“In futuro sempre più amici digitali”: la profezia di Zuckerberg
- 09/05/2025
- Giovani Popolazione
“In futuro avremo sempre meno amici fisici e più amici digitali”. A lanciare questa preoccupante profezia è stato l’imprenditore statunitense Mark Zuckerberg che ha recentemente delineato un futuro in cui gli amici basati sull’intelligenza artificiale superano quelli fisici.
Durante un’intervista con il podcaster Dwarkesh Patel, il Ceo di Meta ha affermato che una persona, in media, ha meno di tre amici stretti, ma desidererebbe averne almeno quindici. Secondo lui, quelli digitali potrebbero colmare questo divario, offrendo interazioni personalizzate e costanti.
Questa visione non si limita solo al concetto di amicizia: Zuckerberg immagina un mondo in cui l’intelligenza artificiale sostituirà anche terapeuti, agenti commerciali e programmatori. “Per le persone che non hanno un terapeuta, penso che tutti avranno un’intelligenza artificiale che li supporterà”, ha dichiarato in un altro podcast con l’analista Ben Thompson.
La profezia di Zuckerberg
Zuckerberg ha espresso queste idee in una serie di interviste pubbliche e podcast di alto profilo, tra cui un incontro alla conferenza annuale di Stripe con il co-fondatore John Collison. Il suo intervento è stato parte di un più ampio tavolo di confronto che lo ha visto dialogare con figure di spicco come Satya Nadella di Microsoft e Ali Ghodsi di Databricks. Secondo quanto riportato dal Wall Street Journal, Meta ha investito ingenti risorse nei chatbot basati sull’Ai, integrandoli nelle proprie piattaforme social e nei dispositivi hardware come gli occhiali intelligenti Ray-Ban. Zuckerberg sostiene che quasi un miliardo di persone utilizza già queste funzionalità ogni mese.
Le dichiarazioni di Zuckerberg hanno generato una reazione polarizzata. Se da un lato alcuni vedono l’intelligenza artificiale come uno strumento utile per combattere la solitudine, altri temono che possa esacerbare l’isolamento sociale. Meghana Dhar, ex dirigente di Instagram, ha espresso critiche forti, affermando che proprio le piattaforme digitali che hanno contribuito all’isolamento sociale stanno ora proponendo una soluzione a esso. “Sembra quasi che il piromane sia tornato per fare il pompiere,” ha dichiarato.
Si avvererà questa profezia?
L’idea di amici digitali è già una realtà, con chatbot avanzati e assistenti virtuali che simulano conversazioni ed emozioni. Tuttavia, resta da vedere se le persone accetteranno questa trasformazione su larga scala.
Stephen Schueller, professore di scienze psicologiche all’Università della California, ha spiegato al Wsj che i chatbot basati sull’intelligenza artificiale non possono sostituire completamente amici o terapeuti. Tuttavia, possono offrire un aiuto a chi non ha alternative: “La maggior parte delle persone non ha accesso a un terapeuta, quindi la questione non è tra chatbot e terapeuta, ma tra chatbot e niente”.
Perché i giovani hanno sempre meno amici fisici?
Secondo uno studio dell’Economic and Social Research Institute (Esri), il numero medio di amici tra i giovani è diminuito negli ultimi dieci anni. Il 53% dei tredicenni ha tre o meno amici stretti, rispetto al 41% registrato dieci anni prima.
Le cause sono molteplici:
- Crescente digitalizzazione delle interazioni sociali, con i giovani che preferiscono comunicare tramite social e app di messaggistica piuttosto che incontrarsi di persona.
- Cambiamenti culturali e sociali, con una riduzione delle opportunità di socializzazione nelle scuole e nei luoghi pubblici.
- Effetti della pandemia, che ha acuito il senso di isolamento e ha abituato molte persone a vivere gran parte delle loro interazioni online.
Oltre ai dati Esri, altri studi confermano questa tendenza. Un report di Eurostat del 2022 analizza la condizione sociale dei giovani in Europa, evidenziando un crescente senso di solitudine e una riduzione delle attività sociali offline. Meta, intanto, ha permesso ai chatbot sulle sue piattaforme di offrire una gamma completa di interazioni sociali, inclusi giochi di ruolo romantici, anche con i bambini. Questo ha sollevato ulteriori preoccupazioni tra gli esperti di sicurezza online.
L’idea di Zuckerberg su un futuro dominato dagli amici digitali solleva interrogativi complessi. Se da un lato l’intelligenza artificiale può offrire supporto a chi si sente solo, dall’altro rischia di indebolire ulteriormente le interazioni umane. La tecnologia avanza rapidamente, ma resta da vedere se il desiderio innato di connessione tra le persone potrà essere completamente sostituito da algoritmi e chatbot.