Bonus anziani 2025, emanate le linee guide: ecco chi può accedere
- 02/05/2025
- Popolazione Welfare
È stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il decreto attuativo che spiega i dettagli del Bonus Anziani, in vigore dal gennaio 2025 ma prima d’ora in balia delle incertezze. La nuova prestazione universale per gli anziani non autosufficienti è un contributo di 850 euro mensili che assorbe e integra l’indennità di accompagnamento.
La misura sarà erogata in via sperimentale fino al 31 dicembre 2026. Sebbene i requisiti siano particolarmente stringenti – con stime che prevedono una platea di soli 25mila beneficiari su circa 3,8 milioni di anziani non autosufficienti in Italia – questa misura rappresenta un primo passo verso un nuovo modello di welfare per la terza età. L’assegno dovrà essere utilizzato esclusivamente per servizi di assistenza o per remunerare badanti regolarmente assunti, con controlli trimestrali da parte dell’Inps che monitoreranno l’effettivo impiego dei fondi.
Cos’è il bonus anziani 2025 e come funziona
Il bonus anziani – formalmente denominato “prestazione universale” – è una delle principali novità introdotte dal decreto anziani, che rappresentano una parte sempre più diffusa nel nostro Paese sempre più vecchio. Si tratta di un contributo economico specificamente destinato agli ultraottantenni fragili che necessitano di assistenza continua che assorbe e integra l’indennità di accompagnamento. La prestazione universale è composta da due elementi:
- una quota fissa corrispondente all’indennità di accompagnamento (531,75 euro per il 2024) e
- una quota integrativa, l’assegno di assistenza, pari a 850 euro mensili.
Il beneficiario potrà quindi contare su un importo complessivo di circa 1.381,76 euro al mese.
L’Inps erogherà il bonus mensilmente a decorrere dal primo giorno del mese di presentazione della domanda, per il periodo della sperimentazione che va dal 1° gennaio 2025 al 31 dicembre 2026. Un elemento distintivo di questa prestazione è che non è soggetta a imposte e non può essere pignorata, il che garantisce la piena disponibilità dell’importo per le finalità assistenziali previste.
I requisiti per accedere al bonus
Per ottenere il bonus anziani 2025, è necessario soddisfare simultaneamente una serie di requisiti piuttosto selettivi. Potranno accedervi solo le persone anziane non autosufficienti che:
- abbiano età anagrafica pari o superiore a 80 anni;
- siano beneficiari dell’indennità di accompagnamento
- abbiano un Isee socio sanitario ordinario non superiore a 6mila euro;
- abbiano un livello di bisogno assistenziale “gravissimo”.
Quest’ultima condizione dovrà essere valutata e certificata dall’Inps attraverso apposite commissioni mediche e un questionario sul contesto familiare del richiedente. Il decreto identifica come persone fragili coloro che “sono incapaci di provvedere a sé stesse in modo autonomo perché affette da disabilità fisica, psichica, sensoriale o relazionale”.
Se non si è già titolari dell’indennità di accompagnamento il richiedente dovrà possedere tutti i requisiti necessari per ottenerla, come l’invalidità totale, l’incapacità permanente di spostarsi senza aiuto o la necessità di assistenza continua nelle attività quotidiane.
Come richiedere il bonus anziani 2025
La domanda può essere presentata telematicamente dal primo giorno del mese in cui viene perfezionato il requisito anagrafico, attraverso il portale dedicato sul sito istituzionale dell’Inps, tramite la propria identità digitale, o tramite Caf. È possibile richiedere il bonus anziani direttamente per tutto il periodo della sperimentazione (fino al 31 dicembre 2026).
Quota fissa e quota integrativa sono liquidate attraverso due pagamenti separati: la parte fissa viene erogata secondo le modalità già utilizzate per il pagamento dell’indennità di accompagnamento; quella integrativa (ovvero l’assegno di assistenza) viene erogata con un pagamento ad hoc tramite il servizio “Prestazione Universale”.
Come utilizzare il bonus e i controlli dell’Inps
A differenza di altre prestazioni assistenziali, l’assegno di assistenza non può essere utilizzato liberamente. La normativa stabilisce vincoli precisi: la quota integrativa di 850 euro deve essere destinata esclusivamente a due tipologie di spesa.
La prima possibilità è quella di utilizzare il bonus per remunerare lavoratori domestici con mansioni di assistenza alla persona, titolari di un rapporto di lavoro conforme ai contratti collettivi nazionali di settore, e impiegati per almeno 15 ore a settimana.
La seconda opzione consiste nell’acquisto di servizi destinati al lavoro di cura e assistenza forniti da imprese qualificate nel settore dell’assistenza sociale non residenziale.
Per garantire il corretto utilizzo dei fondi, l’Inps effettuerà controlli trimestrali sulla destinazione dell’assegno. La mancata dimostrazione della spesa per le finalità previste comporterà la decadenza dal beneficio e l’obbligo di restituzione delle somme indebitamente percepite.
La platea dei beneficiari
Nonostante l’importanza della misura, le stime sulla platea dei beneficiari rivelano una portata limitata. Secondo un’elaborazione realizzata dalla Cgil, il bonus potrà raggiungere al massimo 24.500 persone, a fronte di una popolazione di circa 3,8 milioni di anziani non autosufficienti in Italia. Le associazioni di categoria sottolineano come la misura copra appena lo 0,6% degli anziani non autosufficienti e il 2,3% degli over 80 con assegno di accompagnamento.
Tale limitazione è dovuta principalmente a due fattori: la ristrettezza dei requisiti di accesso e il budget stanziato. Per l’assegno di assistenza sono stati allocati 250 milioni di euro per il 2025 e altri 250 milioni per il 2026. Si tratta di risorse che, sebbene significative, risultano insufficienti rispetto all’ampiezza del fenomeno della non autosufficienza nel nostro Paese.
Circa un anno fa, sui social, la viceministra del Lavoro e delle Politiche sociali Maria Teresa Bellucci ha definito questa riforma “una pietra miliare, perché dà il via a un nuovo welfare per le persone anziane, più inclusivo, più semplice e soprattutto più giusto”.
Verso un nuovo welfare per la terza età
Il bonus anziani 2025 rappresenta un tentativo di rispondere alle sfide poste dall’invecchiamento della popolazione italiana, anche se con risorse ancora limitate rispetto alle dimensioni del fenomeno.
I 250 milioni di euro stanziati annualmente per questa misura permetteranno di sostenere circa 25.000 anziani in condizioni particolarmente critiche, ma lasciano aperta la questione di come ampliare il sostegno agli altri milioni di persone non autosufficienti. La sperimentazione biennale potrà fornire indicazioni preziose per eventuali aggiustamenti futuri e, auspicabilmente, per un’estensione della platea dei beneficiari.
In un paese che conta 14 milioni di anziani, di cui 3,8 milioni non autosufficienti, la strada verso un sistema di welfare adeguato alle esigenze della terza età è ancora lunga.