Carlotta Ferlito molestata a Milano, perché è importante denunciare (anche) sui social
- 09/04/2024
- Popolazione
Ancora una molestia a Milano, ancora in centro e in pieno giorno. La vittima è l’ex ginnasta Carlotta Ferlito, 29 anni, che denuncia il fatto su TikTok: “Mi hanno sputato addosso”.
La molestia è avvenuta sabato mattina, in zona Dateo (vicino a Porta Venezia). Ferlito affida a un video di 90 secondi il racconto di quegli attimi, poco precedenti: “Mi hanno fermata questi due soggetti, perché non sono persone. Erano su un motorino, mi hanno detto: ‘Mi dai il tuo contatto Instagram’. Ho risposto, ridendo: ‘Domattina te lo do’”.
Un rifiuto che non è stato accettato, come spesso accade nelle relazioni tossiche. Anche se qui, non c’era alcuna relazione tra i due soggetti e l’ex ginnasta, ma soltanto tossicità. Dopo il rifiuto, spiega Carlotta Ferlito, “si sono fatti più insistenti tanto che uno stava scendendo dalla moto. Gli ho detto di ‘No’, di stare fermo. E quando il semaforo è diventato verde sono ripartiti”.
Evidentemente ripartire senza aver ottenuto quello che volevano e senza dare una ‘lezione’ doveva apparire da ‘sfigati’ per i due individui. “A quel punto uno mi ha sputato contro. – racconta la 29enne – Mi sono protetta la faccia e mi è arrivato lo sputo sulla mano. Sono scioccata”.
Finisce qui? Purtroppo, no: “Non contenti hanno fatto il giro della strada e quel ragazzo mi ha sputato di nuovo. Sono senza parole. Non le ho”. Difficile se non impossibile risalire all’identità dei due, l’unica informazione che Carlotta Ferlito sa dare è che “Non erano italiani perché non parlavano benissimo”.
L’ex ginnasta commenta così l’accaduto: “Questa storia ha dell’incredibile per quanto sia schifosa. Farete fatica a credermi, ma credetemi. Non ho più le facoltà di piangere ma se le avessi mi farei un pianto nervoso. Milano… Bella Milano”.
La (non reazione) dei passanti
Un aspetto particolarmente controverso denunciato da Carlotta Ferlito riguarda gli altri, i non molestatori: “La cosa più schifosa aldilà degli sputi – denuncia – è che tutti abbiano visto la scena e che nessuno si sia fermato non dico per pulirmi, ma almeno per chiedermi se fosse tutto ok”.
2024, l’anno nero delle molestie per strada a Milano
In neanche 4 mesi del nuovo anno, sono diversi i casi di donne molestate per strada a Milano. Ne riportiamo alcuni. A gennaio due ragazze straniere, di 18 e 27 anni, sono state aggredite all’alba in strada vicino a un locale di viale Fermi a Milano. L’aggressore ha palpeggiato una delle due sotto la gonna. A quel punto l’altra donna ha reagito colpendo il molestatore con la borsa. L’uomo, poi, l’ha spinta a terra ed è scappato, facendo perdere le proprie tracce. Le due ragazze hanno chiamato i soccorsi e dopo l’intervento della polizia sono state portate in ospedale.
Il 15 febbraio, la vittima è stata una ragazza 17 enne residente in provincia di Torino, molestata nella stazione centrale di Milano, una delle zone più controverse del capoluogo lombardo. Era mattina e la ragazza minorenne stava andando a prendere il treno per tornare a casa quando è stata avvicinata da uno sconosciuto sulle scale mobili.
Dopo averle chiesto informazioni su orari e binari, l’uomo l’ha molestata, ma la minorenne, atterrita, è riuscita a scappare e a salire sul treno, prima di raccontare tutto alla propria famiglia e alle forze dell’ordine. La denuncia è avvenuta il 19 febbraio e i Carabinieri milanesi, informati dai colleghi piemontesi, hanno avviato le procedure per l’acquisizione dei filmati delle molte telecamere della Stazione Centrale.
Il caso di Etta, molestata due volte in 24 ore
Tra i mesi già conclusi di questo 2024, neanche uno è rimasto privo di molestie, a Milano. A marzo, le denunce sono arrivate anche a mezzo social prima dall’influencer Chiara King, molestata in centro a Milano, e poi da Etta (Maria Antonietta Di Marco), cantautrice del tormentone “Amadeus”.
Quanto accaduto alla giovane artista fa particolarmente scalpore: nel capoluogo meneghino, Etta è stata molestata addirittura due volte nel giro di 24 ore.
A denunciare è stata lei stessa tramite storie Instagram: “Come alcuni di voi sanno sono stata a Milano in questi giorni per motivi lavorativi. E nell’arco di 24 ore sono stata molestata per ben due volte”.
La giovane previene subito i soliti commenti sessisti: “Adesso sicuramente alcune menti mediocri si faranno questa domanda ovvero ‘Chissà come era vestita’. Beh, non voglio dilungarmi a rispondere a questa domanda anche perché una donna può vestirsi come vuole, può uscire anche nuda per strada, e non deve sentire il peso di essere giudicata. Non deve sentirsi in colpa per le molestie che riceve. E soprattutto deve sentirsi libera e al sicuro. Ma comunque io voglio rispondervi: ero vestita così, proprio come sono adesso”, dice postando un’immagine con il suo outfit casual.
Entrando nel merito delle molestie: “La prima molestia che ho ricevuto è un semplice cat caling. – racconta la cantautrice – Quest’uomo si è sentito in diritto di fischiarmi e di farmi dei complimenti, sicuramente non graditi. Non ho avuto molta paura perché ero con altre persone. Ma se fossi stata sola, mi sarei cagata sotto.
Seconda molestia: eravamo sul pullman, io e il mio producer, ed entra quest’uomo. La percezione della realtà era abbastanza deviata perché secondo me era ubriaco o qualcosa del genere e ha deciso di sedersi nei seggiolini alla fine però rivolto verso di me. Dal momento in cui è entrato, non ha mai abbassato lo sguardo”.
Attimi che sono proseguiti in tutto il loro squallore: “Mi fissava, faceva dei rumori affinché mi girassi verso di lui – ha continuato la cantante -. Non sono riuscita a comunicare con la persona che avevo con me perché avevo paura anche per la sua di incolumità. Non sapevo se questa persona era armata, che intenzioni avesse. Non sapevo come avrebbe reagito magari a un uomo che mi avesse protetta. Quindi sono stata in silenzio con la testa china sul cellulare per non incrociare il suo sguardo. Fortunatamente poi questa persona è scesa, continuando a fissarmi e una volta scesa io ho guardato per avere la certezza che fosse sceso. I nostri sguardi si sono incrociati e lui ha iniziato a tirare le botte vicino al pullman”, racconta la cantautrice.
In un’altra storia il commento laconico di Etta: “Sinceramente non so in che mondo stiamo vivendo”.
Perché è importante denunciare (anche) sui social
Se denunciare le molestie alle Forze dell’Ordine è fondamentale per trovare e perseguire penalmente i molestatori, quella a mezzo social non va sottovalutata. Soprattutto perché la GenZ e quelle successive tendono ad utilizzare queste piattaforme sempre più come visitatori passivi che guardano i contenuti degli altri, piuttosto che come utenti attivi che postano contenuti propri.
La denuncia delle molestie sui social dà una cassa di risonanza sociale che le denunce in senso stretto non danno, perché non sono tenuti a dare. Denunciare sui social significa raggiungere un pubblico specifico, che spesso usa queste piattaforme per informarsi, preferendole a giornali, siti e altri canali di informazione.
C’è poi un vantaggio peculiare che va oltre la copertura e il target: le denunce sui social media sono per loro natura dirette, vere, autentiche anche perché spesso vengono fatte a caldo come nel caso di Carlotta Ferlito e altre ragazze vittime di molestia.
La possibilità di denunciare le molestie quando sono appena avvenute è fondamentale per sensibilizzare la società sulla violenza di genere: il carico emotivo con cui queste ragazze denunciano, a caldo, le molestie crea un ponte molto forte con gli utenti. Restare impassibili davanti agli occhi lucidi di giovani ragazze che raccontano la loro esperienza è impossibile. Spesso, gli stessi utenti diventano ambasciatori di quella denuncia che parte dalla vittima e può raggiungere potenzialmente milioni di persone, in particolare quando a denunciare è una persona molto seguita sui social.
Il boom di denunce a mezzo social è quindi un fenomeno molto positivo che:
- Riflette una maggiore sensibilità sul tema;
- Incoraggia altre donne a fare altrettanto;
- Permette di raccontare i fatti a caldo, aumentando la sensibilizzazione dei cittadini sul tema;
- Permette di far girare la notizia molto velocemente.
Le foto con gli smartphone e le violenze
La questione diventa particolarmente delicata quando la molestia diventa violenza efferata. Anche qui i social, spesso descritti come l’origine di tutti i mali, possono essere un valido alleato delle vittime. Quando non lo sono i social, possono esserlo gli smartphone che offrono la possibilità di riprendere tutto in qualsiasi momento.
Lo dimostra il caso dell’insegnante 33enne che si è scattata un selfie dopo ogni violenza subita lungo i 16 e terribili mesi. Nel 2022, l’insegnante aveva sporto denuncia verso il suo ex compagno, ma poi fu costretta a ritirarla. La sera della denuncia, per la giovane donna napoletana è stata la fine di un incubo. La 33enne ha saputo trasformare ogni atto di violenza subito in una prova tangibile contro Antonio Ferro Del Giudice, un medico dell’Asl di Napoli di 47 anni. Nonostante il sangue, i graffi, i lividi, ha sempre trovato il coraggio di scattarsi una foto fino a collezionarne duecento. Duecento foto che non hanno lasciato scampo al criminale, una vicenda che ha avuto un grande impatto sui lettori proprio perché diretta, cruda, vera come lo sono i racconti social delle giovani donne vittime di molestia.
Magari anche chi non percepisce l’urgenza di intervenire sulle molestie, cambierà idea dopo aver letto di questa triste storia. Oppure quando vedrà in diretta gli occhi lucidi della prossima Etta, Chiara o Carlotta.
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