Afghanistan blindata, vietato internet per “attività immorale”
- 1 Ottobre 2025
- Popolazione
Le Nazioni Unite hanno chiesto al governo talebano il ripristino immediato dell’accesso a Internet e delle telecomunicazioni in Afghanistan. Il blackout che da ieri, martedì 30 settembre, ha coinvolto il Paese ha fatto sì che milioni di persone sprofondassero in un silenzio che dura già da 48 ore.
Il motivo? Il governo talebano intende promuovere una campagna contro tutto quello che considerano “attività immorale”, compreso l’accesso a internet. “L’interruzione dell’accesso ha quasi completamente isolato l’Afghanistan dal resto del mondo e rischia di infliggere danni significativi alla popolazione, in particolare minacciando la stabilità economica ed esacerbando una delle peggiori crisi umanitarie al mondo“, ha affermato in una dichiarazione la Missione di assistenza delle Nazioni Unite in Afghanistan (Unama).

Le cause del blackout
Il blackout di Internet in Afghanistan nasce su volere delle autorità talebane, le quali lavorano per attuare misure sulla “moralità”, disconnettendo molte reti in modo graduale dalle prime ore del mattino di ieri, fino a ripercussioni anche sui servizi di telefonia mobile. Cittadini afghani all’estero hanno confermato alla Cnn di non riuscire a contattare i parenti nel Paese con 43 milioni di abitanti, martoriato da decenni di guerre.
Dai dati di Flightradar24, sito di mappatura globale del traffico aereo, è emerso che almeno otto voli da e per Kabul sono stati cancellati e la Bbc riferisce che lo stop alle telecomunicazioni a livello nazionale imposto dalle autorità talebane ha fatto perdere i contatti con gli uffici della Capitale.

Fonti diplomatiche hanno parlato con la rete britannica delle ripercussioni che il blackout di Internet potrebbe avere sui servizi bancari e altri sistemi. Una commissione ad hoc è stata incaricata di esaminare un possibile filtraggio di Internet nel contesto della lotta all’ “immoralità”.
Non ci sono per ora dichiarazioni da parte dei Talebani. Nei primi anni di potere avevano vietato tv, satelliti e altri mezzi di comunicazione di massa in nome della lotta all’ “immoralità”. Un “sistema alternativo verrà avviato nel Paese per i bisogni essenziali”, ha comunicato il governatore della provincia di Balkh, Haji Zaid, riferendo – riporta la Cnn – di un ordine arrivato dal leader dei Talebani, Haibatullah Akhundzada. Per gli attivisti, il blackout rischia di avere conseguenze devastanti per l’Afghanistan. È assordante il silenzio online senza voci afghane dall’interno dell’Afghanistan“, ha scritto in un post su X Mariam Solaimankhil, che era nel Parlamento di Kabul e ora vive negli Stati Uniti, taggando Elon Musk. Ma oggi Starlink non è disponibile in Afghanistan, secondo lo stesso sito di Starlink.
Un piano mensile con 100 gigabyte di dati mobili costa 3.500 Afghani, circa 45 euro.

Tra le conseguenze, i danni all’insegnamento
Sabena Chaudhry di Women for Afghan Women (Waw), organizzazione afghana che si batte per i diritti delle donne, ha denunciato alla Cnn di aver perso i contatti con lo staff in Afghanistan. La Bbc ha avuto modo di rintracciare alcune donne che vivono nel Paese. Fahima (nome di fantasia) non riesce più a studiare online insieme alle sorelle: “Prima ci tenevamo aggiornate sulle novità e sulla tecnologia tramite internet, ma ora non riusciamo a tenere il passo, apprendere nuove competenze”, ha raccontato la ragazza che vive una provincia orientale del Paese. “Sognavamo di terminare gli studi e di aiutare economicamente nostro padre, ma ora siamo a casa senza fare niente”.
Così come Zabi, insegnante online che in passato si guadagnava da vivere grazie all’insegnamento telematico e che ha raccontato: “Avevo classi sia maschili che femminili, fino a 70 o 80 studenti alla volta. I miei studenti erano contenti e le lezioni procedevano senza intoppi. Due giorni fa, circa 45 dei miei studenti erano nel bel mezzo di un esame quando la connessione internet è stata interrotta. Si stavano preparando da mesi, ma hanno perso l’occasione. È stato straziante per loro, e per me come loro insegnante”.
Il divieto di internet arriva come ultimo di una lunga serie che spesso ha penalizzato il genere femminile con l’impossibilità di spostarsi senza un parente maschio o il marito, così come sono stati vietati libri scritti da donne nelle università, l’istruzione secondaria superiore e la possibilità di esprimersi in pubblico. Un silenzio letterale che – con il divieto di internet – rischia di diventare definitivo.