie escluse ha particolarmente indignato gli utenti, che hanno sottolineato in particolare l’offesa diretta verso comunisti (equiparati ai “fancazzisti”) e persone Lgbtq+. Le reazioni sono state immediate e durissime, con centinaia di commenti che accusavano lo chef di linguaggio inaccettabile e violazione delle leggi contro la discriminazione.

Chef Cappuccio non si pente: “Stiamo ancora parlando di fascismo”
Travolto dalle critiche, Paolo Cappuccio ha cancellato il post ma non ha fatto alcun passo indietro. Anzi, intercettato dal Corriere della Sera, ha rilanciato definendo il suo un “annuncio di disperazione”. “Ho ricevuto insulti, parolacce, minacce, ‘fascista, devi stare a testa in giù’. Stiamo ancora a parlare del fascismo di cento anni fa con il mondo in guerra. Non ci bado, è gente che non passa il tempo a lavorare”.
Lo chef ha giustificato le sue parole come una reazione alla frustrazione per lavoratori poco affidabili: “Sono stufo di persone che mi fanno perdere tempo, si mettono in malattia, non svolgono le proprie mansioni o bruciano due infornate di pesce al sale, vogliono essere pagati ma non lavorare”.
Riguardo all’esclusione di “comunisti/fancazzisti”, Cappuccio ha parlato di “estremizzazione di un prototipo di personaggi” che “si presentano con tanti hobby, idee di sinistra e si rivelano fallimenti professionali”. Invece che attenuarle, la spiegazione ha alimentato ulteriormente le polemiche, con lo chef che ha denunciato l’esistenza di un “perbenismo di sinistra” che impedirebbe di selezionare liberamente i collaboratori.
La stessa argomentazione sostenuta da Donald Trump in America, dove, secondo il presidente Usa, le normative Dei (Diversity, equity and inclusion) hanno finito per discriminare i lavoratori bianchi e chiunque non rientrasse in una minoranza. Non a caso, temendo ripercussioni molti colossi americani hanno rinunciato alle proprie politiche Dei e dal sito della Nasa sono scomparsi i riferimenti alla prima donna, al primo non americano e al primo afroamericano coinvolti in una missione lunare dell’agenzia. Anche per chef Cappuccio, “il perbenismo di sinistra” ha creato una barriera nella selezione, una discriminazione a monte.
La giustificazione sull’orientamento sessuale
Più controversa la difesa riguardo all’esclusione delle “persone con problemi di orientamento sessuale”. Cappuccio ha raccontato di aver avuto “persone non etero che esibivano in modo molto eccessivo il loro modo di vivere diversamente”, creando “problemi, litigi, insulti” in brigata.
“Io ho amici gay, usciamo e andiamo in vacanza assieme. Ma sul lavoro uno sta al suo posto. Se invade la libertà di un altro sta imponendo la sua posizione di vita, che può dar fastidio”, ha dichiarato lo chef, che sulla sua pagina Facebook rilancia spesso virgolettati di Giorgia Meloni e posizioni di Fratelli d’Italia.
Interpellati sulla questione, gli esperti di legge hanno sottolineato che l’annuncio viola esplicitamente le leggi contro la discriminazione fondata sull’orientamento sessuale in materia di occupazione.
Chi è Paolo cappuccio, il profilo di uno chef stellato
Paolo Cappuccio non è un cuoco qualunque, e non solo per l’annuncio choc pubblicato. Originario di Napoli, ha conquistato la stella Michelin nel 2009 con la sua esperienza allo Stube Hermitage di Madonna di Campiglio. Il suo curriculum vanta collaborazioni prestigiose: dal Cipriani Restaurant di New York al Palace Hotel di Milano, dal Grand Hotel dei Bains di Venezia all’Hotel Splendido di Portofino.
Formatosi all’accademia Lenotre di Parigi, Cappuccio ha iniziato a lavorare già a 14 anni, girando l’Europa per affinare le sue competenze culinarie. Dal 2008 è anche food designer per un noto marchio di orologi svizzero.
I precedenti, i tatuaggi con svastica e fascio littorio e i “cari camerati”
Non è la prima volta che chef Cappuccio fa discutere. Già nel 2020 un altro suo annuncio di lavoro per cercare personale estivo a Caorle (Venezia) aveva fatto scalpore per i toni offensivi. Anche in quella occasione, lo chef escludeva esplicitamente diverse categorie di persone con un linguaggio particolarmente offensivo: “vagabondi senza fissa dimora”, “gente con problemi”, “alcolizzati”, “drogati ed affini” per poi concludere: “Mi scuso se non ho citato qualche altra forma di disagiati. Buona continuazione”. Il post includeva anche riferimenti a “struscia ciabatte dei vari centri sociali”.
Già nel 2019, chef Cappuccio pubblicava annunci simili cercando cuochi che non fossero “tossici, ubriaconi o gente che gli piace la buccia”.
A maggio 2019 aprì un post con l’espressione “cari camerati!”, fugando sin da subito eventuali (e improbabili) dubbi sulle sue idee politiche.
Le scuse tardive e parziali
Solo a fine intervista, pressato dalle domande di Cds, Cappuccio ha offerto delle scuse parziali: “Se ho leso la sensibilità di qualcuno, mi dispiace. Però il senso del messaggio era cercare collaboratori. Io parlo di cucina, non faccio il politico”. Ma non nasconde il suo orientamento: sulla pagina del profilo del suo canale YouTube, chef Cappuccio mostra un grande tatuaggio sull’avambraccio sinistro, che sembra a tutti gli effetti un fascio littorio.

Inequivocabile la svastica tatuata sul braccio destro, visibile all’inizio di questo articolo.