Giovani cinesi in ‘ospizio’ a 30 anni? Cosa sono le Youth Nursing Homes
- 08/04/2025
- Mondo
In Cina, sempre più giovani adulti stanno scegliendo di ‘andare in ospizio’ prima dei trent’anni. Non si tratta di un paradosso anagrafico, ma di una nuova forma di ritiro temporaneo dalla frenesia urbana e lavorativa che prende il nome di Youth Nursing Homes: spazi di condivisione e cura nati per accogliere Millennials e Gen Z in cerca di pausa, reset e, soprattutto, benessere mentale.
Le ‘case di cura per i giovani’ si rivolgono a professionisti ‘esauriti’ tra i 20 e i 30 anni, in stallo nella propria carriera o in cerca di se stessi e di un senso alla propria vita che vada oltre quella ‘ruota del criceto’ alla quale sembra sempre più difficile potersi sottrarre. Questi giovani desiderano proprio scardinare le aspettative spesso irrealistiche della società basate su status e successo (o meglio, una certa definizione di successo), percepite come estranee, opprimenti e tossiche, per recuperare una visione più legata all’essenzialità della vita.
Le Youth Nursing Homes, sorte in contesti rurali come le province dello Yunnan, Hebei e Shandong, nascono dunque come risposta all’insostenibilità del modello economico e professionale urbano: affitti inaccessibili, salari stagnanti, burnout diffuso, disoccupazione giovanile in aumento e un senso di vuoto rispetto alle promesse di carriera e stabilità. In un mondo che spinge a fare sempre di più, molti giovani scelgono invece il ‘laying flat’: fare il minimo indispensabile per vivere. È lo ‘sdraiarsi’, secondo la filosofia Tang Ping.
Come funzionano le Youth Nursing Homes
Nelle Youth Nursing Homes si vive a contatto con la natura, in villaggi semi-autonomi dove le giornate iniziano con discipline olistiche e proseguono tra agricoltura, passeggiate, lettura, cucina comunitaria, giochi da tavolo e serate karaoke. Alcune strutture prevedono un affitto mensile contenuto (circa 200 dollari), altre richiedono solo collaborazione alla manutenzione. Sono luoghi di ritiro temporaneo, spesso paragonati ad “anni o mesi sabbatici”, e aperti anche a professionisti in smart working, freelance e creativi digitali. L’insegnamento che i giovani portano con sé una volta tornati nel mondo è che i ritmi frenetici, disumani, imposti dal lavoro e dalla società non rendono più ‘cool’ o di successo chi li segue, e che è importante prendersi dei momenti di stacco senza per questo sentirsi dei falliti.
Ispirati dal movimento Fire (Financial Independence, Retire Early, ovvero raggiungere l’indipendenza finanziaria entro i 30-40 anni in modo da smettere di lavorare e iniziare a vivere ‘davvero’), molti sognano un’esistenza minimalista, svincolata dall’obbligo di rincorrere carriera e status, e focalizzata invece sull’equilibrio tra lavoro e vita. In Occidente l’approccio Fire è seguito soprattutto da persone con redditi elevati, ma in Cina, Corea e Giappone è stato adottato da giovani anche ‘normali’ o addirittura disoccupati, in cerca di una via di fuga da burnout, housing crisis e pressione sociale. Come funziona il Fire? Attraverso il risparmio estremo, gli investimenti intelligenti, la creazione di un reddito passivo e una pianificazione molto dettagliata.
Gli hikikomori sono un’altra cosa
Il trend non si limita alla Cina: anche in Corea del Sud cresce l’attrattiva per le Youth Nursing Homes, che uniscono benessere psicologico, tempo per sé, sostenibilità e relazioni umane autentiche. Qui, infatti, il concetto di ‘pensione anticipata’ non è fine a sé stesso, ma è un’opportunità di reset personale e rigenerazione, in grado di restituire motivazione e nuove prospettive. Anche per questo è un’esperienza temporanea. Inoltre, nelle case si socializza e si lavora in comune per far funzionare le cose. Due aspetti che differenziano il fenomeno da quello degli hikikomori, ormai diffuso anche in Italia, per cui il giovane si rinchiude in stanza e si isola totalmente da tutto e tutti, compresi le amicizie, la scuola e il lavoro.
Si tratta di due situazioni molto diverse: l’hikikomori non è una scelta consapevole di rallentare, ma una forma di ritiro patologico e passivo, spesso legato a disturbi depressivi, ansiosi o di personalità. Colpisce spesso ragazzi tra i 15 e i 35 anni, prevalentemente maschi. In sintesi: gli hikikomori scappano dalla realtà per incapacità di affrontarla; gli ospiti delle Youth Nursing Homes la mettono in pausa per ripensarla, attraverso una decisione consapevole e non patologica.
Tang Ping e Quiet Quitting: due modi diversi di ‘resistere’ alla società
Il Tang Ping e le ‘case di cura per giovani’ non vanno confusi nemmeno con il Quiet Quitting che anche in Italia ha preso piede dopo la pandemia: i primi nascono in Cina e rappresentano una forma di resistenza passiva alla pressione sociale di lavorare incessantemente, comprare casa, sposarsi e avere figli. Derivano dunque da una scelta intenzionale di non partecipare alla corsa alla produttività e di preferire uno stile di vita essenziale, minimalista, che antepone il benessere mentale e fisico al successo economico.
Quiet Quitting, al contrario, è nato negli Stati Uniti ed è un termine popolare sui social (TikTok su tutti), che descrive l’atteggiamento di chi fa solo quanto richiesto dal contratto, rifiutando straordinari o extra responsabilità. Non è un vero ‘abbandono’ del lavoro, ma una forma di rifiuto della hustle culture (la glorificazione dell’essere sempre impegnati). In sintesi: Tang Ping è una fuga dal sistema, Quiet Quitting una rinegoziazione dall’interno.