Alicudi, l’isola che ha più capre che persone
- 10/04/2024
- Popolazione
L’isola di Alicudi regala capre. A farlo sapere è l’amministrazione comunale che ha pubblicato un comunicato nel quale spiega dettagliatamente come si può ottenere una capra. Ce ne sarebbero circa 600 a disposizione degli allevatori, a differenza del numero di cittadini che si aggira intorno alle cento unità.
“Avviso per l’alienazione gratuita di capre selvatiche nell’isola di Alicudi”, si legge nell’avviso pubblico. La notizia ha attirato l’attenzione da parte di numerose persone interessate che fino ad oggi possono inoltrare la richiesta per avere fino ad un massimo di 50 capre.
L’avviso pubblico
“Il Servizio 13- Servizio per il territorio di Messina del Dipartimento dello Sviluppo Rurale e Territoriale, intende effettuare una cessione gratuita ad allevatori (aziende agricole zootecniche) delle capre inselvatichite catturate presso l’Isola di Alicudi, così come definito nel Piano esecutivo dell’attività di controllo per l’eradicazione della popolazione di capra domestica inselvatichita nella riserva naturale orientata “Isola di Alicudi”, così si legge nell’avviso pubblico.
Secondo quanto riporta l’amministrazione, sono stati stimati circa “600 capi viventi allo stato brado […]. L’allevatore potrà partecipare in nome e per conto proprio e il numero massimo di dei capi da richiedere per singola azienda agricola non potrà superare le 50 unità qualora l’interesse sia manifestato da un numero cospicuo di allevatori. Diversamente, tale limite è suscettibile di aumento a seconda della disponibilità”.
Oggi scade la possibilità di fare domanda. Non è quindi ancora noto quante persone faranno richiesta di avere delle capre di Alicudi, ma ciò che ha destato più scalpore della notizia è che questi simpatici animali selvatici siano sei volte numericamente superiori alla popolazione attuale che vive l’isola.
Spopolamento di Alicudi
Sembrerebbero essere poco più di cento gli abitanti che oggi popolano l’Isola che, senza il turismo di massa che le altre isole conoscono, conserva ancora tutto il suo fascino naturale, comprese quindi le capre. Questo scenario descritto potrebbe essere quello che subiranno diverse realtà montane o marittime nei prossimi anni, nel nostro Paese. Lo spopolamento di piccole realtà territoriali, come Alicudi appunto, si sta verificando da decenni in tutte le regioni italiane e a ripopolare questi posti ci starebbe pensando la natura, con flora e fauna annesse.
Per le capre di Alicudi, l’habitat naturale è a quota 600 metri. E proprio in queste aree che si rintanano questi animali, insieme ai muli da trasporto. L’isola che vive, sì, di turismo, ma anche di pesca e agricoltura, oggi però si ritrova a vivere una “crisi”. L’attrazione per il posto, soprattutto in estate, deriva proprio da questa selvaticità che sta diventando “esagerata” e che rischia di superare persino la “civiltà”.
Il problema dello spopolamento dei borghi italiani e dei piccoli comuni è affrontato dalle amministrazioni regionali con finanziamenti e iniziative. Nota quella di vendere le case al costo di 1 euro per invogliare persone a occupare queste città, così come si stanno elargendo sussidi di milioni di euro, come nella Regione Lazio, per le famiglie che decideranno di risiedere in un comune con meno di 5mila abitanti.
Ma il fenomeno delle migrazioni interne nel nostro Paese è noto: sui quasi 8mila comuni nazionali, più della metà ha una popolazione inferiore ai 20mila abitanti e vive sempre più spesso mutamenti che seguono una sola traiettoria: l’abbandono.
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