Casa, un bene che si compra (e vende) sempre meno
- 27/11/2023
- Popolazione
Comprare o vendere una casa non è mai un’azione semplice. In gioco ci sono questioni economiche, atti burocratici, ricerca del venditore o compratore e, soprattutto, una questione affettiva. Si tratta, infatti, di una pratica che lascia spesso spazio a desideri, sogni e ambizioni che si scontrano con il mercato immobiliare nazionale, realtà complessa che sta vivendo, per certi versi, una crisi che colpisce determinate categorie di persone. Se si pensa alle ultime notizie legate agli studenti fuorisede delle principali città universitarie d’Italia, si prefigura nella nostra mente l’immagine delle tende accampante davanti agli atenei e le proteste sorte in merito all’impossibilità, per i giovani, di vivere in condizioni economiche accessibili. I prezzi sembrano essere il principale problema: troppo alti per condizioni abitative che non rappresentano quella fascia economica. E con la compravendita degli immobili, per chi ha esigenze diverse da quelle di un affitto per brevi o medi periodi, le cose possono anche peggiorare.
A fotografare questa situazione è l’ultimo report Istat secondo il quale, nel I trimestre 2023 sono 210.691 le convenzioni notarili di compravendita e le altre convenzioni relative ad atti traslativi a titolo oneroso per unità immobiliari (-5,0% rispetto al trimestre precedente e -11,0% su base annua). Ma approfondiamo nel dettaglio quanto sta accadendo.
Vendite e mutui in calo
Secondo il report Istat ‘Mercato Immobiliare: compravendite e mutui di fonte notarile – I Trimestre 2023’, quelle che sono le convenzioni notarili per mutui, finanziamenti e altre obbligazioni con costituzione ipotetica immobiliare hanno visto altrettanto una diminuzione del 12,6% rispetto al trimestre precedente e del 31% su base annua. Il 93,9% dei trasferimenti di proprietà è relativo al settore residenziale (197.547), il 5,9% a immobili a uso economico (12.474) e lo 0,3% a convenzioni a uso speciale e multiproprietà (670). A rendere così complessa la situazione è un sentimento di incertezza e l’aumento continuo dei tassi di interesse che portano ad una tendente sfiducia nei confronti della compravendita di un immobile.
“A livello nazionale – ha spiegato l’Osservatorio delle Entrate, come riporta ilSole24ore -, le compravendite di abitazioni diminuiscono maggiormente nei comuni capoluogo, -17,2% (circa 12 mila abitazioni scambiate in meno rispetto al secondo trimestre 2022), ma subiscono una decisa flessione anche nei comuni minori, -15,4%”.
A livello territoriale la situazione è uguale in tutta Italia? Se non per qualche eccezione, la risposta potrebbe essere un “sì”. Il settore abitativo segna, infatti, su base annua, variazioni percentuali negative in tutto il Paese:
• Nord-ovest -16,5%,
• Centro -16,0%,
• Nord-est -7,8%,
• Isole -4,9% e Sud -4,6%.
Il settore economico cresce nel Sud (+5,5%), nel Nord-est (+2.8%), nelle Isole (+1,0%) e nel Nord-ovest (+0,7%), mentre diminuisce nel Centro (-1,8%). Nel settore abitativo le compravendite si riducono sia nei grandi come nei piccoli centri (rispettivamente -18,3% e -6,4%); in quello economico, al contrario, aumentano (rispettivamente +1,5% e +1,6%).
Le città italiane in cui si vive meglio
Bolzano, Milano e Bologna sono sul podio delle città in cui si vive meglio. A redigere la classifica, come ogni anno, è l’Università della Sapienza di Roma con ItaliaOggi-Italcommunications, secondo cui, i dati rilevati nel 2023 confermano il numero di province il cui livello è risultato buono o accettabile (63 su 107, in linea con le tendenze degli ultimi tre anni); un altro dato che si conferma è il divario tra le città del nord e le città del sud, con Crotone e Caltanissetta rispettivamente ultima e penultima.
Un bene affettivo
Un aspetto che potrebbe sembrare superfluo quando si pensa alla compravendita di un immobile è quello relativo al legame affettivo. Un recente sondaggio di Immobiliare.it, però, ha dimostrato in piccola parte quanto possa incidere il legame che si possiede con la propria casa rispetto alla sua messa in vendita. Una casa, non è mai solo un “contenitore”, ma spesso è il luogo in cui vi ride, si scherza, si gioca, ci si diverte, si litiga, si piange o ci si dispera. È la casa dei nonni o la prima che si è riusciti a comprare da soli, quella che si decide di condividere con un amico, con un amore o nella solitudine, per un lavoro in una nuova città, per esempio.
Condotto su un campione di 3mila utenti, il sondaggio della piattaforma ha sondato l’esperienza complessiva con la vendita di un immobile evincendone che il 16% dei partecipanti ci ha messo oltre un anno prima di decidersi a vendere e quasi il 30% degli intervistati si è preso tra i due e i cinque mesi. Una scelta, insomma, che non sembra essere quasi mai presa dall’oggi al domani.
E se il problema non è il sentimento che lega un venditore alla propria abitazione, quello economico resta comunque marginale. “Spesso servono spazi più grandi”, hanno sostenuto il 28,4% degli intervistati, di cui quasi il 37% ha tra i 46 e i 60 anni. Un quarto dei rispondenti, invece, pare abbia messo in vendita per inutilizzo. Il 21,5% si è dovuto trasferire in un altro Paese e il 15%, al contrario, cercava spazi più piccoli e di facile gestione. Solo 10% pare avesse difficoltà finanziare o pratiche di separazione/divorzio da risolvere.
Case Green: cosa cambia
Non è di poco conto il cambio di rotta intrapreso dal governo in vista del 7 dicembre, data in cui è atteso al Parlamento europeo il voto finale sulla Direttiva “Case Green”. Si tratta della direttiva volta a migliorare l’efficienza energetica degli immobili meno performanti che in Italia sono almeno cinque milioni. Il Superbonus al 110% ha portato ad una spesa di 92 miliardi a fine ottobre e ciò ha condotta ad una chiusura: nei condomini restano da fare 3,1 miliardi di lavori, entro la fine dell’anno. Per quelli che slitteranno al 2024 la detrazione scenderà dal 110 al 70%, ed i condomini dovranno metterci la differenza.
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