Panetta (BankItalia): “Contro invecchiamento popolazione più inclusione donne”
- 30 Maggio 2025
- Popolazione
Contro l’invecchiamento della popolazione servirebbe una maggiore inclusione delle donne nel mondo del lavoro e un’immigrazione regolare dove manca la manodopera. Sono questi i due grandi moniti con i quali, oggi, il governatore della Banca D’Italia Fabio Panetta si è espresso sul mondo del lavoro. L’occasione è stata la presentazione del Rapporto annuale di BankItalia che ha visto il governatore intervenire su uno dei temi centrali dell’ultimo secolo: le sfide future della denatalità e della longevità nel mondo professionale e riguardo il welfare statale.
Inclusione delle donne
“Un contributo significativo” per contrastare l’impatto dell’invecchiamento della popolazione italiana sul mercato del lavoro “potrà venire da una maggiore inclusione delle donne, la cui partecipazione resta tra le più basse d’Europa, nonostante i progressi recenti”, è quanto ha ribadito il governatore Panetta.
Lo scenario riguarda gli ultimi tre anni che hanno visto il mondo del lavoro in rialzo sostenuto: nel 2024 il numero di persone attive è salito solo lievemente, riflettendo la sostanziale stabilità del tasso di partecipazione su livelli storicamente elevati per l’Italia
L’espansione dell’offerta di lavoro nelle fasce di età superiori a 55 anni – nello specifico – ha bilanciato la contrazione nelle classi di età inferiori, caratterizzate sia da una consistente diminuzione della popolazione, sia da una maggiore reattività della partecipazione agli andamenti ciclici. “Nonostante i recenti progressi – però avvisa il governatore -, il tasso di partecipazione rimane di 8,8 punti percentuali inferiore alla media della europea (di 8,3 nel 2023)”. E a gravare è il divario, più contenuto per gli uomini, ma particolarmente “marcato fra le donne (oltre 13 punti percentuali)”.
Secondo il governatore, servirebbero:
• il rafforzamento della disponibilità di servizi di cura per l’infanzia e per gli anziani non autosufficienti;
• misure che favoriscano il coinvolgimento dei padri nella cura dei figli;
• politiche che promuovano il reinserimento professionale delle donne che hanno lasciato il lavoro da più tempo.
“Da immigrazione regolare apporto rilevante dove manca manodopera”
“L’immigrazione regolare può fornire un apporto rilevante, soprattutto nei settori delle costruzioni e del turismo, che registrano una crescente scarsità di manodopera”. Ha spiegato Panetta, nelle sue considerazioni finali.
“Il suo contributo – ha indicato – può estendersi alle attività a maggior valore aggiunto, a condizione che si riesca ad attrarre profili qualificati. Su questo fronte l’Italia sconta un ritardo: tra i principali paesi, è quello con la più bassa quota di immigrati laureati”.
“Ridurre questo divario richiede anche l’adeguamento dei sistemi di riconoscimento dei titoli di studio e delle competenze agli standard europei”, ha detto ancora Panetta.
L’immigrazione, infatti, ha parzialmente bilanciato la diminuzione della popolazione italiana in età da lavoro. I lavoratori stranieri svolgono per lo più lavori caratterizzati da contratti meno stabili rispetto alle persone nate in Italia e in posizioni a basso salario.
“Vi sono tuttavia ancora margini per rendere l’Italia più attrattiva per i lavoratori stranieri con competenze elevate – si legge nel report -, ad esempio facilitando il riconoscimento dei titoli di studio e professionali ottenuti all’estero. Inoltre, per cogliere appieno anche i benefici dell’immigrazione meno qualificata, andrebbero rafforzate le politiche di integrazione. Secondo l’evidenza internazionali, gli interventi più efficaci in tal senso riguardano la formazione linguistica e la creazione di percorsi certi per ottenere la cittadinanza, in particolare per chi completa un ciclo di studi nel paese di destinazione”.