5 euro in più sulle sigarette per finanziare la Sanità: quanti miliardi dalla super tassa?
- 08/10/2024
- Popolazione Welfare
Aumentare di 5 euro il costo di ogni pacchetto di sigarette per aiutare il Sistema sanitario nazionale, che sta vivendo una profonda crisi. La proposta parte dall’Associazione Italiana di Oncologia Medica (Aiom) che insieme alla Fondazione Aiom e Panorama della Sanità chiede di bilanciare i costi della sanità pubblica. Il tema è centrale in un Paese come l’Italia che fa della sanità pubblica gratuita uno dei pilastri del proprio ordinamento.
Tassa di scopo sulle sigarette: una misura indispensabile?
Le difficoltà economiche in cui versa il Ssn richiedono di tarare quanto dice la Costituzione che all’articolo 32, comma 1 prevede che “La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti”. La gratuità e le pari opportunità di trattamento vengono consolidate dall’articolo 3 della Carta secondo cui “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali”.
Nella realtà, la maggior parte degli italiani patisce un grosso gap di trattamento rispetto a chi può accedere alle strutture private senza aspettare i tempi della sanità pubblica. Per questo, occorre intervenire in modo da rendere più concreta la tutela, applicando un principio ‘meritocratico’: chi pesa di più sul Ssn, deve fare più sforzi per sostenerlo. Senza correttivi, anche chi si sforza di condurre una vita sana, continuerà a trovarsi in enormi difficoltà davanti alla necessità di cure pubbliche e gratuite (o meglio: sostenute dalle tasse di cittadini e aziende in base alla capacità contributiva).
L’aumento di 5 euro per ciascun pacchetto di sigarette potrebbe portare nelle casse del Ssn fino a 13,8 miliardi di euro all’anno, una somma ingente per rafforzare un servizio in crisi e ridurre al contempo il consumo di tabacco, una delle principali cause di tumori e malattie respiratorie.
La sanità in Manovra
Cittadini, esperti e associazioni chiedono all’esecutivo di destinare più risorse alla sanità pubblica, mentre il ministro dell’Economia Giorgetti ricorda che le maglie sono molto strette. Al momento non ci sono cifre definitive, ma dall’interlocuzione già avviata tra Mef e Salute si apprende che dall’Economia potrebbero arrivare 2 miliardi in più sul fondo Sanità che si aggiungerebbero al miliardo già stanziato dalla scorsa Legge di bilancio. Se l’ipotesi trovasse conferma, il Fondo sanitario nazionale a 137 miliardi per il prossimo anno. Le difficoltà nel reperire 2 miliardi di euro rendono ancora più evidente l’impatto dei 13,8 miliardi di euro attesi dalla tassa di scopo sulle sigarette.
Nel 2023 l’Italia per spesa sanitaria pubblica pro-capite si colloca solo al 16° posto tra i 27 Paesi europei dell’area Ocse e in ultima posizione tra quelli del G7. La spesa sanitaria pubblica si attesta al 6,2% del Pil, molto inferiore sia rispetto alla media Ocse (6,9%), sia rispetto alla media europea (6,8%). Nel frattempo, però, i prezzi delle sigarette sono tra i più bassi d’Europa.
90% dei tumori polmonari dal fumo, quanto pesa sulla sanità?
Il fumo rimane uno dei maggiori killer in Italia. Secondo i dati presentati dall’Aiom, nel 2023 sono state diagnosticate circa 40.000 nuove neoplasie polmonari, con il fumo responsabile di circa il 90% di questi casi. Ogni anno, si contano oltre 93.000 morti attribuibili al tabagismo, tra malattie oncologiche, cardiovascolari e respiratorie. Nonostante le campagne di sensibilizzazione abbiano portato a una leggera riduzione del numero di fumatori negli ultimi anni, il problema è tutt’altro che risolto. Particolarmente preoccupante è l’aumento della mortalità tra le donne, un dato che riflette un consumo di sigarette in crescita nella popolazione femminile.
L’introduzione di una tassa di scopo sulle sigarette, oltre a fornire un sostegno finanziario al Ssn, potrebbe ridurre sensibilmente il numero di fumatori. Studi internazionali confermano che un aumento del prezzo del tabacco del 10% può ridurre il consumo del 4%. In Italia, dove i pacchetti di sigarette costano circa 6,20 euro, un aumento del prezzo li allineerebbe a Paesi come la Francia, dove il costo si aggira attorno ai 12,50 euro, o l’Inghilterra, con pacchetti che toccano i 12 euro.
La crisi del Sistema Sanitario Nazionale
L’urgenza di trovare nuove risorse per il Ssn è confermata dai dati del Ministero della Salute. Nel 2022, il fabbisogno sanitario nazionale è stato coperto da un budget di circa 122 miliardi di euro, ma nonostante gli aumenti rispetto agli anni precedenti, la sanità pubblica continua a trovarsi in difficoltà. I tagli progressivi e l’aumento delle spese sanitarie, anche a causa dell’invecchiamento della popolazione, hanno portato a un sovraccarico del sistema. Si stima che oltre il 19% della spesa sanitaria sia a carico delle famiglie italiane, con lunghe liste d’attesa per cure essenziali e un aumento del ricorso alla sanità privata. La proposta di una tassa sulle sigarette nasce proprio dalla necessità di colmare questo divario finanziario e di garantire un accesso più equo ai servizi sanitari.
Secondo i dati, la sanità pubblica potrebbe subire ulteriori contrazioni di bilancio nei prossimi anni se non verranno adottate misure drastiche. L’aumento delle patologie croniche e oncologiche, legate in parte anche ai danni del fumo, è destinato a gravare sempre più pesantemente sul sistema sanitario. In questo contesto, misure come la tassa di scopo rappresentano non solo un modo per disincentivare comportamenti dannosi, ma anche un’opportunità per ripensare l’intero sistema di finanziamento della sanità pubblica.
Una misura condivisa dalla popolazione
Nonostante i timori di una possibile opposizione da parte dei fumatori, un recente sondaggio dell’Istituto Mario Negri e diffuso da Il Sole 24 Ore dimostra che il 62% degli italiani sarebbe favorevole a un aumento del prezzo delle sigarette se i ricavi fossero destinati al finanziamento del Ssn. Questo dato smentisce il preconcetto che un aumento delle tasse sul tabacco non sarebbe accettato dalla popolazione, e conferma che gli italiani vogliono tutelare la sanità pubblica.
In Europa, la tassazione sulle sigarette è già ampiamente utilizzata come strumento di controllo del tabagismo, con evidenti benefici per la salute pubblica. Anche la Banca Mondiale ha più volte sottolineato l’efficacia di questa misura, classificandola tra le politiche più efficaci nel ridurre il numero di fumatori. Un incremento dei prezzi in Italia, quindi, non solo porterebbe un beneficio economico per il sistema sanitario, ma contribuirebbe anche a salvare migliaia di vite ogni anno, riducendo drasticamente i casi di tumore e altre malattie correlate al fumo.
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